lunedì 3 novembre 2025

... l'Italia dei lager!! ...

𝐋’𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐥𝐚𝐠𝐞𝐫 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐮𝐢: 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐚𝐧𝐝𝐮𝐦 𝐥𝐢𝐛𝐢𝐜𝐨 

Il #buongiorno di Giulio Cavalli 


 L’Italia ha scelto ancora il silenzio. Nessun voto, nessun dibattito, nessuna parola pubblica. Il memorandum con la Libia, firmato nel 2017 e rinnovato automaticamente ogni tre anni, continuerà a vivere fino al 2029. È il quarto rinnovo consecutivo di un accordo che affida il controllo dei migranti a milizie e carcerieri, sotto il nome burocratico di “cooperazione contro l’immigrazione illegale”. La clausola dell’articolo 8 bastava a garantire la continuità: se nessuno lo revoca, si rinnova da sé. E infatti, ancora una volta, nessuno ha voluto toccarlo. Dal 2017 le Nazioni Unite documentano in Libia torture, violenze sessuali e schiavitù sistematica. Eppure l’Italia continua a fornire motovedette, fondi e addestramento alla cosiddetta guardia costiera libica. Una collaborazione che la Corte penale internazionale guarda ormai come un caso da manuale di complicità politica. Lo stesso caso Almasri — l’aguzzino riportato a Tripoli con “tante scuse” dopo un mandato d’arresto dell’Aja — è diventato simbolo di questa alleanza di comodo. Il governo Meloni ha scelto di lasciare correre, come i precedenti. Ma il rinnovo tacito del memorandum racconta molto più di un atto amministrativo: racconta un Paese che si abitua a delegare i propri confini alla tortura, e la propria coscienza al silenzio. Il Parlamento ha fatto scadere perfino l’ultima occasione utile per fermare la proroga automatica. Chi ieri lo ha voluto e chi oggi lo difende condividono una responsabilità lineare: i lager restano aperti, le catene restano strette, e l’Italia si limita a timbrare le ricevute, chiamandola strategia. 


 In foto, l'attacco armato della guardia costiera libica alla ong Mediterranea

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