martedì 28 aprile 2009

a Paolo Barnard -- precisazioni

Vorrei precisare due o tre punti che mi stanno a cuore:
La lettura del Suo sito mi è stata consigliata da un mio amico, con il quale stiamo lavorando a dei contatti con gruppi e singoli interessati a "prove di democrazia alternativa".
La mia precedente email è stata da me scritta "di getto", e me ne scuso, non avendo ancora letto le Sue conclusioni, con la decisione di non scrivere più sul sito.
Concordo con la Sua analisi: siamo un paese di pecoroni e di anarcoidi, sensibili agli interessi di parte e sordi al bene pubblico- e pur tuttavia secondo me vale la pena di tentare strade nuove, percorsi che ci portino fuori dalle secche in cui ci troviamo.
La Storia è anche evoluzione verso forme nuove di governo e di partecipazione, altrimenti perché avrebbero lottato e sarebbero morti personaggi come Danton, Marat, ed il mio preferito, Robespierre? - Senza citare vette eccelse, io penso sia dovere di tutti, e specialmente di chi è dotato di vista più acuta, scrutare l' orizzonte ed indicare la via agli altri naviganti.
Con rinnovata stima.

lunedì 27 aprile 2009

http://www.biennaledemocrazia.it/

Da "Il Progetto"
Con il programma di iniziative pubbliche Esperienza Italia, la città di Torino, prima capitale d’Italia, si prepara a celebrare nel 2011 il centocinquantesimo anniversario dell’unificazione italiana. Sarà questa l’occasione per una rivisitazione del processo risorgimentale culminato nell’unificazione statal-territoriale del 1861, ma anche per un’autonoma riflessione sul progetto etico-politico della democrazia, ancora e sempre incompiuto, aperto per definizione a sfide sempre rinnovate.
La Città di Torino e il Comitato Italia 150, con la partecipazione della Regione Piemonte, hanno così deciso di dar vita a una Biennale Democrazia: una manifestazione culturale di respiro internazionale che avrà luogo a Torino ad anni alterni, con la sua prima edizione da mercoledì 22 a domenica 26 aprile 2009.
L’iniziativa si richiama alla lezione civile di Norberto Bobbio e vuole essere prima di tutto uno strumento per la formazione e diffusione di una cultura della democrazia che si traduca in pratica democratica: un laboratorio pubblico permanente, radicato nel territorio e rivolto alle grandi dimensioni della politica odierna, aperto al dialogo, capace di coinvolgere i giovani delle scuole e delle università, destinato a tutti i cittadini. Si articola in una serie di momenti preparatori (laboratori per le scuole, iniziative destinate ai giovani, workshop di discussione) che culminano, ogni due anni, in cinque giorni di appuntamenti pubblici: lezioni, dibattiti, letture, forum internazionali, seminari di approfondimento e momenti diversi di coinvolgimento attivo della cittadinanza.

domenica 26 aprile 2009

a Paolo Barnard -- ringraziamenti

Sono un modesto fruitore, come tanti, della rete internet, ormai diventata, anche grazie al suo sito, luogo non di contro informazione, ma della vera e sola informazione libera, fino a quando non decideranno di bloccarla. Le scrivo per ringraziarLa e per rassicurarLa: almeno per quanto riguarda me ed altri che con me corrispondono, i suoi scritti sono oggetto di discussione e di confronto: non sono mai inutili i semi gettati, perlomeno non tutti.
Con stima.

giovedì 23 aprile 2009

http://www.paolobarnard.info/home.php

Spesso, nei radi post pubblicati, ho ecceduto nella pratica del "copia-e-incolla" molto comoda per riempire gli spazi bianchi, a volte angoscianti, di questo blog.
Di avvenimenti su cui riflettere ce ne sarebbero molti, forse troppi, e troppi negativi- ed a fronte di tutto questo c'è il mio balbettamento, soverchiato dal bombardamento mediatico quotidiano.
Ebbene, questo post riporta come titolo un link ad un sito di una persona che, infinitamente meglio di me, sa tracciare un quadro dettagliato della nostra condizione attuale e parlare di argomenti all'ordine del giorno.
Per parte mia, continuerò a scribacchiare, colpito dallo strazio di un piccolo animale sull'asfalto, come dalla ricorrente tragedia di comunità- leggi terremoti-inondazioni-etc., o dalle piccinerie all'interno di movimenti che si ritengono, ed in parte sono, portatori di aria nuova in questa plumbea e mefitica atmosfera in cui ci tocca vivere.

...e probabili soluzioni...

Cari amici dell'Officina,
vi scrivo per annunciarvi il cambio di Organizer.
Infatti, come vi è stato comunicato da una precedente email di Susanna, per lei era diventatoimpossibile continuare a svolgere questo ruolo.
Dopo una certa discussione pubblica su Officina, si è convenuti di nominare me come nuovo Organizer.
Il mio mandato sarà di 6 mesi, durante i quali cerchero' di attuare il seguente programma:
Proseguire nel lavoro iniziato.
Fino ad ora ci si 'e basati sui criteri di democrazia e transparenza presenti nella Carta dei Valori, che viene considerata la base per la definizione degli intenti e della linea del nostro lavoro. INtendiamo proseguire con questo stile di lavoro.
Altri dettagli e prassi democratiche, consolidatesi nei fatti durante il lavoro dei mesi scorsi, sono piu' percisamente definite in meta-officina e verranno rispettate e/o migliorate se necessario.
Tali prassi organizzative sono principalmente riassunte:
Qui in Meta-Officina: http://www.meetup.com/l-officina/fr/messages/boards/thread/6601501/0#26504165
L' organizer, si pone i compiti seguenti:
- organizzare il sito in modo da consentire e promuovere la definizione e redazione dei documenti gia' in gestazione (Informazione / enti locali ) ed altri eventuali.- proseguire nelle campagne di diffusione dei documenti e delle idee coerenenti con la carta delgi intenti.- sostenere il coordinamento costituitosi all'Hotel Fleming di Firenze e, in questo quadro, definire e promuovere iniziative di fusione e/o divisione di ruoli con gli altri due siti piu' vicini: DD e Sovranita' Popolare.- strutturare piu' precisamente Officina (se questa non si sara' fusa con altri) dotandola di uno statuto e dandole la struttura di una associazione"
Obiettivo principale dell'Organizer è di dotare Officina di uno Statuto che le permetta entro 6 mesi di arrivare ad una vera propria elezione degli "organi di coordinamento" secondo "regole certe".
Dichiaro, inoltredi essere fin da ora disponibile a dimettermi dall'incarico di Organizer qualora (con le regole di decisione vigenti in officna, basate sulla prassi e scritte e leggibili in Meta Officina) i membri di officna riscontrino che hi tradito il mandato.
Alla fine del mandato dichiaro che mi sottoporro' con spirito unitario ad une esame critico del mio operato cosciente del fatto che tale esame critico servira' a fare migliorare le getione del sito officina.
================== FINE PROGRAMMA ===============================
Ovviamente, gli intenti di cui sopra non potranno essere realizzati senza l'apporto di tutti voi (da sola possofare ben poco!), quindi, spero vivamente che vogliate in molti contribuire alla realizzazione del programma di cui sopra e con esso, al miglioramento di Officina.
Un cordiale saluto a tutti,Mariafrancesca

...problemi nei movimenti...

From : beppegrillo-890-announce@meetup.comTo : beppegrillo-890-announce@meetup.comCc :Date : Sun, 19 Apr 2009 11:28:41 -0400Subject : [beppegrillo-890] Messaggio a reti unificate



>> Scusate la pochissima dimestichezza nel campo del corretto iter> burocratico da rispettare quando si avanza una richiesta ma io sono
> profana e spesso mi attengo solo alliter che mi ha insegnato la mia
> mamma e che chiamava (e forse si chiama ancora) buone maniere.> La mia mamma mi diceva che se ho bisogno di qualche cosa lo posso e lo> devo chiedere ma poi devo attendere che mi venga data una risposta,> non posso pretendere tutto e subito.> Se poi la risposta che mi viene data è la contro - richiesta di> pazientare qualche settimana così da permettere che avvenga una> riunione che consentirebbe la risoluzione anche del mio problema, io> attendo.> Attendo anche se passano settimane, mesi, dalla data che mi era stata> paventata come risolutiva.> Avevo esternato il mio desiderio di rivedere il ruolo di organizer
> dellOfficina il 16 novembre dellanno scorso> [1]http://www.meetup.com/l-officina/it/messages/boards/thread/5792417/> 0 lho ribadito il 1 gennaio> [2]http://www.meetup.com/l-officina/it/messages/boards/thread/6016967/> 0 , il 1 febbraio> [3]http://www.meetup.com/l-officina/boards/thread/6016967/10/ e il 3> marzo [4]http://www.meetup.com/l-officina/boards/thread/6016967/20/
> Oggi, 19 aprile, mi viene detto che se ho intenzione di lasciare devo> farlo sapere a tutti e quantomeno in maniera chiara. Spero che questo> messaggio sia risolutivo:>
> VOGLIO LASCIARE IL POSTO DA ORGANIZER DELLOFFICINA.
>> Se anche questo non dovesse essere ritenuto sufficiente non mi rimane
> che latto notarile.
> Essere arrivata a questo punto per me è un fallimento, la
> comunicazione non cè e non si ha neppure voglia di realizzarla. Si
> ascolta quello che si ha voglia di ascoltare o quello che è importante
> per se stessi, per tutto il resto non cè tempo, non è importante o ci
> si può pensare più tardi.> A questo punto abbatto tutti i miei tabu. Sempre la mia mamma mi ha
> inculcato lidea che parlare di debiti di denaro è una cosa volgare se
> sono io la persona che i soldi dovrebbe riceverli. Questo modo di> pensare non potete capire quante volte ha fatto in modo che la> pigliassi nel .. portafogli.> Sicuramente non sono poche decine di dollari per il rinnovo
> delliscrizione alla meetup.com che ci eravamo accordati di spartire ma
> che allo stato attuale ho pagato solo io a chiarirmi le idee di come> poter riconoscere gli uomini dai quaquaraqua. Giada e Odetta del> meetup di milano hanno ancora un debito con me di circa 600 euro per> la manifestazione di iosonosaviano di Milano ma so perfettamente che> di quella cifra non rientrerò mai in possesso dato il basso livello> delle persone in questione, con voi avevo fiducia che la cosa fosse> diversa. Peccato, mi sono sbagliata.> Adesso attendo solerti risposte, buona domenica> --> Nota: Se selezioni "RISPONDI", il tuo messaggio verrà recapitato a> tutti gli utenti di questa mailing list
> ([5]beppegrillo-890@meetup.com)
> Questo messaggio è stato inviato da Susanna Ambivero
> (susanna.ambivero@virgilio.it) di [6]L' Officina.
> Per ulteriori informazioni su Susanna Ambivero, visita il suo
> [7]profilo> Per annullare liscrizione o per aggiornare le tue impostazioni per le> mailing list, [8]fai clic qui
> Il Supporto Meetup: support@meetup.com> 632 Broadway, New York, NY 10012 USA

venerdì 10 aprile 2009

...nessuno sarà lasciato indietro...

...E' da un po' di giorni che rimugino la frase che ho messo come titolo a questo post; frase detta dal nostro premier nel corso del suo intervento al congresso di Roma, congresso di fondazione del partito "popolo delle libertà" e ripetuta in questi giorni, in una delle sue visite ai terremotati d'Abruzzo. In realtà di frasi "storiche" ne ha dette tante in quell'occasione: una per tutte: ...vi faccio missionari di libertà... - i casi sono due: o le sue sono le solite facezie, a cui peraltro ci ha ampiamente abituato, tra una risatina e l'altra, oppure fa sul serio questa volta, ed allora non c'è più trippa per gatti, addio per sempre Sinistra, ancora sulla strada di una faticosa quanto improbabile ricostruzione, addio movimenti di base in faticosa ricerca di punti condivisi, il nostro superSilvio vi spiazzerà fornendo a tutti un lavoro degno con relativa degna prebenda, da spendere naturalmente nelle sue splendide catene di supermarket, sbloccando così il volano dell'economia e sconfiggendo facilmente l'attuale crisi...mah staremo a vedere...io mi permetto di avere qualche dubbio sul futuro e continuo a mantenere i contatti con chi nutre le mie stesse incertezze...

Terremoto in Abruzzo: articolo di Sapegno su Stampa


Dietro il salvataggio. "Andate avanti", l'ultimo ordine prima di morire
PIERANGELO SAPEGNO L'AQUILA
Il vecchio e il giovane hanno le facce sporche dei vigili del fuoco. Hanno barbe di polvere grigia. E gli occhi rossi. Una bacinella d’acqua per lavarsi: Claudio si toglie il grigio della terra, ma vorrebbe levarsi il nero della morte. Il vecchio è morto. L’ha steso un infarto mentre cominciava a scavare questa casa di 4 piani che ormai è soltanto una montagna di pietra rotta, in via Gennaro Finamore. Si chiamava Marco Cavagna, 50 anni, Bergamo. Lui diceva sempre che «chi salva una vita salva il mondo intero. Cerca di ricordartelo, ragazzo». Era il suo maestro, gli aveva insegnato tutto. Il giovane ha continuato a scavare senza voce fra quelle macerie, e c’erano solo morti. Ha tirato fuori marito e moglie abbracciati insieme sotto al letto, duri come le pietre che li avevano uccisi. Ha trovato Enza che non aveva più un respiro. E quando si erano fermati tutti, allora ha visto in fondo al cunicolo dei capelli che sembravano muoversi. S’è aperto un varco fra i calcinacci e ha scorto due occhi che si schiudevano. Eleonora era la prima ragazza che Claudio Ippolito poteva salvare. E’ per questo che gli è venuto il cuore in gola. Ha fatto il segno del silenzio, ha sussurrato appena: «C’è una ragazza. E’ viva!». Poi ha pianto: «Ce l’ha regalata Marco».Gli altri da sopra hanno gridato e si sono abbracciati. Il fatto è che anche nella morte c’è sempre un po’ di vita. Claudio è di Mestre, ha 20 anni e fa parte di un gruppo speciale dei vigili del fuoco: 9 uomini a Venezia e Treviso, 12 a Bergamo, il resto a Pisa e Roma. In tutto 60. Sono quelli addestrati per tirare fuori le persone dalle macerie. Marco Cavagna s’era sporcato la faccia altre volte nei terremoti. Insegnava ai ragazzi questa missione e diceva che uno non deve mai arrendersi «perchè c’è sempre qualcuno che ti aspettando». L’altra sera è cominciato tutto alle 7. Cavagna era morto al mattino. E gli altri hanno continuato a scavare dove lui s’era fermato, perchè il loro lavoro è fatto così e ci sono modi diversi per dire una preghiera. Non è semplice: bisogna camminare nelle nuvole, anche quando vai sotto terra. Loro erano 30 ore che non si fermavano, e i cani avevano smesso di abbaiare: voleva dire che non c’erano più vivi lì sotto. Claudio racconta che da un cunicolo scavato con le mani aveva visto Enza. Si può morire senza un senso quando ti prende il terremoto. «Lei era in piedi. Era morta in piedi». Non c’era più niente da fare. Alle sue spalle però c’era un buco, una specie di triangolo dove poter infilare la testa. Claudio ha fatto così, ci ha messo dentro il naso e ha visto i capelli, poi s’è fatto passare una pila e quando ha puntato la luce ha sentito un lamento: è lì che Eleonora si è girata e ha aperto gli occhi. Solo che quando stava per toccarla, è arrivata la botta terribile, dell’altra sera. Ha dovuto rinculare e ricominciare da capo. E’ risceso, «ci siamo fatti spazio tagliando e puntellando. Lei era a testa in giù con le gambe a cavallo di un muro e un braccio era sotto un’altra parete».Un medico ha provato a infilarle la flebo su uno dei piedi appesi, ma dopo 40 ore a testa in giù non aveva più sangue nelle gambe. «Io le parlavo, ma non mi rispondeva. Dopo ho saputo che è sorda. Le spiegavo che cosa doveva fare. Me lei mi chiedeva solo di mamma e papà. Papà è qui fuori, le dicevo, ti aspetta. E lei me lo richiedeva di nuovo». Sono andati avanti per delle ore, a ripulire il cunicolo, con la polvere dei calcinacci che scendeva incessante, come lo sgocciolìo di un rubinetto. Le hanno passato ossigeno e una garza imbevuta d’acqua, fino a quando lo spazio è stato sufficiente per liberarla. «Aveva un pilastro sopra la testa e la rete di un letto alle spalle. Noi una cosa così la chiamiamo "il triangolo della sopravvivenza". E’ stata miracolata». Il resto l’hanno fatto loro, le facce sporche dei vigili del fuoco. L’ha fatto anche Marco, che s’è accasciato su quelle pietre con il cuore stremato. Quando l’hanno portato via, i vigili del fuoco hanno pregato insieme come si faceva nei vecchi film americani, con gli occhi bassi e le mani giunte: «Speriamo di trovarne vivo uno per lui», hanno detto. Poi hanno ripreso a fare quello che facevano prima. «Porté su i seci», gridavano da basso. Ma quando Eleonora è stata portata fuori da quella morte, Claudio è scoppiato in lacrime e ha abbracciato stretto un altro come lui, con la faccia sporca. «Abbiamo pianto tutti, ma non solo noi. Anche i colleghi che stavano riposando». Perché questo non è mica un lavoro come gli altri. Quando lo incrocia Ario Gervasutti che è veneziano come lui, gli dice così in dialetto, nella piega di un’emozione: «E’ la prima persona che riesco a portare su viva in vita mia». Adesso è appena venuto su da un cunicolo dietro due corpi nascosti dalle lenzuola. Non li vedi. Ma capisci che sono morti dal silenzio che c’è. Lui si lava la faccia con l’acqua della bacinella. «Se vede Eleonora, me la saluti», dice. Ha ancora tanto da fare. Solo Marco sta camminando sulle nuvole.

martedì 7 aprile 2009

...una speranza per il ns. futuro... da LIBERO News


OBAMA APRE A TURCHIA E CHIUDE A INCUBO NUCLEARE
dell'inviato Fabrizio Finzi
PRAGA - Trentamila in delirio per sentire il primo presidente americano nero chiedere all'Europa di marciare insieme verso un futuro senza l'incubo della bomba atomica e di aprirsi senza paura alla musulmana Turchia. Trentamila al castello di Praga soprattutto per "vedere" Obama muoversi come una rock star sul palco allestito al centro dell'antica fortezza medievale: dove, insieme alla moglie Michelle, ha accompagnato suggestioni politiche a robuste dosi di carisma personale mandando in visibilio i giovanissimi accampati sin dall'alba. Conquistata Praga, conquistata l'Europa. Così Barack Obama ha oggi lasciato il Vecchio continente per la Turchia, il Paese musulmano che gli Stati Uniti - e gran parte della Ue - vogliono ancorare all'Occidente. Ma lascia nelle capitali europee un messaggio inequivocabile: l'era Bush da oggi è chiusa nei fatti e non solo a parole. Obama ha saputo mostrarsi "saggio ma umile", come ha osservato Silvio Berlusconi. "Coraggioso" e mai superbo. Capace di un'autocritica che il suo predecessore alla Casa bianca non avrebbe neanche immaginato: "la leadership morale è più potente di qualsiasi arma", ha premesso il presidente che ha già firmato la chiusura di Guantanamo e messo al bando la tortura nelle prigioni della Cia. Ma sono proprio gli Stati Uniti ad avere un triste primato, quello di essere "l'unica potenza nucleare ad avere usato la bomba atomica". Gli Usa per primi, quindi, "hanno la responsabilità morale di agire" per liberare il pianeta dagli arsenali nucleari. Barack Obama vola alto su tutto e conferma punto su punto le aperture della campagna elettorale. Così sulla lotta ai cambiamenti climatici volta pagina, assicurando che gli Usa non saranno più il Paese del 'no', la potenza che ha snobbato il Protocollo di Kyoto in nome del 'dio petrolio'. Anzi, qui a Praga gli europei sono venuti a lezione da 'mister Obama', per capire quanto ci sia di buono nella "green economy", quella ricetta 'verde' che tutelando l'ambiente dovrebbe mettere il turbo alla ripresa mondiale. Un solo neo ha turbato la sua marcia trionfale in Europa. Una macchia firmata Francia, come spesso è accaduto in passato: il no secco di Nicolas Sarkozy all'ingresso della Turchia nell'Unione europea. Non si tratta però di un capriccio isolato da neogollista di ritorno: la questione è seria, come conferma la sponda che il cancelliere tedesco Angela Merkel ha subito fornito all'inquilino dell'Eliseo, a conferma che quell'asse che si era già rivisto a Londra non era una casualità. Francia e Germania non ritengono pronta la Turchia, temono il partito confessionale di Erdogan e sono spaventati dall'idea che una adesione della Turchia all'Ue si tramuti in una invasione di cittadini turchi nei loro confini. Obama non ha di questi problemi gestendo un Paese che si trova dall'altra parte del mondo. Ma giudica "vitale" l'ancoraggio definitivo all'Europa di un Paese musulmano moderato e membro della Nato. Il nodo dell'adesione della Turchia è già da tempo "congelato" in seno alla Ue proprio per la sua delicatezza. L'Italia è da sempre favorevole al proseguimento del negoziato ritenendo importante che il dialogo continui. E oggi il premier Silvio Berlusconi ha confermato che su questo tema esistono delle divisione tra i franco-tedeschi e gli Stati Uniti. Divisioni che però, a suo avviso, possono essere superate con un compromesso che preveda una clausola che congeli l'apertura delle frontiere alla Turchia. Ma su tutto il resto è sbocciato l'amore tra le due sponde dell'Atlantico: "sintonia assoluta", "consonanze di vedute" e chi più ne ha più ne metta per descrivere l'energia positiva che corre tra Washington e Bruxelles. Anche il presidente del Consiglio Berlusconi non ha nascosto quanto Obama lo abbia convinto. E, pressato dai media, ha annunciato che presto sarà a Washington per un bilaterale alla Casa Bianca. Una "visita di cortesia" negli Usa, che non si è realizzata in questi sei giorni passati da Obama in Europa tra Londra, Strasburgo e Praga.