venerdì 21 novembre 2025

... una resa come pace! ...

𝐔𝐜𝐫𝐚𝐢𝐧𝐚. 𝐋𝐚 𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐫𝐝𝐨: 𝐥’𝐄𝐮𝐫𝐨𝐩𝐚 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐚𝐮𝐝𝐞 𝐞 𝐬𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐫𝐞 

Il #buongiorno di Giulio Cavalli 

 Il nuovo piano per l’Ucraina arriva come un promemoria del mondo che ci aspetta: la pace è un brand, l’accordo è un ricatto, la giustizia un optional. A Kiev lo hanno ricevuto in silenzio, costretti a fingere che sia una base negoziale mentre a Washington e Mosca si spartiscono il lessico della “fine della guerra” come fosse un affare immobiliare. Lo schema ricorda qualcosa di già visto: una zona grigia calata sulle macerie, un consolidamento dei rapporti tra uomini forti che parlano la stessa lingua, quella dell’estorsione geopolitica. Trump si presenta come mediatore, ma la sua proposta è la copia carbone delle richieste russe sin dal 2014: cessione di territori, esercito dimezzato, armi riconsegnate. A Kiev lo definiscono «piano assurdo» e «inaccettabile», ma la dipendenza dagli Stati Uniti trasforma ogni protesta in un sussurro formale. Nel frattempo Putin non parla, osserva. La morsa funziona: l’Ucraina può solo scegliere il ritmo della propria umiliazione. In Europa ci raccontano che il problema è la “guerra ibrida” russa, utile per distribuire patenti di putinismo ai giornalisti non allineati. Eppure l’unico vero ibrido qui è quello tra Trump e Putin: accordi annunciati come “storici” che blindano sfere d’influenza e aprono corridoi estrattivi su un paese stremato. L’Unione europea resta ai margini, il solito due di picche. L’Italia si accontenta della parte comoda: farsi fotografare mentre rivendica la solidarietà, anche se la pace che applaude è la resa di un popolo. Peccato che tutto questo non abbia niente a che fare con la diplomazia: è la versione aggiornata del ribasso. Una non-pace costruita per mettere tutto a posto tranne la vita degli ucraini. 
E per consegnarci, ancora una volta, alla geopolitica dei padroni del vapore.
Il presunto patto segreto tra USA e Mosca, che interviene per ridefinire gli assetti strategici in Europa senza consultare i partner, è l'atto finale di un fallimento e certifica la nostra totale irrilevanza strategica. Dov'è l'Europa, guidata oggi da forze di destra (anche estreme), in quel patto? Ehm, spoiler: non c'è. @Meloni, @Salvini, la vostra retorica è stata molto più che una semplice bugia politica. È stata un atto di abdicazione morale. Ci avete venduto l'illusione che un'Europa a trazione destra, con la vottoria di Trump, sarebbe stata la nostra salvezza. Ci avete promesso forza, ricchezza e rispetto. Questo opportunismo servile non ci ha arricchiti, ci ha solo reso doppiamente poveri. Partiamo dalla povertà economica, dall'illusione di un facile accesso al potere americano che ci ha condotto a una incertezza sistemica. Le politiche isolazioniste e le minacce commerciali hanno afflitto le nostre aziende e indebolito il commercio globale da cui dipendiamo. E parliamo anche dell'impoverimento culturale accettando di normalizzare e silenziare la volgarità, la misoginia e l'estremismo in nome di di un presunto tornaconto geopolitico, avete abbassato lo standard etico del dibattito pubblico e facendo ciò avete sacrificato la dignità culturale della Nazione. E il risultato strategico è sotto gli occhi di tutti, l'Europa è oggi indebolita, costretta a subire le decisioni unilaterali di un leader per il quale AMERICA FIRST senza se e senza ma. Non siamo alleati, siamo merce di scambio, umiliati dal fatto che le sorti del continente si decidano senza di noi. Questo Governo ha barattato l'etica, la dignità e la sovranità italiana ed europea per mero servilismo ideologico. Avete accettato l'abbraccio politico con un personaggio i cui standard etici sono inaccettabili. Questo non è sovranismo, questa non è politica. Questa è la svendita del nostro onore nazionale e culturale. Questo è vassallaggio istituzionale. 

 Lucia Coluccia.

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