giovedì 29 ottobre 2009

...dal sito di P. Barnard...Da non dimenticare. da fare.

Da non dimenticare. Da fare.

Le persone devono urgentemente imparare a tornare protagoniste sia dell'informazione che dell'azione civica, e non, anzi, mai seguaci o fans dei 'personaggi forti' che sanno, che possono, che contano. I 'personaggi forti' devono invece divenire 'piccoli' al servizio dei forti, che siete voi persone. Ecco i passaggi per arrivare a ciò:

Ogni volta che voi pubblico ascoltate o leggete il lavoro di chi vi informa, dovete imporvi di pensare che si tratta solo di fonti, non di oracoli, ma fonti da ascoltare a debita distanza, fra le tante altre fonti che ascolterete. Dovete arrivare al punto dove non esista più la relazione col giornalista 'personaggio/divo/esperto', che va visto sempre come un vostro consulente fra i tanti. Per far comprendere a chi legge quale dovrebbe essere l’atteggiamento esteriore e interiore di una cittadinanza sana nei confronti di chi li informa, chiuque egli/ella sia, vi chiedo di immaginare come il Consiglio di Amministrazione di un gigante industriale – per es. la Microsoft Corporation – si relaziona con un loro consulente. Lo convoca, gli dice senza troppe storie “Prego si faccia avanti, ci dica”, lo ascolta e poi “Bene, grazie, si accomodi”. Punto. E il consulente saluta e si mette da parte piccolo e secondario, per lasciare ai manager l’importante compito esecutivo. Ora, un pubblico di cittadini sani deve sentirsi esattamente come il management, cioè al centro del potere e delle decisioni, e deve ridurre gli odierni 'giornalisti/divi/esperti' al ruolo del consulente.

Oggi purtroppo accade l’esatto contrario: il 'giornalista/divo/esperto' troneggia, sentenzia, lancia diktat, e il pubblico piccolo piccolo lo adora, lo ammira, e, peggio, si raggruppa in fans club e ‘parrocchie’ dal seguito quasi sempre acritico. Ed è tristemente emblematico che l’immaginario colloquio che ho sopra descritto sia nella realtà di oggi esattamente il modo in cui, al termine della serata-dibattito con l’esperto/divo, viene invece accolto il pubblico quando chiede timidamente la parola: i 'personaggi' gli dicono “Prego si faccia avanti, chieda”, e poi “Bene, grazie, si accomodi”, cioè torni piccolo piccolo, marginale. I 'personaggi' troneggiano, firmano autografi, sono al centro. Voi ai margini. Assurdo, deleterio.


In questo modo la gente è solo sospinta a rimanere secondaria, cioè si annulla e non crescerà mai. La gente deve ripensarsi Consiglio di Amministrazione, e mettersi sempre al centro. (da L'Informazione è Noi)

Nell'azione civica/politica, per contrastare (se ancora sarà possibile) il Potere, ecco i passaggi:
- Studiarlo a fondo, per capire chi veramente è (non è la Casta, non è la mafia, non è la Chiesa), che storia ha avuto, fin dove è arrivato, con quali armi si muove, cosa sta pianificando per il futuro.

- Formarci in un esercito di attivisti di ampiezza nazionale. Mettere quindi da parte le differenze che separano i nostri gruppi che formano i Movimenti, cioè rinunciare ai nostri individualismi per un fronte comune, unico, compatto, disciplinato, implacabile di attivisti al lavoro ovunque, sempre, con linee guida universali, sempre le stesse e con metodi in perenne evoluzione.


- Capire che cosa, in questo periodo della Storia, innesca il cambiamento, quale vettore, quale tipo di interazione umana. Individuare queste chiavi di svolta con precisione, così come si isola una molecola benefica.

- Studiare di conseguenza una comunicazione immensamente abile per attirare l’attenzione del mondo della GENTE COMUNE.

- Studiare i metodi per rendere la comunicazione gradevole ma penetrante.

- Diffonderci nei LUOGHI DELLA GENTE COMUNE, implacabili, pazienti, tutto l’anno, per tentare di creare un consenso opposto a quello oggi dominante usando quei metodi attentamente studiati. Essere presenti in modo massiccio nelle scuole e università.

- Sopra ogni altra azione, ci deve essere il tentativo da parte degli attivisti di trovare l'ANTIDOTO alla paralisi della partecipazione dei cittadini alla polis. Se non sapremo sbloccare la cittadinanza paralizzata, inattiva, apatica di fronte a qualsiasi scandalo e persino orrore, abbiamo perso, perché quella paralisi è stata, è, e sarà l'arma finale del Potere.


- Essere molto ben finanziati, cioè cercare e ingaggiare sponsor ‘illuminati’ capaci di vedere il vantaggio di lungo termine di un mondo più giusto. Senza finanziamenti è inutile persino pensare al cambiamento.


- Sapere che è una strada in salita, poiché si tratta di invitare milioni di persone a scelte impopolari, a rinunce, a mutazioni di stili di vita, ma a saper vedere però la CONVENIENZA FINALE di un mondo più in equilibrio. Cioè dirgli: oggi il Sistema ti illude di guadagnare subito dieci ma non ti rendi conto che ti fa perdere mille; noi ti diciamo che ti conviene perdere oggi dieci ma guadagnare mille nel tuo futuro. Questa è la logica di ogni speranza.


Non c’è altra strada. Non c'è. (da High Octane Capitalism Ahead).

martedì 27 ottobre 2009

...da Facebook...Why prisoner support is important

Why prisoner support is important



Animal Liberation Front Bulletin
Posted by Hiram Jin
The following article has been written by Brighton ABC, with input from other ABC activists and random anarchists. It is due to be included in the copy of Freedom newspaper available at this Saturday's London Anarchist Bookfair. It reflects on the generally low-level of prisoner support & solidarity within our movement, and why we should increase it. Read it here if you miss it at the bookfair.

Brighton and Bristol ABC will have stalls at the bookfair, alongside other prisoner support and anti-prison society anarchists. Come and chat to us, or come along to one or all of the 3 meetings Brighton and Bristol are co-ordinating:
1pm (room EB2): Too many prisons, Not enough justice
2pm (Skeel lecture room): Greece - repression and resistance on the streets. Latest news & analysis.
4pm (room EB4a): Anarchists for prison abolition

Government social policy - a prison society for us all
Government social policy - a prison society for us all

Why Prisoner Support?
Prisoner support should be an essential facet of any anarchist’s political activities; yet our prisoner support groups attract so little actual support from our fellow anarchists. Why is this?

Of course, it is natural for us to support someone we are close to, friends and family or even a comrade from ones affinity group, when they are banged up. Yet why do so few anarchists support comrades from within the wider movement, let alone prisoners in general? Mutual aid and solidarity are surely a central tenet of the anarchist ‘belief system’, one brick that any anarchist society should be built upon, yet it is something that often doesn’t extend beyond one’s immediate environment (family/friends/affinity group).

Not Sexy Enough
We all know that prisoner support is not particularly glamorous or possibly rewarding in terms of apparent immediate effect: we don’t see our circle A spray-painted on the wall, cashpoints superglued-up, disruption caused by a picket or the reality of an article appearing in our favourite organ of propaganda (though most of those can also be used as a weapon in any prisoner support campaign). Instead, prisoner support is largely invisible, the writing of letters, the sending of money and the giving of other practical support. Yes, we might go along to a gig raising funds for prisoner support but are we doing that to donate funds or because we want to see the bands?

We might read a call-out for support for a particular prisoners’ campaign but are we really paying much attention? Or are we going along to prison pickets when they are called? This is in fact one really simple and effective way of showing solidarity and support for individual prisoners, as well as showing the managers of these factories of repression that we outside the prison walls know and care about what they are trying to do to our comrades, those we chose to support, on the inside. And prisoner support groups regularly get feedback on these events showing clearly that they work, that the prison authorities take notice and are much less likely to abuse the prisoners supported.

Certainly Not Trivial
Writing letters too may seem a trivial method of showing support for individual prisoners but it is a concrete and practical starting point, and one that also very readily lets those on the ‘inside’ know that those on the ‘outside’ are thinking about them and showing them solidarity.

But there are so few anarchist prisoners I hear you say. Yes, it is true that the level of struggle in this country is very low and that too is reflected in the level of struggle within the prisons too, but that is no reason for being complacent. Anarchists surely should be seeking out class struggle activities to support wherever they occur, both inside prisons and in the wider communities, in the UK and abroad.

Despite the poor showing in the international exchange rates of that last bastion of Empire ‘the pound in your pocket’, our filthy lucre still goes a long way in certain parts of the world, particularly in Eastern Europe and South America. So there’s one area where practical solidarity is still valuable.

Another is taking your solidarity to the streets. A classic example of this is the Greek prisoners’ hunger strike in November 2008, when most of the prisoners in Greece’s 21 prisons went on an 18-day hunger strike in support of a comprehensive 45-point program of prison reform. Mass demonstrations and numerous solidarity actions outside the prisons in support of the hunger strike helped secure major concessions from the Greek state, concessions it could be argued that would not have been so easily won without such open displays of solidarity.

The Social Prisoner ‘Problem’
Which brings us to the so-called ‘social prisoner’ issue, which has long been a problem within the anarchist movement, with the more liberal elements in the anarchist movement decrying any involvement with ‘common criminals’. Fortunately, most anarchists involved in prisoner support see it in a somewhat different light.

If you are a long-term prisoner in any prison system, you have two options: either you do the ‘bird’, knuckle down and toe the line, making as little trouble for yourself as possible; or you stand up as an individual and fight for your dignity and the dignity of other prisoners against a system that is designed to squeeze that dignity out of everyone. Prison after all is still, despite what all the PR about rehabilitation and behaviour modification therapy would have us believe, designed to punish the individual prisoner, to make them not want to return and therefore not commit that next ‘crime’ that might earn them more time.

Therefore, when we come across prisoners who have become radicalised by the prison experiences, who are engaged in the class struggle against the system of social control that is prison, we should be supporting them in their struggle. After all, even the most cynical anarcho must see that we as a movement need to get the idea of a non-hierarchical decentralised class-free society more widely accepted and those at the sharp end of the state’s system of social control and conditioning should be more receptive than most.

Also, from a purely selfish standpoint, when the few anarchist prisoners that do end up inside are looking around for comrades to engage with in resistance to the prison regime, history has taught us that it is these social prisoners that anarchists make common cause with in struggle. So logically we should be showing them solidarity now, not waiting till it becomes merely a reward for the mutual aid and solidarity that they have themselves shown our imprisoned anarchist comrades.

Revolutionary Solidarity
Just as prisoner support should be more than just first aid to fallen comrades, support for other class struggle prisoners should be a conscious act of revolutionary solidarity, of practical everyday anarchist politics. Prisoner support also cannot be reduced to just a form of charity, writing a few letters to a prisoner or bunging an ABC group some spare cash. Prisoner support should in fact be seen as part of a wider revolutionary solidarity, which anarchists of all flags should be actively engaged in. It should be an integral part of the anarchist struggle, both against the prison society and in support of the new society we wish to see built in the ruins of the old.

In the end the most important thing we all can do is to get out there and get active. It is only through struggle and building a revolutionary movement that we will help not just anarchist prisoners, but everyone in need of solidarity.

Practical Things You Can Do:
Write to prisoners – practical solidarity that entails a commitment to the prisoner we write to as well as a trip to the post office.
Financial support to prisoner support groups – we spend a lot of our time and effort fundraising, time and effort that could be better spent elsewhere.
Books to prisoners – instead of spending your ‘hard-earned’ on that next tome on anarchist history, give the money to Haven Distribution books to prisoners project.
Other letter/faxes/e-mail writing – prisoner support groups often fight campaigns at the behest of prisoners to get them better conditions/parole/even not being executed.
Organise – in the workplace and community. This is something we could all be doing. No excuses now!

Useful Info / Contacts:
You can download leaflets on ‘Writing To Prisoners’ and ‘Social Prisoners’ from: http://www.brightonabc.org.uk/merchandise.html
Brighton ABC, PO Box 74, Brighton, BN1 4ZQ. e-mail: brightonabc@risup.net / website: http://www.brightonabc.org.uk/
Bristol ABC, c/o 14 Robertson Rd, Easton, Bristol, BS5 6JY. e-mail: bristol_abc@risup.net / website: http://bristolabc.wordpress.com/
Cardiff ABC. email: mail@cardiffprisonersupport.tk
Leeds ABC, 145-149 Cardigan Road, Leeds, LS6 1LJ. email: leedsabc@riseup.net
Campaign Against Prison Slavery: http://www.againstprisonslavery.org/
Gathering Against Prison Society (31 Oct/1 Nov in Brighton): http://anti-state09.blogspot.com/
Haven Books to Prisoners: http://www.havendistribution.org.uk/
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domenica 25 ottobre 2009

...da Facebook...Enza Stridi su P. Barnard

Enza Stridi 22 ottobre alle ore 9.18

Salve a tutte e tutti,

in tempi di papi e papelli, Paolo Barnard ha 'sfornato' diversi lavori di estremo interesse che, per chi non li avesse ancora visionati, vorrei segnalarvi.


Il primo riguarda il Trattato di Lisbona, l'unica vera legge che governerà le nostre vite e della cui esistenza la stragrande maggioranza dei cittadini europei è inconsapevole.
Vi è uno scritto dettagliato sull'argomento qui: http://www.facebook.com/l/07371;www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139
e per i più pigri c'è anche la versione video, divisa in 5 parti, che trovate al canale di Barnard su youtube: http://www.facebook.com/l/07371;www.youtube.com/user/paolobarnardvideos (provvederò ad inserirli anche sulla pagina del gruppo).

Il secondo lavoro, invece, si intitola "Ecco come morimmo" (http://www.facebook.com/l/07371;www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=151) e racconta la storia di alcuni dei personaggi che scientemente, più di 30 anni fa, hanno deciso di affossare la Sinistra e la democrazia partecipativa. In particolare si parla di un documento, "The Crisis of Democracy", al confronto del quale il Piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli sembra una letterina di un bambino a Babbo Natale...

Buona lettura/visione.

venerdì 23 ottobre 2009

...a Chiara Equa Polis...

Innanzitutto confesso la mia ignoranza nel trattare temi così importanti come quelli dibattuti in questo forum- mi chiedo in particolare quali saranno i primi passi da fare per mettere in moto questi due grandiosi progetti: la riforma dell'ONU e la restituzione ai cittadini del potere di loro spettanza, strappato loro dalle varie lobby politiche ed economiche- temo che sarà un percorso irto di ostacoli e difficoltoso oltre misura.
E' comunque una strada da percorrere insieme, con umiltà e la consapevolezza della nostra pochezza di uomini, la stessa consapevolezza dei primi scalatori di fronte a candide vette, ancora inviolate.

giovedì 22 ottobre 2009

La parabola della matita


In principio,
il Fabbricante di matite
parlò alla Matita dicendo:
”Ci sono cinque cose che devi sapere prima che io ti mandi nel mondo.
Ricordale sempre e diventerai la miglior matita che possa esserci.”

Primo:
Potrai fare grandi cose,
ma solo
se ti lascerai portare
per mano.

Secondo:
Di tanto
in tanto dovrai
sopportare una
dolorosa “temperata”,
ma è necessario se vuoi diventare una matita migliore.

Terzo:
Avrai l’abilità di correggere qualsiasi errore tu possa fare.

Quarto:
La parte più importante
di te sarà sempre
al tuo interno.

Quinto:
A prescindere dalle condizioni, dovrai continuare a scrivere.
Lasciare sempre un segno chiaro e leggibile, per quanto difficile sia la situazione.

La Matita ascoltò, promise
di ricordare,
ed entrò nella scatola comprendendo pienamente
le motivazioni
del suo Fabbricante.

Ora sostituisciti alla matita; non dimenticare mai le cinque regole, ed anche tu diventerai una persona migliore.

Uno:
Potrai fare grandi cose, ma solo
se permetterai
a Dio di tenerti
per mano.
Permetterai così ad altri esseri umani di accedere ai molti doni
che possiedi.

Due:
Di tanto in tanto sperimenterai
una dolorosa “temperata”, attraversando vari problemi,
ma ti servirà
per diventare una persona più forte.

Tre:
Sarai capace di correggere
o superare gli errori che potrai fare.

Quattro:
La parte più importante di te sarà sempre quella interna.

Cinque:
Su qualsiasi superficie camminerai, dovrai lasciare il tuo segno.
Non importa quale sarà la situazione, dovrai continuare a servire
Dio in tutto.

Tutti siamo come una matita....
Creati dal Creatore per un unico
e speciale scopo.

Comprendendo e ricordando, facciamo in modo di vivere la nostra vita su questa terra avendo uno scopo pieno di significato nel cuore
ed una quotidiana relazione con Dio.

Siamo stati fatti per fare Grandi Cose…

domenica 18 ottobre 2009

...da Libero news...ancora ahi, ahi!!

Berlusconi: "Riformerò la giustizia"

In News

Da Sofia il premier rinnova i suoi attacchi alla magistratura politicizzata e annuncia che metterà mano alla Costituzione, con o senza l'opposizione. Poi si "scusa" con la Bindi: "Mi dispiace, ma la battuta è di largo consumo"
Riformerà la giustizia, anche se ci dovesse volere tempo. In visita ufficiale a Sofia, il premier Berlusconi ha espresso l'intenzione di mettere mano alla Costituzione in tema di giudici e ha detto che non lo spaventano né i tempi - "Non è che le rivoluzioni si possono fare in breve tempo" - né le reazioni dei suoi alleati: "Siete voi che vedete discordie"."C'è una riforma del processo penale che è già in Senato - ha dichiarato il Cavaliere - e che a me non sembra sufficiente. Quindi credo che su questo punto valga la pena di rivisitare la Costituzione. Se avremo i numeri per farlo in Parlamento, lo faremo in Parlamento e sarà più veloce. Se non avremo i numeri in Parlamento, la faremo con un ricorso agli elettori nella maniera più democratica e tranquilla possibile".Che la riforma delle giustizia, ma non solo quella ("C'è un Paese da modernizzare in molte direzioni"), sia indispensabile, Berlusconi lo dice ribadendo i suoi attacchi alla Consulta: "Ora io sarò attaccato e diranno che non è vero, ma basta con questa ipocrisia. La Corte Costituzionale, subendo la pressione di certa parte della magistratura, ha abrogato quella norma (il Lodo Alfano, ndr) varata dal Parlamento. Oggi, se pensate bene, ciò che sta succedendo è che una parte della magistratura molto politicizzata interviene con l'utilizzo della giustizia a fini di lotta politica e poi, su su, fino all'ultimo organismo che è la Corte Costituzionale".L'ira contro i giudici non è dunque sbollita. Ma almeno il premier fa un mezzo passo indietro sugli insulti a Rosy Bindi: "Mi dispiace, era un momento di delusione. Sulla Bindi è stata una battuta di spirito abbastanza conosciuta e di largo consumo. Andate e vedere gli insulti che hanno fatto a mie ministre che sono persone bravissime e assolutamente diverse da ciò che si vuol far pensare che esse siano con le accuse e gli insulti che sono stati a loro rivolti".
La Bindi, però, non sembra apprezzare le "scuse" e risponde: "Berlusconi peggiora le cose. Invece di prendere le distanze accredita "il largo consumo" di battute e offese verso le donne. Si mette al pari del Bagaglino e delle battute da bar. Conferma che delle donne si deve parlare così e rinviando al confronto con le sue ministre divide anche il campo delle donne: in buone e cattive, belle e meno belle. Un Presidente del Consiglio che non solo non possiede il senso dello Stato e della dignità delle Istituzioni ma neppure la buona educazione e che non ha ancora capito che nelle offese verso di me tutti hanno visto anche la sua costante denigrazione delle regole e della democrazia".

giovedì 15 ottobre 2009

mercoledì 14 ottobre 2009

...citazione...

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti. Primo Levi

martedì 13 ottobre 2009

...da Libero news...ahi, ahi!!


"Democrazia? Ghe pensi mi"

La bocciatura del lodo Alfano non ha intaccato l'ottimismo di Berlusconi che invita gli industriali di Monza alla ribellione: "Voi pensate a produrre, alla democrazia e alla libertà ci penso io". Sei d'accordo?


E' un Berlusconi pirotecnico e per niente abbattuto dalla recente bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale quello che si è presentato davanti agli industriali a Monza. Anzi. Dopo aver ascoltato l'invito di Emma Marcegaglia a "rispettare il presidente Napolitano " che così si rispetta anche l'Italia, il presidente del Consiglio fa vedere a tutti i presenti di che che pasta è fatto e parte all'attacco. La bordata, questa volta, è ad alzo zero, di quelle che non passano inosservate. Il premier Berlusconi si rivolge agli industriali monzesi per invitarli vivamente alla "ribellione" contro "un giornale che getta discredito non solo su di me, ma sui nostri prodotti, sulle nostre imprese, sul made in Italy". Ebbene sì, secondo la logica del premier criticare il governo significa sempre più essere "anti-italiano".Ormai Berlusconi è lanciato e non lo ferma più nessuno. Analogamente a quanto era successo nel suo ultimo intervento telefonico a Porta a Porta: "Abbiamo portato via Roma alla sinistra, confermato la Sicilia e vinto anche in Abruzzo - ha detto il premier - A marzo alle elezioni regionali sono sicuro che avremo un altro grande risultato di conferma della vicinanza dei cittadini a questo governo come confermano tutti i sondaggi. Il governo gode del 54% dei consensi e per quanto mi riguarda personalmente, mi vergogno quasi a dirlo ma non veramente, che ho il 68,7% dei consensi che è un vero record". Immediata la replica del vicedirettore di Repubblica, Massimo Giannini: "È una deriva populista, e peggiorista, che non ha più limiti. Ma benché aberrante, c'è coerenza in questo delirio. Prima arringa gli industriali: rifiutate la pubblicità a questo giornale. Poi accusa il Corsera: sarebbe addirittura 'anti-berlusconiano'. Ora attacca di nuovo Repubblica: è 'anti-italiana'. Viene fuori, incontenibile, la natura illiberale e anti-istituzionale del Cavaliere. Non tollera le critiche della stampa, non accetta le regole della Costituzione . Da uomo politico nega lo Stato, da imprenditore nega il mercato". La polemica è destinata a durare a lungo ma è soprattutto l'ultima frase del premier a preoccupare: "Voi imprenditori pensate al benessere, per democrazia e libertà ghe pensi mi".Solita battuta di un premier che ama ridere e far ridere o l'Italia si sta davvero dirigendo verso un regime autoritario, con una concentrazione di potere nelle mani di un premier e un indebolimento degli organi di controllo? Che ne pensi? -->
commenti: 326

Attualità:
Blog - Petizione per il Tibet
Video - Salvate il Tibet

sabato 10 ottobre 2009

...da Libero news...

Nobel Pace a Obama. "Appello ad agire"

NEW YORK - Il presidente Barack Obama ha detto oggi di essere ''sorpreso'' per il conferimento del Nobel per la Pace e di accettare il riconoscimento ''con profonda umilta'''. ''Accetto questo premio come una chiamata all'azione per tutte le nazioni davanti alle sfide del XXI secolo - ha aggiunto in una dichiarazione nel giardino della Casa Bianca - non lo considero un riconoscimento delle cose che ho fatto, ma piuttosto un'affermazione della leadership degli Stati Uniti''.
''Per essere onesto, non credo di meritare di essere in compagnia di tante figure che hanno cambiato il mondo e che mi hanno ispirato'', ha detto il presidente. Il Comitato per il Nobel aveva spiegato di avere assegnato il riconoscimento ad Obama ''per gli sforzi straordinari nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli'' mettendo in particolare l'accento sulla lotta alla proliferazione nucleare. ''Molto raramente una persona e' riuscita, al pari di Obama, a catturare l'attenzione del mondo e a dare al suo popolo speranza per un futuro migliore''. La notizia della vittoria del Nobel per la Pace ha colto di sorpresa la Casa Bianca. Il portavoce Robert Gibbs aveva reagito 'a caldo' con un email composto di una sola parola 'WOW!' (una esclamazione di sorpresa) prima di svegliare il presidente alle sei del mattino (circa un'ora dopo l'annuncio da Oslo) per comunicare la buona notizia. ''Non pensavo di svegliarmi cosi' stamattina'', ha poi detto il presidente Barack Obama commentando il Nobel per la Pace nel giardino della Casa Bianca. Obama ha detto che una delle figlie ha esclamato ''Papa', hai vinto il Nobel per la Pace e inoltre oggi e' il compleanno del cane Bo''. E l'altra: ''Papa', lo sai che adesso abbiano tre giorni di vacanza?'' (lunedi' e' festivo negli Usa). ''Questo tanto per tenere le cose in prospettiva'', ha aggiunto il presidente con un sorriso.
Il presidente Barack Obama dara' in beneficenza il denaro che ricevera' insieme al Nobel per la Pace, ha annunciato la Casa Bianca. Obama ricevera' l'equivalente di 1,4 milioni di dollari.
Di solito il Comitato del Nobel informa il vincitore con un minimo di anticipo ma stavolta era stato deciso di non dare comunicazioni anticipate (anche per una questione di fusi orari) cosi' la decisione e' giunta alla Casa Bianca come una totale sorpresa. Il Nobel ad Obama ha colto di sorpresa anche il resto dell'America. Scatenando subito i critici del presidente che hanno definita ''prematura'' la scelta del Comitato. ''Obama finora ha fatto la pace solo con Hillary Clinton'', ha osservato con sarcasmo un editorialista del Wall Street Journal. Una osservazione generale e' che Obama rappresenta per adesso solo una speranza ma che sul piano concreto non ha raggiunto molti risultati pratici: dalla minaccia Iran alla pace in Medio Oriente, dall'Iraq alla non proliferazione nucleare il suo lavoro e' solo nella fase iniziale. Col paradosso che la decisione piu' importante, del neo-Nobel per la Pace, potrebbe essere nell'immediato futuro un aumento delle truppe Usa in Afghanistan. L'ex-presidente americano Jimmy Carter ha definito il conferimento del Nobel per la Pace a Barack Obama ''una audace affermazione di sostegno internazionale alla sua visione del mondo ed al suo impegno per realizzarla''. Ma il leader repubblicano Michael Steele ha detto che il riconoscimento e' in realta' solo ''un premio allo star power'' di un presidente che non ha ancora conseguito risultati. Obama e' il terzo presidente Usa in carica a ricevere il Nobel per la Pace. Nel 1906 il riconoscimento era andato al presidente Theodore Roosevelt. Nel 1919 il presidente Woodrow Wilson aveva ottenuto il Nobel per avere creato le premesse della nascita delle Nazioni Unite. Un altro presidente americano, Jimmy Carter, ha ricevuto il Nobel per la Pace ma solo nel 2002, cioe' due decenni dopo avere lasciato la Casa Bianca. Il premio era andato nel 2007 all'ex vicepresidente Al Gore per la sua crociata a favore dell' ambiente. Ma Obama ha battuto ogni record conquistando l'ambito riconoscimento solo nove mesi dopo il suo arrivo alla Casa Bianca. Obama andra' a Oslo il 10 dicembre prossimo a ritirare il premio.

IL PROFILO

- Barack Obama è presidente degli Stati Uniti dal novembre del 2008, dopo una clamorosa vittoria contro lo sfidante repubblicano, John McCain. Obama è divenuto così il primo presidente afroamericano nella storia degli States. La speranza e l'idealismo unificatore sono i grandi temi che hanno richiamato grandi folle ad ogni sua apparizione pubblica, evocando paragoni con Martin Luther King e John F. Kennedy. L'atmosfera intensa dei comizi di Obama, che spinge qualcuno ad ascoltare a mani giunte le sue parole, non è dovuta solo alla sua indubbia abilità oratoria, ma anche al contenuto del suo messaggio.
La promessa di "cambiare" le cose a Washington é per Obama solo il primo passo verso il progetto ben più audace ed ambizioso di "cambiare l'America e poi il resto del mondo". A porlo sulla mappa politica degli Stati Uniti e nel cuore della gente fu uno straordinario discorso alla Convention Democratica del 2004, intitolato 'L'Audacia della Speranzà, dove l'idealismo di stampo kennedyano era esaltato da una oratoria alla King. Nato il 4 agosto 1961 a Honolulu (Hawaii) da un padre di colore (giunto negli Usa dal Kenya con una borsa di studio) e da una madre bianca (nata in Kansas e poi trasferita nelle Hawaii con i genitori) Barack Hussein Obama ha avuto una infanzia instabile: a due anni ha perso la figura del padre (andato via da casa per studiare ad Harvard), a sei anni è finito in Indonesia (col nuovo marito della madre), a dieci anni è tornato da solo nelle Hawaii per vivere con i nonni materni. E' molto bravo a scuola: entra alla Columbia University a New York, lavora come assistente sociale a Chicago, viene accettato alla prestigiosa Harvard Law School. Rifiuta le offerte d'impiego delle corporation di New York per tornare a Chicago per inseguire una missione sociale e anche l'amore: qui vive infatti Michelle Robinson, la ragazza che dopo un paio di anni diventerà sua moglie e la madre delle loro due bambine, Malia e Natasha.
A Chicago svolge opera di assistenza legale per i poveri ed insegna legge. Ma i suoi obiettivi sono più ambiziosi. Nel 1996 viene eletto al Senato dell'Illinois. Nel 2000 si candida al Congresso Usa come deputato ma viene battuto. Nel 2004 ci riprova, stavolta per il Senato Usa, e vince alla grande diventando il quinto senatore nero nella storia del Congresso americano. Nel 2007 alza il tiro candidandosi alla Casa Bianca: l'annuncio ufficiale arriva il 10 febbraio dalla stessa piazza davanti al Campidoglio di Springfield (Illinois) dove Abramo Lincoln quasi 150 anni prima aveva pronunciato uno storico discorso sulla necessità di restare uniti. Un simbolismo perfetto. Il 4 novembre del 2008 la trionfale vittoria che lo porta alla Casa Bianca, da dove, in pochi mesi, rilancia il dialogo con il mondo musulmano, affronta il delicato tema dei rapporti con l'Iran, avvia una intensa campagna contro la proliferazione nucleare, solo per citare i principali temi della sua azione in ambito internazionale.

BERLUSCONI A OBAMA, GIUSTO RICONOSCIMENTO A TUO LAVORO

- ''L'attribuzione del premio Nobel per la pace e' un giusto riconoscimento al tuo lavoro per il rilancio di una politica di cooperazione fra i popoli. Il tuo sogno di un mondo senza armi nucleari e di dialogo tra tutte le nazioni ha riacceso la speranza di un futuro di pace. A nome mio, del mio governo e di tutto il popolo italiano ti esprimo le mie piu' affettuose congratulazioni''. E' il messaggio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al presidente Usa Barack Obama.

...De Andrè rivisitato...!!

Lo chiamavano Bocca Mafiosa
portava l'amore portava l'amore
lo chiamavano Bocca Mafiosa
portava le gnocche a Villa Certosa

appena egli scese in campo
contro le forze della sinistra
tutti si accorsero in un lampo
che era un colluso ed un piazzista

chi fa politica per un ideale
chi se la sceglie per professione
Bocca Mafiosa né l'uno né l'altro
lui per scampare alla prigione

ma la passione spesso conduce
a soddisfare le proprie voglie
a frequentare le minorenni
fino a tradire la propria moglie

e fu così che da un giorno all'altro
Bocca Mafiosa subì l'affondo
degli scoop de La Repubblica
e dei giornali di tutto il mondo

ma tutti gli uomini del Presidente
con una strategia surrettizia
sui tg e nelle televisioni
non diffondevano la notizia.

Si sa che la gente mantiene il silenzio
come Mills fece per l'assistito
si sa che la gente mantiene il silenzio
se tale silenzio è retribuito

così una escort mai stata ministra
che le parole del premier registra
si recò alla procura di Bari
a testimoniare sui loschi affari

e rivolgendosi al Cavaliere
e all'avvocato suo faccendiere
disse "le cose che ho rivelato
saran valutate da un magistrato"

e quelli andarono da "Il Giornale"
e rilasciarono un'intervista:"
quella schifosa c'ha qualche mandante
sicuramente un comunista"

"E arrivarono a diffamarmi
questi cosacchi questi cosacchi
se qualcuno vuole incastrarmi
risponderò con le mie armi"

il senso etico non è una dote
di cui sian colmi i politicanti
ma quella volta a difendere Silvio
non si schierarono tutti quanti.

Dietro al suo culo c'erano tutti
Minzolini, Fede, Gasparri
con una lingua talmente asciutta
che sembravano dei ramarri

ad osannare chi da trent'anni
con le sue imprese, con le sue imprese
ad osannare chi da trent'anni
condiziona tutto il paese

c'era un cartello giallo
con una scritta nera
diceva "candidami alle europee
te la do se mi fai far carriera".

ma gli scandali di Berlusconi
che siano tangenti o che sian condoni
nella Repubblica delle Banane
durano solo due settimane

e all'occasione successiva
con altre zoccole si divertiva
chi ebbe un lavoro chi ebbe una spilla
lui solo in mezzo a tante Brambilla

persino il parroco lo disprezza
per la sua lotta all'immigrazione
lo spot effimero della monnezza
il nucleare, la sicurezza

e con Obama neopresidente
inevitabile è il paragone
a loro un giovane vincente
a noi un maniaco col pannolone!

venerdì 9 ottobre 2009

...da Libero news...

La Consulta: e' illegittimo, serviva legge costituzionale
La Consulta - secondo quanto appreso dall'ANSA - ha bocciato il 'lodo Alfano' per violazione dell'art.138 della Costituzione, vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal 'lodo' per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato). Il 'lodo' è stato bocciato anche per violazione dell'art.3 (principio di uguaglianza). L'effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.
La decisione della Corte Costituzionale di dichiarare l'illegittimità del 'lodo Alfano' é stata presa a maggioranza, secondo quanto apprende l'ANSA da fonti qualificate. Il 'verdetto' della Corte costituzionale sarà ufficializzato a breve dalla Consulta con un comunicato.

IL COMUNICATO DELLA CONSULTA

Da Palazzo della Consulta è stato diffuso il seguente comunicato: "La Corte costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimità costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma"
Le motivazioni della decisione della Corte si conosceranno solo tra qualche settimana, quando il giudice relatore, Franco Gallo, le avrà messe nero su bianco per poi sottoporle nuovamente al voto dei giudici in camera di consiglio. La decisione è stata presa a maggioranza con uno scarto - secondo quanto si è appreso - che sarebbe stato di 3 voti (9 per la bocciatura e 6 contro). In sostanza - viene spiegato da fonti qualificate - la Corte ha dichiarato illegittimo il 'lodo Alfano' perché, nel sospendere con legge ordinaria i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato, ha creato una differenziazione di trattamento tra cittadini (violazione art.3 della Costituzione) che può essere compiuta solo con una legge costituzionale (art.138). La Corte ha quindi accolto le più importanti questioni di legittimità sollevate dai magistrati di Milano dinanzi ai quali il premier è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills e per reato societari nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset. La Consulta ha invece dichiarato inammissibile il terzo ricorso, proposto dal gip di Roma, chiamato a decidere se archiviare (come chiesto dalla procura) su Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.

LE REAZIONI: BOSSI, 'ANDIAMO AVANTI', PER IL PDL E' 'UNA SENTENZA POLITICA'

''Andiamo avanti, non ci piegano''. Umberto Bossi, prima di entrare in una riunione del gruppo della Lega, commenta cosi' la decisione della Consulta sul Lodo Alfano. E parla del suo incontro, concluso poco fa, con Silvio Berlusconi. ''Nemmeno lui vuole le elezioni anticipate - dice - L'ho trovato forte e questo mi ha fatto molto piacere, l'ho trovato deciso a combattere''. ''Se si ferma il federalismo facciamo la guerra'', ha concluso il leader della Lega.
E' una sentenza politica, ma il presidente Berlusconi, il governo e la maggioranza continueranno a governare come, in tutte le occasioni dall'aprile del 2008, hanno richiesto gli italiani con il loro voto". Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente del Consiglio, interviene così, con una nota, sulla decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'incostituzionalità del Lodo Alfano.
Gli fa eco Fabrizio Cicchitto: ''E' incontestabile che la Corte Costituzionale ha rovesciato la sua precedente impostazione. L'unica spiegazione di questo cosi' profondo cambiamento della sua dottrina sulla materia regolata dal lodo Alfano deriva da un processo di politicizzazione della Corte che si schiera sulla linea dell'attacco al presidente Berlusconi'': cosi' il presidente del gruppo del PDL alla Camera. ''Ma il presidente, forte dell'appoggio di cui gode nel Paese - aggiunge - continuera' a governare affrontando a viso aperto processi imbastiti sulla base dell'uso politico della giustizia. E' evidente che questo deliberato della Corte da' un contributo al deterioramento della dialettica politica nel nostro Paese considerando anche il sicuro uso strumentale che di esso verra' fatto. In questa vicenda - conclude - dovra' far sentire la sua voce quella che sappiamo essere la maggioranza del popolo italiano''.
"La Corte, un tempo costituzionale, da oggi non è più un organo di garanzia, perché smentendo la sua giurisprudenza ha emesso una decisione politica che non priverà il Paese della guida che gli elettori hanno scelto e costantemente rafforzato di elezione in elezione": è il giudizio del presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri. "E' una giornata buia per i valori della legalità - ha aggiunto Gasparri - e che segna il tramonto di una istituzione che ha obbedito a logiche di appartenenza politica e non a valutazioni di costituzionalità. Il governo andrà avanti mentre chi ha tradito la propria funzione di garanzia non cancellerà la volontà democratica del popolo italiano".
''Le sentenze si rispettano, ma possono essere criticate. E in questo caso deve essere criticata durissimamente''. Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL. ''Si tratta infatti - prosegue - di una sentenza sconvolgente, nel senso letterale del termine poiche' sconvolge i precedenti orientamenti della Corte Costituzionale. E' cioe' sconvolgente rispetto alla sentenza del 2004 sul lodo Schifani, che viene radicalmente contraddetta e il cui estensore, giova ricordarlo, e' attualmente il presidente della Consulta. Ed e' sconvolgente riguardo alle valutazioni del presidente Napolitano, rese note al momento di autorizzare la presentazione alle Camere del lodo Alfano, all'atto della promulgazione, e ribadite in risposta alle polemiche inscenate sul sito di Beppe Grillo''.
Gasparri, Quagliariello e Carlo Rossella, presidente di Medusa, sono giunti a Palazzo Grazioli, residenza romana del premier Silvio Berlusconi. Al momento in via del Plebiscito insieme al Cavaliere sono rimasti il sottosegretario Paolo Bonaiuti e il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto. Mentre il Sottosegretario Gianni Letta, aveva lasciato Palazzo Grazioli una ventina di minuti prima.

IL PD, RISTABILITA UGUAGLIANZA. DI PIETRO, IL PREMIER SI DIMETTA

''Mi pare che la decisione metta un punto fermo e dica che senza una legge costituzionale Berlusconi e le alte cariche sono cittadini come tutti gli altri e sono tenuti a sottoporsi a giudizio. Berlusconi continui a fare il suo mestiere sapendo che deve andare a sentenza''. Pier Luigi Bersani commenta cosi' la decisione della Corte Costituzionale sul lodo Alfano.
La Consulta ha "ristabilito il principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge". Lo ha detto il segretario del Pd, Dario Franceschini, commentando la sentenza della Corte costituzionale sul Lodo Alfano. "Il supremo organo di garanzia del nostro ordinamento, la Corte Costituzionale - ha detto Franceschini a Montecitorio - ha semplicemente ristabilito il principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Tutti siamo uguali davanti alla legge - ha concluso - anche i potenti".
Il lodo Alfano "é incostituzionale. E noi lo abbiamo detto subito, sin da quando ci riunimmo a piazza Navona in migliaia per gridare allo scandalo su questa legge che Berlusconi si è fatto per sistemare i suoi processi. Già allora, ci rivolgemmo al capo dello Stato per pregarlo di non firmare questo scempio di incostituzionalità e immoralità". Lo afferma il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano. "Allora rimanemmo stupiti - aggiunge Di Pietro - che il capo dello Stato, non solo firmò il Lodo, ma dichiarò che lo faceva non per dovere, ma perché lo riteneva del tutto costituzionale". "Spero che da oggi, alla luce della decisione della Consulta - conclude - il presidente del Consiglio la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta dall'incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare: l'imputato. E spero che il presidente della Repubblica, d'ora in poi, non sia così frettoloso nel firmare provvedimenti incostituzionali e immorali".

mercoledì 7 ottobre 2009

http://chiaraequapolis.forumattivo.com/

...eccomi qui, venerdì 9/10, a completare un post con un titolo "piazzato" il 7/10- : gli ultimi avvenimenti, gli strascichi che seguono una battaglia- pur vinta- hanno ridotto il tempo a mio disposizione per coltivare le mie passioni: e così ho potuto esplorare il nuovo forum- a volo d'uccello- legiucchiando qua e là i testi in esso inseriti; mi riprometto di approfondire appena possibile i temi contenuti: per il momento mi congratulo con l'ideatore e sottolineo la crescita di un movimento d'opinione che mi auguro abbia un effetto dirompente nel panorama politico attuale, ormai stagnante e ripiegato su se stesso.

domenica 4 ottobre 2009

"Home" di M. Bublè

Another summer day
has come and gone away
In Paris and Rome
but I wanna go home

Maybe surrounded by
a million people I
still feel all alone
I just wanna go home
I miss you, you know

And I've been keeping all the letters
that I wrote to you,
Each one a line or two
I'm fine baby, how are you?
I would send them but I know that it's just not enough
My words were cold and flat
And you deserve more than that

Another aeroplane, another sunny place
I'm lucky, I know...
but I wanna go home
I've got to go home

Let me go home

I'm just too far
From where you are
I wanna come home


And I feel just like I'm living
someone else's life
It's like I just stepped outside
when everything was going right
And I know just why you could not come along with me
This was not your dream
but you always believed in me...

Another winter day
Has come and gone away
in either Paris or Rome
and I wanna go home
Let me go home

And I'm surrounded by
A million people I
still feel alone
Let me go home
Oh, I miss you, you know
Let me go home

I've had my run
baby, I'm done
I've gotta go home

Let me go home

It'll all be alright,
I'll be home tonight
I'm coming back home

(dedicato a chi ha vinto la battaglia per la vita.)