1) Il governo Trump prova un forte sentimento di odio per l’Europa.
Ha iniziato a dircelo il vicepresidente Vance immediatamente dopo l’insediamento, quando durante il suo viaggio in Europa ha sostenuto che la nuova amministrazione americana considera l’Unione Europea più pericolosa della Russia.
L’ha infine ribadito metà governo nella chat incriminata, quando in privato hanno chiaramente espresso la loro avversione verso il vecchio continente.
Ma perché esiste questo risentimento verso di noi?
Ne abbiamo già parlato, ma brevemente possiamo dire che ci sono almeno tre motivazioni: la prima parte dalla storia degli Stati Uniti, ovvero una nazione coloniale nata dopo una guerra contro un paese europeo.
La seconda vede la sua origine nell’ideologia reazionaria e neofascista di una parte del nuovo governo Usa (il suprematismo bianco unito al fondamentalismo religioso evangelico), che chiaramente vede la socialdemocratica Europa come una nuova sodoma e gomorra.
La terza infine, quella che viene richiamata nella chat, fa capo alla presunta natura “parassitaria” dell’Europa, ovvero parte dal presupposto che i paesi europei stiano approfittando degli Stati Uniti, non pagando le spese militari che invece sono in capo agli Usa.
Questo ultimo aspetto in effetti è vero: l’Europa spende (per fortuna adesso possiamo dire "spendeva") molto poco in difesa e armi.
Ma tale dato di fatto nasce da un preciso accordo, anche se implicito, preso all’indomani della fine della seconda guerra mondiale tra Europa e Stati Uniti.
Questi ultimi avevano infatti bisogno di alleati per bloccare l’avanzata del comunismo nel mondo.
L’Europa ha così accettato di allearsi con gli Usa e di sostenerne le posizioni contro il blocco sovietico, ma in cambio di questo accordo le spese militari e gli oneri della difesa andavano in capo agli Usa.
Adesso la situazione è cambiata e gli Usa non vogliono più pagare?
Va benissimo.
Ma se gli Usa rompono l’accordo che esisteva per quanto gli compete, anche l’Europa è liberissima di rompere la sua parte di accordo e perciò terminare l’alleanza con gli Usa.
D'altronde, se l'Europa deve tornare a spendere per la sua difesa, è liberissima di decidere lei per chi e come farlo.
Questa quindi è la prima grande lezione: con l’amministrazione Trump e le sue posizioni politiche, non esiste più nessuna ragione per portare avanti una alleanza con gli Usa.
E’ ora di andare avanti e guardare altrove.
2) tutto questo succede però anche per un ulteriore motivo: la nuova amministrazione americana è piena oltre che di fanatici sovranisti e religiosi, anche e soprattutto di persone definibili come minimo “incapaci”.
Si va dal ministro della sanità no-vax, alla ministra dell’istruzione che esce dalla federazione del wrestling, per arrivare al segretario alla difesa, il quale lavorava precedentemente come conduttore di un programma televisivo di Fox News.
Peraltro, il problema della chat privata da cui origina questa considerazione, nasce esattamente da questo punto: l'incapacità e l'approssimazione di alcuni membri del governo americano.
E questa è la seconda grande lezione: alla guida degli Usa in questo momenti ci sono molti fanatici impreparati.
3) Il ruolo di Trump: anche se può sembrare strano il presidente degli Stati Uniti alla fine non è ne il più ideologizzato, ne il più estremista della compagine governativa.
Da questo punto di vista le parole nella chat del vicepresidente Vance sono chiarissime: emerge in tutta la sua chiarezza il suo dissenso verso l’aiuto che Trump voleva offrire all’Europa con l’attacco militare.
Vance quindi non l’avrebbe fatto e con lui erano in accordo anche gli altri membri della chat.
Questa è la terza grande lezione: dentro l’amministrazione Usa ci sono tante persone, anche in ruoli apicali, molto più estremisti e antieuropei di Trump.
4) Il ruolo del vicepresidente Vance.
L’attuale comportamento del vicepresidente è completamente diverso da quello tenuto da tutti i vicepresidenti che l’hanno preceduto.
Che io ricordi, mai prima d’oggi si era visto un vicepresidente così attivo nell’amministrazione quotidiana del paese.
Fino a Vance, i vice del presidente erano delle figure quasi separate sia dal presidente che dalla attività di governo vera e propria.
Tanto è vero che avevano una struttura di supporto a se stante e responsabilità completamente diverse e relegate alla mera attività di rappresentanza.
Con Vance tutto questo è cambiato.
Non solo si occupa attivamente di promuovere e guidare la politica estera, come abbiamo visto con il suo viaggio in Europa, arrivando addirittura a promuovere sua moglie al rango di rappresentante diplomatica attiva anche se non ufficiale, sostituendo di fatto la vera first lady, ovvero la moglie di Trump.
Ma come mostra la chat privata, ha un ruolo attivo anche nell’attività di governo ordinaria.
Tornando all’oggi, non è quindi un caso che all’indomani della pubblicazione del piano di pace per l’Ucraina, Zelensky abbia telefonato immediatamente non a Trump, ma bensì proprio a Vance, qui https://www.agi.it/.../generali-usa-attesi-mosca--34301838
Questa è quindi la quarta grande lezione: non sappiamo se Trump sia nella pienezza dei suoi poteri o se sia in qualche modo sotto “tutela” da parte del gruppo dei “maga”, ma detto questo una cosa è certa, ovvero che nella nuova amministrazione conta tantissimo anche il vicepresidente Vance.
La sua importanza nel governo ha ad oggi una rilevanza che non si era mai vista prima (a parte forse e in tono comunque minore, il Dick Cheney del primo governo Bush Jr)
E come detto nel punto tre, il vicepresidente è meno amico dell’Europa di Trump.
Queste a grandi linee sono le principali lezioni che abbiamo imparato leggendo il contenuto della chat privata dell'amministrazione americana, assieme alle varie azioni portate avanti dal governo maga in questi mesi.
Last but not least, con il piano di pace ucraino ora in discussione.
E queste lezioni, per noi europei, rappresentano anche una sfida vera e propria, in quanto ci dicono che l'Unione Europea e i suoi componenti, sono ormai considerati dal governo Usa tra i suoi principali avversari, assieme alla Cina.
Sapremo affrontare questa sfida, che incide sia sul nostro futuro che sulla nostra libertà?
Se guardiamo alla politica italiana la risposta, sia a destra che a sinistra, è chiaramente negativa.
Se però volgiamo lo sguardo al nord Europa, vediamo un continente che anche se lentamente, decisamente troppo lentamente, si muove e prova a reagire.
Staremo a vedere, consapevoli che comunque il futuro non sarà per nulla facile, dal momento che svolte culturali, militari e diplomatiche come quella che stiamo vivendo, necessitano di decenni per trovare un equilibrio.
Viviamo in un mondo distopico e sempre più illiberale.
Comprenderlo è solo il primo passo.
E in Italia, intesa come sistema paese, non abbiamo fatto nemmeno quello.
Massimo Fontana.


Nessun commento:
Posta un commento