martedì 18 novembre 2025
... Corradino Mineo ...
“Mi sembra che stiano emergendo scandali legati alla corruzione, poi coinvolgono il governo ucraino. Quindi non vorrei che con quei soldi dei lavoratori, dei pensionati italiani si andasse ad alimentare ulteriore corruzione". Ha ragione il compagno Salvini? Basta armi a Kiev? I soldi usiamoli per il ponte sullo stretto? Nella finanziaria c’è troppo poco per sanità e scuola, niente contro il caro vita, zero per la ricerca. È vero che dovremmo pensare al futuro dei nostri figli.
Ma alzando la testa oltre i confini, non vedete il rischio di tornare indietro di 80 anni? A una Europa spartita tra Russia e Stati Uniti, che avevano vinto la guerra? Già oggi Fico e Orban, Ungheria e Slovacchia, spalleggiano Putin. I Presidenti eletti quest’anno a Praga e Varsavia sono anti illuministi e anti europei. La guerra in Ucraina serva a questo, a ricostruire un’area di influenza russa, dalla Georgia ai confini tedeschi. E gli Stati Uniti ne approfittano per dominare l’Europa occidentale. Non più per combattere il “comunismo”, e senza più spendere un soldo in piani Marshall, ma per imporre dazi, drenare capitali oltre oceano, per favorire monopoli esentasse, controllare dati, ricerca, spazio, grande distribuzione. E per azzerare ogni autonoma dell’Europa.
La spartizione del mondo venne giustificata nel 1945 con la “colpa” (italiana, giapponese e tedesca) di aver scatenato la guerra, invaso Urss e Cina, sterminato milioni di ebrei, rom, disabili, anti fascisti. La Germania perse per questo la sua unità, milioni di tedeschi vennero deportati, la loro colpa fu sepolta a Norimberga. Al Giappone toccarono Hiroshima e Nagasaki, processi per crimini di guerra e la riduzione dell’impero a stato vassallo. L’Italia fu considerata sconfitta, nonostante l’orgoglio della Resistenza. Subì l’esodo giuliano dalmata, fu riempita di spie e di armi americane. In cambio, il mondo ebbe le Nazioni Unite con il compito di evitare nuove guerre. Ma i vincitori si tennero stretto il diritto di veto in Consiglio di Sicurezza.
In questi 80 anni gli Stati Uniti hanno sostenuto l’insediamento di coloni europei in Palestina, invaso il Medio Oriente con l’alibi della guerra al terrore, sterminato un milione di indonesiani, promosso colpi di stato in Iraq e Cile, usato il napalm in Vietnam. La Russia ha invaso Ungheria, Cecoslovacchia, Afghanistan, difeso il macellaio Assad, mandato mercenari della Wagner in Africa, invaso Georgia e Ucraina. La “colpa” nel 2015 non è più europea. E l’Onu, paralizzata dai veti, sta per essere smantellata.
Ma -dirà parte dell’opposizione- l’Ucraina ha il battaglione Azov con insegne naziste, ha oligarchi voraci come i russi, e se è stata aggredita è vero che la NATO, distrutta l’Urss, ha proseguito ad avanzare verso est, fino ai confini con Mosca. Ed è pure vero che l’Ucraina, non avendo avuto nell’ottocento e nel novecento lunghi periodi di indipendenza, somiglia ancora troppo alla Russia. Come è un fatto che gli Stati Uniti, dopo la nascita dell’euro, abbiano spinto l’Europa verso est, per farne un mercato e una frontiera. Non un soggetto politico ed economico autonomo. Fu sbagliato non appoggiare Gorbaciov, un errore lasciare la Russia a Eltsin e oligarchi, sbagliato aprire l’Europa ai paesi del patto di Visegrád, e imperdonabile non indurre l’Ucraina a cercare a ogni costo la pace con Mosca, dopo la sconfitta russa nel 2023 a Kiev e Karkhiv
Ma ora il problema che si pone è quello della nostra indipendenza. Che si può declinare soltanto in Europa. Se non ci si vuole ridurre a un paese per Salvini e Orban, statisti che appoggiano il genocidio di Israele, brandiscono la croce contro il sud e l’est del mondo, trasformano i migranti in clandestini, spingono i clandestini verso le mafie e poi ne approfittano per ridurre libertà e diritti ai migranti, poi ai figli, poi a tutti.
Ma per declinare in Europa una qualche indipendenza, si dovrebbe reagire alla minaccia economica americana e a quella militare russa. Non finanziare la NATO, ma provvedere alla difesa di cieli e dati sensibili europei. Investire in ricerca e infrastrutture pubbliche di ricerca, scegliere uno sviluppo più sostenibile, comprare in Cina se conviene. Non appoggiare oligarchi o Zelensky, ma attrarre in Europa una Ucraina libera, con Karkhiv e con Odessa. E rifondare l’Europa, con il metodo delle cooperazioni rafforzate e sulla base dei principi di tolleranza, libertà, uguaglianza. Fuori Orban e Fico.
La lotta degli operai, dei contadini, dei giovani ribelli è sempre stata per il pane e le rose. Il pane, cioè sanità, scuole, salari, pensioni. Le rose, diritti e libertà. Trump impone dazi al mondo senza un voto del congresso. Vuole prendersi il Venezuela, senza far votare deputati e senatori, dicendo di combattere i narcotrafficanti. Usa dipartimento della giustizia, guardia nazionale, marines contro un nemico interno, che chiama pro-pal, anti americani, comunisti. Una torsione autoritaria mai vista prima, nemmeno col maccartismo. Putin chiama “operazione speciale una guerra che dura da 4 anni, nasconde centinaia di migliaia di morti, fa uccidere Politkovskaja e Navalny, arricchisce capitalisti mafiosi, perseguita chi è omosessuale.
Giorgia Meloni, che si tiene stretto Salvini, che ama il fascista spagnolo Abascal, e fa la scema in Campania cantando “chi non salta comunista è”, sta trasformando l’Italia in una repubblica delle banane, un paese pronto a baciare il deretano di Trump, ad accogliere armi e petrolio americani, a moltiplicare allevamenti intensivi e cemento, a tornare al diesel e avvelenare colline, città e convalli. A chiamare “violenti” i giovani che manifestano per la Palestina, riempire le carceri di poveri e il Mediterraneo di cadaveri. Eppure Meloni sopravviverà al nulla della sua politica se parte delle opposizioni continuerà a con credere nell’Europa, a pensare “ma dell’Ucraina a me che importa”, a dispiacersi per Gaza ma ad affidarla a Trump “perché Biden era peggio di lui”. Magari a sostenere che “il primo problema è la sicurezza” anche se i reati diminuiscono e l’Italia ha un tasso di omicidi tra i più bassi in Europa,12 volte inferiore a quello degli Stati Uniti.
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