giovedì 31 gennaio 2019

... gymnopédie ...

... in questa fine di gennaio sento di più l'incedere del tempo e la nostra fragilità: il mio Amore è a letto con una brutta tosse e con brividi di freddo ed io, mentre resisto inopinatamente ai malanni di stagione, ho il mio ginocchio sinistro che mi ricorda, se ce ne fosse bisogno, le mie debolezze ... ... come sempre mi aiuta la mia curiosità, ed ecco la mia nuova scoperta: Etienne de la Boétie ...

mercoledì 30 gennaio 2019

... un altro passo ...

... un altro passo avanti nell'annosa causa per ottenere l'intera proprietà del mio alloggio di San Giorio ... ora resta il nodo Bellando, ma lo supereremo!

domenica 27 gennaio 2019

... 27/1/1945 ...

Massimo Ulivelli Cos’è la dignità umana dovrebbe ricordarlo chi imprigiona e uccide ogni giorno il popolo palestinese, gli taglia l’acqua, impedisce la pesca,distrugge le piantagioni di olivo, distrugge le case,spara con i cecchini e bombarda quando cazzo gli pare
 Totó Nikolaj Dovrebbe anche ricordarlo lo stato d'Israele di estrema destra assassino di palestinesi innocenti e ladro di terreni

 ... è doveroso ricordare in questo giorno i crimini orrendi commessi dal nazifascismo ai danni della popolazione ebrea, ma non si possono certo scordare, ed i commenti citati lo sottolineano con crudezza, le intollerabili atrocità commesse dai soldati israeliani nei confronti dei palestinesi ... evidentemente immemori del dolore patito dai loro padri!

venerdì 25 gennaio 2019

... rinnovo ...

... OK, antivirus rinnovato, un altro anno protetto ... magari bastasse inserire un codice per proteggersi dai malanni che incontreremo nel corso dell'anno!

giovedì 24 gennaio 2019

... Guido Rossa ...

“Pur consapevole dei pericoli cui andava incontro, non esitava a collaborare a fini di giustizia nella lotta contro il terrorismo”: così recita la motivazione della medaglia d’oro al valore civile con cui fu insignito Guido Rossa, operaio e sindacalista all’Italsider di Genova Cornigliano, iscritto al Pci, assassinato quarant’anni or sono da un commando brigatista, mentre stava entrando in auto per recarsi a lavoro. L’episodio che gli costò la vita fu la denuncia del brigatista Francesco Berardi, suo compagno di lavoro all’Italsider: volantini di propaganda e di rivendicazione di atti compiuti dalle Br erano stati ritrovati in più occasioni vicino alle macchinette del caffè della fabbrica; Guido Rossa, in particolare, aveva notato, in coincidenza con il ritrovamento di quei fogli, la presenza di Berardi vicino alle macchinette. Il 24 ottobre 1978 Rossa e i colleghi avevano rotto gli indugi: l’armadietto del sospettato venne aperto e dentro si trovano risoluzioni strategiche e altri volantini con la stella a cinque punte. Subito arrestato, Berardi era stato condannato a quattro anni di reclusione, proprio grazie alla testimonianza in tribunale di Guido Rossa. La denuncia di Rossa contro un brigatista infiltrato è la prima che avveniva dalla loro formazione e rischiava di costituire un pericoloso precedente per cui le Brigate Rosse decisero di reagire. La prima ipotesi fu quella di catturarlo e lasciarlo incatenato ai cancelli della fabbrica, con appeso un cartello infamante, in una sorta di gogna intimidatrice. Tuttavia, questa ipotesi di azione venne scartata, poiché giudicata irrealizzabile; si decise quindi la gambizzazione. Il 24 gennaio 1979 alle 6:35 del mattino, Guido Rossa uscì dalla sua casa in via Ischia 4 a Genova per recarsi al lavoro con la sua Fiat 850. Ad attenderlo su un furgone Fiat 238 parcheggiato dietro cerano Riccardo Dura, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi. I brigatisti gli spararono uccidendolo. Era la prima volta che le Brigate Rosse decidevano di colpire un sindacalista organico alla sinistra italiana e all’omicidio seguì una forte reazione di partiti, sindacati società civile, specie quella legata al partito comunista: al funerale, cui parteciparono 250.000 persone, presenziò il Presidente della Repubblica Sandro Pertini in un’atmosfera molto tesa. Dopo la cerimonia Pertini chiese di incontrare i “camalli”, cioè gli scaricatori del porto di Genova. In proposito, Antonio Ghirelli, all’epoca portavoce del Quirinale, ha raccontato che il Presidente era stato avvisato che in quell’ambiente c’era chi simpatizzava con le Brigate Rosse, ma che Pertini rispose che “proprio per quello li voleva incontrare”. Entrato, dunque, nel grande garage pieno di gente, Pertini, racconta ancora Ghirelli, “saltò letteralmente sulla pedana” e con voce ferma disse: “Non vi parla il Presidente della Repubblica, vi parla il compagno Pertini. Io le Brigate Rosse le ho conosciute: hanno combattuto con me contro i fascisti, non contro i democratici. Vergogna!”. Ci fu un momento di silenzio, poi un lungo applauso. La salma di Rossa venne infine tumulata presso il cimitero monumentale di Staglieno. L’omicidio di Rossa segnò una svolta nella storia delle Brigate Rosse, che da quel momento non riuscirono più a trovare le stesse aperture nei confronti dell’organizzazione interna del proletariato di fabbrica. In effetti, proprio per la delicatezza dell’obiettivo, si era stabilito che il sindacalista dovesse essere punito, non con la morte, ma solo con la gambizzazione. Ipotesi questa, che sembra essere confermata dalle perizie e dalle successive testimonianze: Vincenzo Guagliardo, il componente del commando che esplose tre colpi calibro 7,65 alle gambe con una Beretta 81, ha raccontato che, a gambizzazione avvenuta, Riccardo Dura, capo della colonna genovese delle Brigate Rosse, dopo essersi allontanato con gli altri brigatisti dal luogo dell’operazione, era tornato indietro per esplodere l’ultimo colpo, quello che aveva ucciso Guido Rossa. L’autopsia rivela infatti che su Rossa furono esplosi quattro colpi alle gambe e uno solo mortale al cuore. Guagliardo aggiunse che il giorno dopo, ai compagni che chiedevano spiegazioni sull’accaduto, Dura s’era giustificato affermando che le spie andavano uccise. In piena notte, il 28 marzo 1980, i carabinieri del generale Carlo Alberto dalla Chiesa irruppero nell’importante base brigatista genovese di via Fracchia a Genova. L’azione si concluse con un violento conflitto a fuoco che provocò la morte dei quattro brigatisti presenti, tre militanti clandestini delle colonne genovese e torinese e la giovane proprietaria dell’appartamento, oltre al ferimento del maresciallo dei carabinieri Rinaldo Benà. Le modalità dell’irruzione e l’esatta dinamica dei fatti rimasero non del tutto chiari e suscitarono polemiche, facendo sorgere dubbi sull’operato dei carabinieri e sull’effettiva necessità di uccidere tutti i brigatisti sorpresi nell’appartamento. Tanto che nel 2017 la Procura di Genova riaprì le indagini sull’uccisione di Riccardo Dura, che sembra fosse stato ucciso con un colpo alla nuca e, dunque, deliberatamente giustiziato. La perizia medico legale Celesti-Franchini assevera che il capo della colonna genovese morì in tempi e con modalità diverse dai suoi compagni: quelli caddero sotto i colpi dei fucili a pompa che ne devastarono i corpi, lui fu ucciso, invece, da un solo colpo di pistola, sparato dall’alto in basso e da una distanza superiore ai trenta centimetri e meno di un metro. Il corpo del Dura non venne identificato immediatamente e si diffuse la notizia che il quarto uomo fosse Luca Nicolotti. A svelare il nome di Dura, il 3 aprile 1980, con una telefonata anonima all’Ansa, furono le stesse Brigate Rosse. Il perché Riccardo Dura possa essere stato “giustiziato” in via Fracchia è domanda suggestiva e dà la stura ad affascinanti ipotesi complottistiche, specie se la sua tragica fine venga messa in relazione con quella di Guido Rossa. Non meno suggestivo è chiedersi dove sia fuggito Lorenzo Carpi, autista del commando brigatista in via Ischia, che nonostante le pesanti condanne, non è mai stato arrestato e neppure rintracciato; se sia stato aiutato e da chi, nella sua lunga, permanente latitanza.

lunedì 21 gennaio 2019

... adieu ...

... avevo conservato due chiavi dell'appartamento, ormai venduto, in cui avevo vissuto con i miei fino all'ora felicissima del mio matrimonio ... oggi me ne sono sbarazzato, non senza conservarne un'immagine, un'immagine che è simbolo di un passato chiuso per sempre!

... eclissi di luna ...

... spettacolo imperdibile della nostra "compagna" celeste ...

sabato 19 gennaio 2019

... Matera 2019 ...

19 gennaio 2019
Matera, città antichissima e unica al mondo, è capitale della Cultura 2019. Dal 1993 i Sassi e l'habitat rupestre sono stati riconosciuti dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità. "Abbiamo compiuto una lunga marcia: siamo partiti dall'essere la vergogna nazionale per diventare, oggi, Capitale europea della Cultura". Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera, ha citato la frase di Palmiro Togliatti, in visita ai sassi nel 1948 e, alla fine del suo intervento alla cerimonia di apertura di Matera 2019. "Oggi - ha aggiunto De Ruggieri - la città acquisisce la consapevolezza di rappresentare l'Italia nel mondo. E' stato il collante sociale che ha vissuto il protagonismo di una competizione, di una sfida. La nostra storia testimonia una comunità meridionale che ha speranza, ha fiducia. E' la scommessa di un meridionalismo vincente. A Matera, ci sono le condizioni per questo. La nostra è un esempio di fiducia, non di rassegnazione e di assistenzialismo". Alla Cava del Sole, 2019 musicisti di differenti bande musicali hanno aperto la giornata inaugurale davanti a un pubblico numeroso. Dalle 18,50 alle 19,55, su Rai 1 in Eurovisione (anche in HD sul Canale 501), la cerimonia “Matera 2019 – Open Future”, un grande e unico evento di arte, musica, spettacolo, tradizione e creatività, ospitato in una delle cornici più suggestive del mondo. Alla serata saranno presenti il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli. Conduttore d’eccezione sarà Gigi Proietti. Il quartiere dei Sassi, e precisamente Piazza San Pietro Caveoso, sarà il set naturale e artistico di una performance collettiva in cui confluiranno decine e decine di "brass band" provenienti da tutta Europa, dalla Basilicata e da molte nazioni mediterranee.

... e siamo a dieci ...

(ANSA) - PARIGI, 19 GEN - Gilet gialli, atto X. A due mesi dalla prima mobilitazione di sabato 17 novembre, le diverse anime del movimento tornano in piazza a Parigi e provincia, nonostante il grande dibattito nazionale avviato dal presidente Emmanuel Macron per canalizzare la rabbia della classe media. Su Facebook, il corteo che segna maggiore adesione partirà dall'Esplanade des Invalides di Parigi, dove centinaia di gilet gialli hanno cominciato a convergere. L'idea è comporre un grande anello giallo di 15 km lungo le strade della capitale. Previsto anche un servizio d'ordine interno, con 90 uomini, contro i 50 della scorsa settimana. Altre manifestazioni sono previste vicino agli Champs-Elysées e in Place de la République. Sempre in Place de la République un gruppo di giornalisti si è riunito questa mattina sotto alla statua della Marianna repubblicana per dire "stop alle violenze" contro i media. Oltre alla capitale, proteste dei gilet gialli sono previste a Lione, Bordeaux, Lilla, Béziers e Tolosa.

venerdì 18 gennaio 2019

... artrosi? ...

... ahi, ahi!! nel pomeriggio visita dal medico di base per un persistente dolore al ginocchio sinistro ... sarà artrosi? Urge risonanza magnetica!!

mercoledì 16 gennaio 2019

... JAN ...

... 50 anni da quel 16 gennaio, un ragazzo, Jan Palach ed il suo gesto estremo di ribellione che attraversa i secoli e resta inciso nella mente e nel cuore di ogni uomo libero o che tenda alla libertà!

martedì 15 gennaio 2019

... stanchezza ...

... una gamba che fa male, la visita dal dentista, un bel po' del pomeriggio sotto le coperte ... una giornata di ordinaria stanchezza ...

lunedì 14 gennaio 2019

... Pavel ...

Pavel Adamowicz è morto. Il sindaco della città polacca di Danzica è stato accoltellato ieri sera durante un concerto benefico destinato a raccogliere fondi per un'organizzazione che finanzia l'acquisto di attrezzature ospedaliere. Adamowicz, 53 anni, è sindaco di Danzica dal 1998: è stato rianimato sul luogo dell'attacco prima di essere trasportato in ospedale, dove è stato operato al cuore. Aveva lesioni al diaframma e agli organi della cavità addominale, non ce l'ha fatta nonostante l'operazione ed è morto nella tarda mattinata di oggi. L'aggressore, un 27enne residente a Danzica, è stato subito fermato dalle guardie di sicurezza. Non ha opposto resistenza. Adamowicz era un personaggio molto popolare, tra gli esponenti più in vista dell'opposizione al governo ultra - conservatore di Jaroslaw Kaczynski. "Assoluta e totale condanna di ogni forma di violenza, una preghiera per il sindaco assassinato e un pensiero alla sua famiglia e al popolo polacco, un popolo pacifico e amico", è il commento di Matteo Salvini. "Il sindaco di Danzica pugnalato perché esprime idee. I nostri pensieri sono con lui e con la sua comunità in queste ore drammatiche, difenderemo sempre il diritto di esprimere le opinioni contro la cultura dell'odio e della violenza", ha scritto su Twitter Nicola Zingaretti. (Unioneonline/L)

domenica 13 gennaio 2019

... finalmente!! ...

... finalmente il delinquente Cesare Battisti è stato catturato: ora si spera che la giustizia italiana faccia il suo corso!!

sabato 12 gennaio 2019

... dedicato ...

... dedicato a te Marco, e forse un giorno lo leggerai ... ci sono per te nonni che si occupano solo di torte e di compleanni, fatti di nascosto, e nonni che ti accudiscono giorno per giorno e ti festeggiano ogni momento della loro attuale vita: sono certo saprai discernere quali di questi sono veri e quali sono i fasulli ... ... tuo nonno Renato ...

... 20 anni fa ...

MILANO - Si è spento nella notte Fabrizio De André, stroncato da un tumore a 58 anni. Il cantautore genovese è morto alle 2.30 all'Istituto dei Tumori di Milano, dove era ricoverato da qualche tempo. Per volontà dei familiari, non sarà allestita una camera ardente in ospedale perché non desiderano che vi siano visite alla salma prima dei funerali, o comunque prima del trasferimento a Genova, che avverrà dopodomani, a conclusione delle procedure burocratiche. Nel pomeriggio la famiglia ha fatto sapere che la cerimonia funebre si terrà mercoledì alle 11.30 nella Basilica di Santa Maria Assunta in Carignano a Genova. I familiari tengono a sottolineare che i funerali saranno pubblici perché "Fabrizio appartiene non solo alla famiglia, ma a tutti quelli che lo hanno amato". Al capezzale del cantautore, accanto al figlio, c'erano la moglie Dori Ghezzi e la figlia Luvi. "Papà è morto serenamente" ha detto Cristiano. "Gli eravamo accanto, gli stringevamo le mani". Da anni musicista come il padre e spesso suo collaboratore nei concerti e nelle registrazioni, Cristiano era riuscito come gli altri congiunti a mantenere uno stretto riserbo sulla malattia di Fabrizio. Ma da diverse settimane la voce che il cantautore fosse gravemente malato si era diffusa nel mondo della musica leggera. In autunno lo stesso De André aveva pubblicamente annunciato con un comunicato la rinuncia ai concerti già programmati, spiegando di dover essere curato perché affetto da più di una ernia del disco. "La malattia era stata scoperta a fine estate" ha detto Cristiano. "Abbiamo sperato nelle cure, ma putroppo non c'è stato niente da fare: le condizioni di papà erano gravi". Era nato a Genova, nel quartiere della Foce il 18 febbraio del 1940. Figlio di genitori della borghesia agiata ma legati a una famiglia di solido patrimonio, De André è stato uno studente pigro fermatosi a due esami dalla laurea in legge che ha avuto tra i suoi amici di sempre Paolo Villaggio, Luigi Tenco, Gino Paoli. E Paolo Villaggio, uno degli amici d'infanzia, lo ricorda in maniera scarna, ma profonda, quasi volesse sottrarsi alla retorica che circonda talvolta la morte di personaggi celebri. "Era intelligente, geniale, allegro, spiritoso, squinternato, un po' vanitoso, snob: non era triste, come voleva l'immagine pubblica che gli avevano dipinto addosso. Era un anarchico, grande poeta". Anche Villaggio, come De André, era figlio di buona famiglia, e i due erano cresciuti insieme. "I nostri genitori erano molto amici" racconta l'attore "si vedevano spesso e insieme andavamo in vacanza, in montagna, in un paese vicino a Cortina d'Ampezzo, al mare, in campagna". Crescendo, l'amicizia d'infanzia s'era consolidata anche in virtù di una "comunanza ideale e caratteriale". "Avevamo caratteri simili" prosegue Villaggio "eravamo tutti e due squinternati, entrambi 'pecore nere' delle rispettive famiglie. Abbiamo cominciato insieme a lavorare facendo intrattenimento sulle navi della Costa Crociere, c'era anche Berlusconi. Negli anni non abbiamo mai smesso di vederci, andavamo in barca insieme, ci piaceva far da mangiare insieme". Paolo Villaggio, in questo periodo a Milano con il suo spettacolo, racconta di non essere mai andato a trovare l'amico in ospedale: "Non me la sono sentita di vederlo così. E neppure a lui andava. Per chi non crede nel paradiso, la morte è solo vuoto". "Dolore, in questo momento, non lo si prova" confessa l'attore "si è shoccati. Dolore lo si prova per la propria morte, per quella della moglie... Sento il vuoto che si percepisce quando scompare una persona intelligente". Villaggio vuole ricordare De André come "un grande poeta più che un cantautore.Le canzoni che più mi piacciono sono quelle che abbiamo scritto insieme: Carlo Martello è la preferita". "Una perdita dura, durissima", dice Franz Di Cioccio, membro storico della Pfm, nel parlare della scomparsa di De André. "Non ci sono parole adatte per commentare la scomparsa di un grande come lui, uno dei più grandi in assoluto. E' difficile dire qualcosa...". De André e la Pfm avevano suonato in una celebre tournée alla fine degli anni 70 i cui momenti migliori sono raccolti nei due volumi Fabrizio De André in concerto. Uno "spartiacque fondamentale" nella musica italiana: così Renzo Arbore definisce Fabrizio De André, "il primo" spiega "a coniugare felicemente la semplicità della musica popolare con la raffinatezza dei testi". Il merito di De André, secondo Arbore, è stato quello "di rivolgersi senza mediazioni ma anche senza compromessi a un pubblico in grado di apprezzarlo, soprattutto in virtù della costante semplicità delle melodie, come nel caso della Storia di Marinella, tutto basato su due soli accordi". Questa caratteristica ne ha fatto il padre "di molti epigoni che invece ai compromessi si sono poi piegati e che" aggiunge Arbore "mi piacerebbe che oggi, a differenza di come hanno fatto con Battisti, con la scusa del silenzio e della privacy, ne riconoscessero il ruolo". Diversa, per Arbore, "la seconda fase musicale di De André, quella che comincia con Creuza de ma: lì ha mescolato i generi attingendo alle radici folk della musica della sua terra. E' stata" conclude Arbore "un'ulteriore lezione del grande cantautore, uno dei pochi per cui valga davvero la pena di spendere la parola poeta". "Un grande poeta ci ha lasciato. Siamo tutti più tristi" sono le parole con cui Beppe Carletti, leader dei Nomadi, ricorda de André. "Non conoscevo benissimo De André, ma ho suonato tantissime volte le sua canzoni, come tutti negli anni 60" spiega Carletti. "Lui era un grande, uno che non metteva mai in fila le cose: quello che aveva da dire lo diceva. Con Guccini, è stato il più grande della sua generazione". (11 gennaio 1999)

mercoledì 9 gennaio 2019

... 30 anni fa ...

... quasi 30 anni fa l'uccisione di Jerry Assan Masslo, agli inizi dell'ondata migratoria che oggi mette allo scoperto la nostra incapacità d'integrazione ...

domenica 6 gennaio 2019

... auguri!! ...

... finalmente una buona notizia: gli 80 splendidi anni di un grandissimo della musica e dello spettacolo ... Auguri Adriano!!!

... sveglia!! ...

... allora mon cher Macron, hai capito o no che aria tira? ...

... Vergogna!!! ...

Nonostante le discussioni degli ultimi giorni, che ultimamente hanno coinvolto anche alcuni membri del governo italiano, le due navi gestite dalle ong Sea Watch e Sea Eye rimangono nel mar Mediterraneo in attesa di sapere dove sbarcare le 49 persone che hanno salvato in mare e che hanno a bordo. Sea Watch 3, con a bordo 32 persone tra cui 3 minori non accompagnati, 2 bambini piccoli e un neonato, si trova in mare da quindici giorni; Sea Eye, con a bordo 17 persone, si trova in mare da una settimana.

 ... e questa è la nostra Europa? Un accozzaglia di paesi egoisti e privi di scrupoli, incapaci di assumersi la responsabilità di un salvataggio umanitario doveroso!! votare per questa europa? Per mandare al comando altri incapaci ed ignoranti? No, grazie!!

... Epifania ...

... ed ecco l'ultima delle feste di fine anno, festa sacra e profana insieme ...

mercoledì 2 gennaio 2019

... Luna 1 ...

Il 2 gennaio 1959, Luna 1, divenne il primo oggetto costruito dall'uomo a raggiungere la velocità di fuga della Terra. Il 3 gennaio, quando raggiunse la distanza di 119.500 km dalla Terra, rilasciò una grande nube (1 kg) di gas di sodio, che trasformò la sonda nella prima cometa artificiale della storia. La nube, visibile sull'oceano Indiano per qualche minuto, fu fotografata da Mstislav Gnevyshev. Questo esperimento servì a studiare il comportamento dei gas nel vuoto. Luna 1 sfiorò la Luna, passandole a 5.995 km il 4 gennaio dopo 34 ore di volo e si inserì in un'orbita eliocentrica tra Marte e la Terra. La strumentazione di bordo era formata da un rivelatore a scintillazione, un contatore Geiger, un magnetometro, un rilevatore Cherenkov e un rilevatore di micrometeoriti.

martedì 1 gennaio 2019

... tantò ...

... un regalo graditissimo, nero, simbolo di forza e determinazione, di buon auspicio per il nuovo anno, da parte del mio amico Luigi ...

... 2019 ...

... è iniziato il nuovo anno, e nel migliore dei modi, in compagnia dei nostri amici intorno ad una tavola imbandita ...