venerdì 28 agosto 2009

...da Facebook...usque tandem!...


EDITORIALE
Insabbiare
di EZIO MAURO

Non potendo rispondere, se non con la menzogna, Silvio Berlusconi ha deciso di portare in tribunale le dieci domande di Repubblica, per chiedere ai giudici di fermarle, in modo che non sia più possibile chiedergli conto di vicende che non ha mai saputo chiarire: insabbiando così - almeno in Italia - la pubblica vergogna di comportamenti privati che sono al centro di uno scandalo internazionale e lo perseguitano politicamente. E' la prima volta, nella memoria di un Paese libero, che un uomo politico fa causa alle domande che gli vengono rivolte. Ed è la misura delle difficoltà e delle paure che popolano l'estate dell'uomo più potente d'Italia. La questione è semplice: poiché è incapace di dire la verità sul "ciarpame politico" che ha creato con le sue stesse mani e che da mesi lo circonda, il Capo del governo chiede alla magistratura di bloccare l'accertamento della verità, impedendo la libera attività giornalistica d'inchiesta, che ha prodotto quelle domande senza risposta. In questa svolta c'è l'insofferenza per ogni controllo, per qualsiasi critica, per qualunque spazio giornalistico d'indagine che sfugga al dominio proprietario o all'intimidazione di un potere che si concepisce come assoluto, e inattaccabile. Berlusconi, nel suo atto giudiziario contro Repubblica vuole infatti colpire e impedire anche la citazione in Italia delle inchieste dei giornali stranieri, in modo che il Paese resti all'oscuro e sotto controllo. Ognuno vede quanto sia debole un potere che ha paura delle domande, e pensa che basti tenere al buio i concittadini per farla franca.
Tutto questo - la richiesta agli imprenditori di non fare pubblicità sul nostro giornale, l'accusa di eversione, l'attacco ai "delinquenti", la causa alle domande - da parte di un premier che è anche editore, e che usa ogni mezzo contro la libertà di stampa, nel silenzio generale. Altro che calunnie: ormai, dovrebbe essere l'Italia a sentirsi vilipesa dai comportamenti di quest'uomo.
(28 agosto 2009)
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mercoledì 26 agosto 2009

La morte di Ted Kennedy...da Libero news.


E' MORTO TED KENNEDY, OBAMA: "HO IL CUORE INFRANTO"

WASHINGTON
- Il senatore Edward Kennedy é morto oggi. Il fratello di John e Bob Kennedy aveva 77 anni ed era malato da tempo di un tumore al cervello. Lo riferisce la Cnn. Ted Kennedy si e' spento nella notte nella sua casa di Hyannis Port, in Massachusetts. ''Abbiamo perso il centro insostituibile della nostra famiglia e della luce gioiosa della nostra vita, ma l'ispirazione della sua fede, ottimismo e perseveranza vivra' nei nostri cuori per sempre'', si legge in un comunicato della famiglia citato dalla Cnn. ''Ringraziamo tutti coloro che gli hanno dato assistenza nell'ultimo anno, e tutti quelli che lo hanno accompagnato nella sua incessante marcia per il progresso verso la giustizia''. Edward, soprannominato ''Ted'', era il piu' giovane fratello di John, il presidente ucciso nel novembre 1963 a Dallas, e Roberto - detto ''Bob'' - assassinato nel giugno 1968 a Los Angeles mentre era in corso per la nomination democratica per le presidenziali. Le sue aspirazioni per la Casa Bianca vennero messe alla prova nel '69, quando in un incidente stradale mori' la sua assistente, Mary Jo Kopechne. Il senatore era alla guida, ma lascio' la scena dell'incidente e non avverti' le autorita' fino al giorno dopo. Ted si candido' alle primarie democratiche nel 1980 contro il presidente Jimmy Carter, ma non ebbe successo.

BARACK OBAMA, HO IL CUORE INFRANTO

WASHINGTON
- Il presidente statunitense Barack Obama ha dichiarato oggi di avere il "cuore infranto" per la morte del senatore Edward "Ted" Kennedy."Michelle ed io abbiamo il cuore infranto nell'apprendere della morte del nostro caro amico Ted Kennedy", ha detto Obama, che si trova in vacanza a Marthàs Vineyard, sulla costa est degli Stati Uniti, non lontano da Hyannis Port, dove si è spento il senatore democratico. "Un capitolo importante della nostra storia si è chiuso. Il nostro Paese ha perduto un grande leader che ha raccolto il testimone dei suoi fratelli uccisi, divenendo il più grande senatore americano dei nostri tempi", ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti.

GEORGE W. BUSH, FIGURA DI GRANDE PROFILO

Anche l'ex presidente Usa, il repubblicano George W. Bush, si unisce al coro di cordoglio per la morte di Ted Kennedy, "una figura di grande profilo". "Mia moglie ed io siamo profondamente rattristati nell'apprendere che Ted Kennedy ha perso la sua coraggiosa battaglia contro il cancro. Anche se non ci siamo trovati d'accordo su molte questioni, ho sempre rispettato il suo risoluto e costante servizio per il pubblico. Tanto che ha ricevuto un premio dalla fondazione Bush", ha detto Bush citato dalla Cnn. "Ted Kennedy è stata una figura di grande profilo nel Senato degli Stati Uniti, un leader che ha risposto alla chiamata al dovere per circa 47 anni, e la cui morte chiude un capitolo straordinario nella storia del Senato stesso", ha aggiunto Bush.

NAPOLITANO, MERITA OMAGGIO DI TUTTO MONDO LIBERO

ROMA
- "Scompare un grande protagonista della vita pubblica americana, un combattivo e coerente interprete del ruolo del Congresso degli Stati Uniti, presidio da sempre di quella dialettica democratica e di quelle garanzie di libertà che hanno dato forza e prestigio al paese. In questo senso la figura di Ted Kennedy ha lasciato un'impronta profonda e merita l'omaggio di tutto il mondo libero". Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa la notizia della scomparsa del senatore Ted Kennedy.
"La speranza è ancora viva, ed il sogno non morirà mai"
-Ted Kennedy-

lunedì 24 agosto 2009

...da Piero Lanaro...su Skype

Renato ti invio questa prima parte dell'intervento, adesso inizierò a riflettere sulla seconda e più corposa.
Ciao Arturo,in un incontro che teniamo regolarmente a San Giorio abbiamo riflettuto sul sito “DD Piemonte” e sulla nostra attività politica comune.
Abbiamo pensato che, secondo noi, il sito dovrebbe essere disegnato in questo modo:
1)Titolo / Denominazione del progetto - Presentazione e cosa si propone2)Percorso di sviluppo del progetto3)Organizzazione / regolamento
Se ad esso fossero affiancati altri progetti, questo diventerebbe un capitolo (link/riga) tra tutti I progetti un capitolo della attività globale.
Altre nostre riflessioni:
* Non si possono creare regolamenti / organizzazioni vuote, non legate ad un discorso politico, le regole dovrebbero viaggiare insieme, nascendo dalla riflessione politica o seguire, bisognerebbe, inoltre, ragionare e scrivere su quei punti nelle Organizzazione generale, perché non rimanga una struttura vuota o su qualsiasi proposta che diventa percorso comune.*Sarebbero da preferire incontri reali sul territtorio, per maggiore comprensione[23/08/2009 15.39.39] PIERO LANARO: renè ti invio[23/08/2009 15.40.59] PIERO LANARO: renè ti invio la prima parte / introduzione della pagina Presentazione e finalità del progetto politico
Questo nostro mondo presenta degli squilibri e delle ingiustizie incomprensibili ed incompatibili con un'idea di progresso sostenibile e generalizzato.
La fame di milioni di persone, le guerre, la mancanza dei beni e diritti primari, le ingiustizie, la distruzione sistematica dell'ambiente è il nostro modo di vivere con gli esseri umani e con il pianeta.
Il disastro ambientale può, se non correggeremo per tempo la nostra rotta, portarci alla invivibilità del pianeta, con sofferenze grandissime per il genere umano e l'impossibilità di vivere in un mondo di giustizia e diritti.
E nella vivibilità ambientale dobbiamo comprendere l'equilibrio tra la popolazione, la suddivisione delle risorse, tra flora, fauna e le risorse agricole e d'allevamento degli uomini.
Per una gestione comune e globale di questo equilibrio riteniamo urgente che vi sia un governo mondiale dei popoli e cittadini che si faccia carica dei diritti / doveri e della gestione delle risorse.
Riteniamo che l'ONU, possa ottemperare a questo scopo con le dovute e radicali modifiche della sua organizzazione:
Con l'elezione diretta da parte dei cittadini dei suoi rappresentanti, con deleghe ritirabiliiCon l'eliminazione del diritto di veto Con la modifica del suo statuto, con deliberazione di un potere esecutivo e giudiziario, con norme sanzionatorie che rendano effettive le regole dateCon la modifica del nome da Organizzazione nazioni unite, in Governo dei popoli uniti. Il creare una rete con organizzazioni simili sarebbe uno dei primi passi da compiere, per dare più forza al movimento ed alle sue azioni di pressione sui governi e di informazione alle popolazioni.
Un altro punto nodale è la crescita di una cultura diffusa e di un movimento d'opinione, per cui la maggioranza dei cittadini conoscano, con chiarezza e semplicità e facciano loro questi progetti,
La struttura dovrebbe muoversi in campo internazionale -- europeo -- locale (regionale e nazionale).
N.B. Rimane da scegliere, assieme, un nome per rendere riconoscibile il progetto, anche sul / sui blog e siti[23/08/2009 18.29.55] PIERO LANARO: Renè se riesco gli darò un'occhiata anch'io così ne parliamo Ciao Piero saluti di nuovo ad Elisa
http://www.apiceuropa.com/wp2/?p=1786
http://www.centrodirittiumani.unipd.it/a_temi/riformanu.asp?menu=temi
http://www.taurillon.org/Unione-africana-Unione-europea-e
http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=20060813125053
http://www.agi.it/il-punto-su/notizie/riforma-onu-terzi-qualcosa-si-muove
http://www.esteri.it/MAE/IT/Politica_Estera/Organizzazioni_Internazionali/ONU/La_Riforma.htm
http://www.unimondo.org/Notizie/Il-ruolo-dell-Europa-nella-riforma-dell-ONU-e-delle-istituzioni2
http://www.politicheinnovazione.eu/index.htm

Notiziole di poco conto...

Ieri sera, alle 19 circa, la nostra amica è venuta a riprendersi "il magico trio"- rex, kikko e la scatenata nerina; dopo i saluti e gli abbracci, con l'intesa di rivederci prestissimo, abbiamo toccato con mano il vuoto che ci avevano lasciato questi tre esserini, capaci di conquistarsi un posto importante nel nostro cuore: ancora più incomprensibile, per noi, l'agire di quei subumani che abbandonano o maltrattano queste creature...maledetti, maledetti da Dio per le loro azioni perverse.

Stamane, dopo una inutile trafila d'ufficio, nella speranza di un esenzione su esami, a cui evidentemente non abbiamo diritto-ma gli appassionati di footing con invalidità, allora?, abbiamo fatto un po' di spesa al supermercato, Lidl, per la precisione. L'avvicinarmi a questo esercizio commerciale mi provoca sempre un po' di ansia, da quando, un giovedì, eravamo stati letteralmente assaliti da una zingara, piazzatasi a balcone sul nostro carrello, in cerca di pecunia. Questa volta, in ambascie per la mancanza del fatidico euro per lo sblocco del carrello, me lo sono visto offrire da una donna con un bimbetto attaccato alla sottana rossa, lunga fino a terra.
Le ho donato l'inutile 50 cent. che tenevo in mano e ho superato le porte scorrevoli.
Ad acquisti caricati in macchina, ho restituito l'euro, mentre il ragazzino, con qualche colpo di tosse, si trastullava con i depliants pubblicitari, a terra, vicino al deposito dei carrelli.
Ho avuto una stretta al cuore, per quella donna, per quel bambino, per questo mondo, in cui si lascia convivere miseria e spreco, nell'indifferenza più totale:
Si, io sono colpevole di questo, siamo tutti colpevoli di questo stato di cose: ma non possiamo andare avanti così! La decenza, la pura e semplice decenza, il nostro status di umani ci chiede di fare qualcosa, prima che sia troppo tardi...

sabato 22 agosto 2009

...da Facebook...senza vergogna...

Polemiche per l'applicazione messa su facebook all'inizio dell'estate
Responsabile il figlio di Bossi. Obiettivo: far sparire le barche in arrivo con un click
Ma sul sito della Lega impazza il gioco "Rimbalza il clandestino"
di MARCO PASQUA
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Mentre l'ennesima strage di migranti in mare suscita sdegno e sgomento, su Facebook gli internauti leghisti si divertono a far sparire con un clic le barche con gli immigrati a bordo. Vince chi riesce a rimandare indietro più extracomunitari. Ogni volta che un barcone viene respinto, si viene avvisati con il suono di una campanellina. Si chiama "Rimbalza il clandestino", ed è un'applicazione sviluppata all'inizio di questa estate e disponibile sulla pagina ufficiale su Facebook della Lega Nord. Da qui può essere condivisa e pubblicizzata su ogni profilo. Ad amministrare la pagina del Carroccio è il figlio di Umberto Bossi, Renzo, classe 1988, affiancato nell'opera da Fabio Betti, un altro leghista doc. Proveniente dal movimento dei giovani padani, Betti è legato da un'amicizia non solo virtuale a Renzo, ed è stato spesso definito come l'"uomo facebook" del Carroccio. E' lui a pubblicare link, notizie e ad aggiornare la bacheca. E, all'inizio di giugno, si è presentato come l'ideatore di "Rimbalza il clandestino". "Abbiamo deciso di puntare molto sull'interattività e sulla Rete - aveva spiegato, introducendo l'applicazione interattiva - cercando di coinvolgere, scherzosamente, i giovani, e di sensibilizzarli su quello che, in realtà, è un fenomeno reale che affligge le nostre coste". E chissà se, insieme all'amico Renzo, immaginava che la realtà di questi giorni avrebbe potuto drammaticamente superare l'obiettivo del suo giochino virtuale. L'applicazione, che ha anche una pagina di fan, è introdotta da poche righe di spiegazione: "L'obiettivo di questo gioco è mantenere il controllo dei clandestini che arrivano in Italia". Su una schermata viene raffigurata la nostra penisola, insieme a delle boe e dei salvagenti. Ovviamente nessuno riceverà mai alcun salvagente, perché l'unico scopo del giocatore è quello di far sparire la barca apparsa all'improvviso, cliccandoci sopra con il mouse, da una fino a cinque volte. I punti che si ricevono per ogni imbarcazione colpita dipendono dalle sue dimensioni: uno per quelle più piccole, fino ad un massimo di cinque. Gli sbarchi avvengono lungo tutte le coste, anche quelle della Liguria. Una barra, in alto, tiene traccia delle imbarcazioni rimandate indietro: "Se la barra sarà al massimo - spiegano le istruzioni - vorrà dire che avrai dimostrato la tua bravura e potrai passare al prossimo livello". Più si va avanti, e più i "nemici" da respingere si moltiplicano. Perde chi non riesce a far sparire abbastanza barconi. In questo caso si riceve il classico messaggio di "game over", accompagnato da un invito a ritentare la fortuna: "Prova ancora. Vedrai che la prossima volta riuscirai a dimostrare di essere un vero leghista".
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Altro gioco che si inserisce nella campagna leghista dell'estate per coinvolgere i giovani internauti nelle sue iniziative virtuali è "Converti il comunista": lo scopo è quello di trasformare il "triste e logoro comunista in un felice leghista". Perché la conversione sia portata a termine, bisogna "illuminare" il comunista con il Sole delle Alpi, il simbolo racchiuso nel contrassegno della Lega Nord. Nel fare ciò, si dovrà fare attenzione ai pomodori che Veltroni e Franceschini tireranno contro la persona da convertire.

giovedì 20 agosto 2009

Fiona Diwan, giornalista


CARO DIARIO : DA OGGI SONO SENZA LAVORO
REAL LIFE "Il mio ex status: uno stipendio da dirigente, benefits vari, assicurazione sanitaria. Ma anche due figlie a carico, un mutuo e molta solitudine. E adesso?"
di Fiona Diwan (*) Ex direttore di Geo Italia e Gulliver ex condirettore di Flair. Il suo diario/libro sarà pubblicato tra pochi mesi.

"L'ad le vuole parlare" Milano. 20 Gennaio. Non riesco ancora a rendermene conto. Mi hanno licenziato da una settimana. L'incredulità prevale per parecchio. È così che succede, mi dicono. Shock. Confusione. La fenomenologia del rifiuto (e un licenziamento è di fatto un rifiuto) è identica, si tratti di lavoro o di un fidanzato. Prima cerchi il tuo errore, vai a vedere cosa hai fatto di sbagliato. E quando capisci che stavolta tu non c'entri nulla, che non si trattava di te ma del fatto che c'è una crisi - la peggiore da 70 anni a questa parte - e che tu ci sei finita dentro, perdono quattrini e devono tagliare i costi per non chiudere, be', monta la rabbia. Di fatto resta la percezione di un'infamia: la tua lealtà e professionalità ridicolizzate, la passione per il compito che ti era stato affidato svilita. Non ci sono parole per descrivere lo smarrimento, il lutto per la perdita del lavoro. Da 26 anni sono una giornalista e da dieci dirigo periodici. Ho 49 anni e una donna-dirigente-licenziata a questa età rientra statisticamente nei soggetti socialmente deboli, i più a rischio in fatto di riassorbimento. Ma la verità è che io adoro il mio lavoro ed è la cosa che di gran lunga so fare meglio, fatta eccezione forse per un paio di ricette della cucina mediorientale che ho imparato da mia madre. Potrei in effetti ripiegare su un ristorante. Ma due ricette non bastano. Addio veloce: consegno cellulare e pc. Sono una mamma single Prendo le mie ultime cose dall'ufficio, compio i gesti di rito, restituisco computer, chiavi e telefonino, come è di prassi in questi casi. Tutti sono imbarazzati, si sentono in colpa, io vado, loro restano. Li sollevo con una risata, ostento un ottimismo che non ho. La mia ex segretaria mi mette in mano un regalo d'addio, una piantina di peperoncino: "Ti auguro di continuare a essere vitale, bruciante, potente come questi spicchi di peperoncino", mi dice. Scappo per non commuovermi. Non serve. Arrivo a casa in lacrime. Cerco di nascondermi in camera da letto e aspettare che passi. Niente. Le mie ragazze - ho due figlie di 16 e di 13 anni- mi abbracciano e poiché il pianto è contagioso, si alza un lamento degno di un coro greco. Mi lascio coccolare e insieme le tranquillizzo, mi faccio forza, non voglio che sentano il morso dell'incertezza, il senso della precarietà che già mi serpeggia dentro. Sono l'unico sostegno economico della famiglia, faccio da madre e da padre, cuore, ragione e portafogli, il poliziotto buono e quello cattivo. Il loro stato di solidale empatia non durerà a lungo. Pochi giorni, una settimana: poi torna a prevalere l'energia vitale dell'adolescenza. Finita la burrasca rieccole al solito quotidiano. Unica novità, la mamma in casa. Uffa, e adesso come faccio a stare per ore su facebook, a farmi risolvere i compiti di matematica al telefono dal compagno secchione, a guardare SouthPark per un intero pomeriggio? Passeranno altre due settimane e il licenziamento assumerà ai loro occhi i tratti di una malattia degenerativa. Perdita progressiva di libertà (la loro), riduzione della paghetta che è stata dimezzata, congelamento fino a nuovo ordine dell'acquisto del motorino. Mi accorgo che per loro, per gli adolescenti, lo status professionale dei genitori è una questione di identità: "Mamma, adesso sei una sfigata senza impiego? Siamo sfigate anche noi?". Posso fare quello che voglio: ma cosa voglio? Resto in silenzio. Dopo giornate piene di determinazione e ottimismo, ho smesso di telefonare a colleghi, editori, direttori di altri giornali. Lo sto facendo da un mese. Uso tutte le forze per non farmi annientare. Una volta che ti si insinua dentro, l'incertezza non ti lascia più, mi dice Silvia, un'amica a cui è toccata la mia sorte: impari a dormirci insieme e a conviverci. Ecco, ci sono dentro. Dentro la disoccupazione, dentro le giornate che non hanno più un ritmo, dentro la possibilità di non fare nulla, di lasciarmi scorrere. In fondo non ho più obblighi, posso fare finalmente tutto quello che voglio. Ma che cosa voglio? Gli amici sono una coperta straordinaria. Li conti nel momento del bisogno. I miei ci sono tutti. Li incontro in un bar del centro per un tè o caffè: si piange, si parla, si ride, ci si scambiano notizie e gossip sul mondo giornalistico. Qui incontro mio cugino Miro, che mi coccola allungandomi un libro a suo avviso salvifico, Le leggi dell'attrazione: il pensiero crea e attrae, crea un campo magnetico intorno a noi, mi dice, dentro il quale finiscono i nostri desideri profondi. Il pensiero crea la realtà. Sarà: nel frattempo apprezzo il calore, la sua iniezione di gioia e ottimismo. La raffinata eccentricità di Miro mi spinge alla Libreria Scientifica in via Visconti di Modrone (20% di sconto su tutti i libri, da sempre): qui compro la biografia di Marina Cvetaeva di Viktoria Schweitzer. Sono mesi che la cerco. Torno al caffè e la divoro in un'ora. Un amico al giorno toglie la tristezza di torno. Domani pranzerò con Magda, Sofia e Rosella al Ristorante Lifegate, in via Orti: è una mecca dei disoccupati, un posto crisis-friendly, menu a prezzo fisso 10 euro all inclusive: riso venere e branzino, straccetti di manzo e crema di ceci con cous cous di verdure, caffè, acqua. Ogni giorno scopro qualcosa di nuovo sulle cose che si possono avere gratis. Pianifico la mia giornata tutto gratis: Ore 11.00. Vado a vedere la mostra dei Post Impressionisti a Palazzo Reale. Ore 13,30. Vado alla colazione su invito in un negozio in Via Montenapoleone che presenta la sua nuova linea. Ore 17.00. Ascolto la conferenza al Teatro Dal Verme su Precarietà ed Ebraismo, di Chaim Baharier, eccellente talmudista, matematico e psicanalista. Ore 20,30. Chiudo la giornata al Conservatorio. Il concerto in programma prevede musiche di Mendelssohn e Brahms. Ho resistito tutto il giorno ma adesso le note di Mendelssohn danno il via libera a un torrente di lacrime. Qual è l'età dell'oro? Un amico artista, Massimo Kaufmann, mi ha invitato in studio a vedere la sua ultima serie di quadri: Golden Age, li ha chiamati, l'età dell'oro. Ma quell'oro non c'è più, l'hai capito anche tu, vero Fiona?, mi dice, i suoi quadri celebrano un mondo che muore, quel mondo in cui siamo cresciuti e che è finito, finito l'Eldorado, c'eravamo dentro e non lo sapevamo. È bello starsene così a chiacchierare con un amico a mezzogiorno. Mi sembra di avere vent'anni, quando avevo davanti praterie di tempo. Mi si chiarisce sempre di più il fatto che questa crisi ha il passo radicale di una rivoluzione, segna l'inizio di un'epoca nuova: lavorare il triplo, guadagnare la metà, non andare mai in pensione, non avere nessuna certezza. La fine della classe media. L'attrazione del low cost Il frigo è vuoto. Devo stare nel budget. Brandisco il carrello della spesa. Agguanterò solo il 3X2, gli yogurt della Repubblica Ceca che costano meno (e sono superlativi), la pasta da 60 centesimi al chilo, la pummarola da 40 centesimi a scatola. Vietatissimi i prodotti bio, il prezzo è sempre più proibitivo. Mi avvio: mele stark a 0,80 al chilo. Vedo i kiwi in offerta: sono miei. Le zucchine verde chiaro, quelle rotonde: 3 euro per tre zucchine? Passo. Le puntarelle: sono di stagione, a quelle non rinuncio. Ne agguanto due pacchi, 6,45 euro. E poi la carne, petti di tacchino e carne trita formato famiglia, il tripudio del low cost, niente pasta fresca. Giro l'angolo più pericoloso: tome, pecorini, i francesi. Al largo. Dimenticavo il reparto toiletries: un dentifricio, 3 euro. Sono perplessa: è tanto o è poco? Punto direttamente ai surgelati, lì i prezzi corti si moltiplicano. Osservo il mio carrello. Mi guardo in giro, che cos'hanno gli altri nei loro? Vedo pezzi di vitello rosei, confezioni di ravioli freschi al tartufo e ricotta. Sospiro. No, noi non siamo quello che compriamo anche se tutto congiura per far coincidere l'essere con lo spendere. Tuttavia, irrimediabilmente, quello che metto nel mio carrello somiglia a ciò che sono in questo momento. Tutto è basico, low, sotto tono. Senza nemmeno deciderlo, agguanto la bottiglia di Sauternes, torno indietro, punto ai formaggi francesi. Sorrido. Ho risparmiato su tutto, mi dico. Conto: 80 euro. Il mio budget ne prevedeva 40. Sì, per favore, ditemi sì Una settimana concitata. Faccio il giro completo dei templi dell'editoria milanese. Li incontro praticamente tutti: amministratori delegati, mega-direttori, publisher, editori, direttori di divisione. 1- Martedì, palazzo del Sole 24 Ore: incontro uno dei direttori con cui da sempre vorrei lavorare. Dice che si farà vivo. Bene. 2- Mercoledì, palazzo Mondadori. Il mega-boss è affabile e sorridente, come sempre: "Devi aver pazienza e aspettare la schiarita, abbi fiducia". Bene. 3- Giovedì, palazzo Hachette-Rusconi. Niente frasi di circostanza, solo una forte stretta di mano. Le mani legate, le assunzione sono congelate. Bene. 4- Venerdì mattina. Palazzo Condè Nast. Per ora non ci sono posti disponibili, forse più avanti. Bene. Se non ricordi più chi sei Lo sento, si avvicina, sta per arrivare. È quello sfilacciamento del tessuto interiore che si chiama depressione. La stoffa si strappa e dalla crepa escono fantasie oscure. E se mi facessi male davvero, male fisico intendo? E se mi schiantassi contro un albero? Almeno all'ospedale qualcuno si occuperebbe di me. Io, e quelle come me Dopo due anni di contratto a termine, due colleghe sono state lasciate a casa. Giovanna è separata, con due bambini piccoli. Suzy è più giovane, flessuosa, bellissima. Ma a piangere disperata è proprio lei, Suzy la ventenne. Mi avvicino e abbraccio Suzy: voglio farle sentire il calore, la vicinanza, trasmetterle forza, solidarietà. Sto per parlare ma si alza una voce dietro di me, quella di Giovanna. "Dai, vedrai che ce la farai, non piangere, in qualche modo ne usciremo tutti, mica possiamo morire, no? Che altro possiamo fare se non farcela? Che altro possiamo fare se non vivere?".

mercoledì 19 agosto 2009

http://www.daimon.org/ambiente/50_piccole_cose_per_migliorare_il_mondo.htm

Riporto nel titolo il link di un gruppo sensibile ai problemi di questo nostro pianeta.
E' la stessa lunghezza d'onda nella quale vuole inserirsi l'organizzazione ( associazione o quant'altro) a cui stiamo pensando, Piero ed io.
A mio parere, questa dovrebbe articolarsi in tre livelli:

internazionale -- europeo -- locale (regionale e nazionale)

Il creare una rete con organizzazioni simili sarebbe uno dei primi passi da compiere, per dare più forza al movimento ed alle sue azioni di pressione sui governi e di informazione alle popolazioni.

Da fare c'è tanto ed in molti settori- questo nostro mondo presenta degli squilibri e delle ingiustizie incomprensibili ed incompatibili con un'idea di progresso sostenibile e generalizzato.

Sarà il concorso di molte intelligenze e sensibilità a creare una struttura valida ed efficiente, in grado di contribuire a spingere questa nostra navicella nella giusta direzione.

sabato 15 agosto 2009

J will survive...l'altra faccia di Ferragosto...

...E arriva il pomeriggio...devo andare da mamma a portare un po' di spesa e per una visita , anche se breve...sulla strada poche auto, il rumore amico del mio motore, ed una musica che, a tratti, mi procura un piccolo brivido di piacere- Miguel Bosè ed uno dei suoi pezzi più famosi- le dita della mano destra sul cambio, dolcissimo, lo tamburellano al ritmo della musica-ai lati- siepi e foglie di alberi si agitano lievemente al mio passaggio con una specie di saluto.
Tutto è così rasserenante ed i miei pensieri più foschi si sciolgono in questo quieto pomeriggio di festa; al ritorno, altra musica, altri brividi sottili sulla pelle, accaldata e sudata, luce solare che piove tra le nuvole del pomeriggio inoltrato, le luci delle auto che incrocio, come piccole stelline fuggitive... e poi...una canzone in un arrangiamento inedito...J will survive...yes, j will survive...

Ferragosto...rivelatore...!


E siamo giunti anche a Ferragosto...questo post non riguarda la festa, che per me è un giorno come gli altri, solita incazzatura, soliti pensieri, etc...ma una notizia ripresa dalla nostra unica Dea... la Tivù!!:
Pare, e mi sa che corrisponde a verità, che in italia, notato il minuscolo?, ben il 53% delle assunzioni avvenga dietro raccomandazione- il 68% nel Meridione, e nelle regioni più serie (sic!?) per intenderci Bolzano e zone limitrofe il 44%.
Tutto questo mi induce a pensare che Centri per l'impiego, curriculum, lettere con domande di lavoro ce le possiamo mettere tutte nel c...! Buono a sapersi...proprio un Ferragosto rivelatore...

mercoledì 12 agosto 2009

Tommy e Kitty, ma anche Rex, Kikko e la Nerina scatenata

In queste calde giornate di agosto, umide di sudore rappreso sulla pelle, lavato via da continue abluzioni, in attesa di un riscontro che quasi certamente non verrà, con giorni dall'umore nero come la pece che si alternano ad altri grigi, ma venati di azzurro, la nostra casa, il nostro rifugio è allietato e felicemente sconquassato da nuove presenze oltre ai canonici T. & K.

E' tutto un correre e dimenarsi, lottare e mangiare, dormire e bere, e giocare, furiosamente, incessantemente...Un momento, tanti momenti di serenità in più, conditi di fatica per stare dietro a questi piccoli adorabili diavoli...Ah... sono tornate, anche se per poco, le due tartarughe...adesso siamo in nove, nove esseri viventi...chissà chi è più felice e spensierato?...

venerdì 7 agosto 2009

L'amicizia e l'orgoglio al tempo della crisi

Un titolo roboante per due momenti di vita privata significativi:

l'Amicizia:
Questa mattina ci è venuta a trovare una nostra cara amica con un favore da chiederci: tenere i suoi due gattini ed il cagnolino per una decina di giorni circa; Abbiamo accettato con gioia- ad organizzarci avremmo pensato poi- l'abbiamo vista felice ed io le ho regalato un sacchetto profumato, prima di uscire: aveva le lacrime agli occhi, mentre ci ringraziava: evviva l'amicizia, un sentimento che ci rischiara la vita e ci aiuta a superare i momenti bui...

l'Orgoglio:
Sempre stamane ho spedito una lettera al Sindaco del Comune di Chianocco per cercare di rientrare in qualche modo "in pista"- lettera scritta su carta intestata ideata da me con l'ausilio del programma Microsoft Publisher- un biglietto da visita ulteriore per dimostrare le mie capacità e la mia inventiva- uno scatto d'orgoglio per dire- nonostante voi, nonostante tutti voi non mi sono ridotto un guscio vuoto- sono qui, con i miei interessi, con la mia cultura e la mia preparazione, pronto a ricominciare...

giovedì 6 agosto 2009

...Hiroshima...la cronaca di quel giorno...

La mattina del 6 agosto 1945, poche ore prima dell'alba, il quadrimotore B-29 "Enola Gay" (nome della madre del pilota, il ventinovenne Paul W. Tibbets) si alza in volo da Tinian con a bordo 12 uomini di equipaggio e un unico ordigno bellico, che risulterà decisivo per la sorte del Giappone: una bomba atomica, denominata dagli statunitensi "Little boy". Lungo tre metri, con un diametro di uno e mezzo e un peso di cinque tonnellate, non ha un bersaglio preciso: verrà deciso al momento, secondo le condizioni atmosferiche. Arriva il bollettino meteorologico: "a Kokura cielo coperto in prossimità del suolo per nove decimi; a Nagasaki coperto totalmente; a Hiroshima quasi sereno, visibilità 10 miglia" Il bersaglio è scelto.
L'aereo sorvola la zona a 10.500 metri di altezza e alle 8.15'17" viene sganciato l'ordigno. Tibbets scende in picchiata, guadagna velocità, vira di 180 gradi e si allontana. Ha 45 secondi di tempo. L'equipaggio conta sottovoce: "44, 43, 42, 41...". Un lampo abbaglia il cielo. "Cosa abbiamo fatto?". A 600 metri dal suolo la bomba esplode; dopo 7 secondi il silenzio è rotto da un tuono assordante: vengono distrutti tutti gli edifici nel raggio di tre chilometri, 30.000 persone muoiono sul colpo, altre 40.000 nel giro dei due giorni seguenti. Una colonna di fumo si alza lentamente a forma di fungo fino a 17.000 metri dal suolo. Inizia a cadere una pioggia viscida. I fiumi straripano ed invadono ciò che rimane della città giapponese. Alle 14.58 locali il B-29 di Tibbets atterra a Tinian.
Ha segnato in modo indelebile la storia mondiale, ha lasciato un'impronta che rimarrà a lungo.

mercoledì 5 agosto 2009

...6 agosto 1945...Hiroshima


«Non ho mai perso una notte di sonno per il fatto di aver diretto il bombardamento. I capelli grigi che ho sono venuti da altre preoccupazioni.»
(Col. Paul Warfield Tibbets, pilota dell’Enola Gay)

lunedì 3 agosto 2009

...59...e non sentirli...

Ebbene si, oggi è il mio compleanno, e scivolo nell'autocelebrazione senza vergogna alcuna.
Il tempo è volato, inesorabile, impietoso, sordo alle mie preghiere di fermarsi o rallentare sui momenti belli, e sorvolare sui momenti duri o semplicemente tristi.
Non ho idee su quanto mi capiterà nel tratto di strada che ancora resta da percorrere; cercherò di conservare la curiosità che oggi mi contraddistingue, e di continuare a coltivare i miei interessi, e per il resto, sarà ciò che Dio vorrà.