mercoledì 23 luglio 2025

... Berlusconi docet? ...

𝐃𝐞𝐝𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐚 𝐁𝐞𝐫𝐥𝐮𝐬𝐜𝐨𝐧𝐢 

Il #buongiorno di Giulio Cavalli 


 Separare i pubblici ministeri dai giudici per “disarticolare le correnti”. Così il governo ha impacchettato la sua riforma della giustizia: con la carta della modernità e il fiocco della retorica anticasta. Il risultato, però, non è un sistema più equo, ma una magistratura più esposta al potere politico. Lo dice con chiarezza Gherardo Colombo: “Danneggia i cittadini, non i magistrati”. Perché un pm che perde la cultura del giudice diventa una parte, e basta. Lotta per vincere, non per accertare la verità. Dietro il voto in Senato – con brindisi, buffet e dediche a Berlusconi – c’è l’inizio di un’altra stagione: quella della sottomissione silenziosa del potere giudiziario. Con un Csm svuotato e selezionato a sorteggio, con una “Alta Corte” che giudicherà i magistrati in un clima avvelenato, con una separazione che isola chi dovrebbe cercare anche le prove a favore. Il garantismo evocato dai banchi della maggioranza è il travestimento di chi ha un conto in sospeso con la magistratura. Opposizioni, magistrati e giuristi lo denunciano: è una torsione autoritaria. E ora si punta al referendum. La destra sogna di vendicare anni di inchieste. Ma chi ha ancora a cuore la giustizia come diritto, e non come favore, dovrà rispondere. L’ultima parola sarà degli italiani. E potrebbe fare molto più male di un avviso di garanzia. Perché il referendum non sarà solo su una riforma, ma su un’idea di Paese: quello in cui il potere si processa o quello in cui il potere si protegge.
Ieri il Senato in seconda lettura ha approvato la riforma costituzionale della separazione delle carriere per i magistrati, uno dei punti più importanti del piano di "Rinascita Democratica" della #P2 di #LicioGelli, non a caso uno dei cardini della politica di #SilvioBerlusconi, che della loggia massonica, sciolta perché riconosciuta come organizzazione criminale ed eversiva, aveva la tessera 1816. La separazione delle carriere non ha niente a che vedere con una giustizia più giusta e l'efficienza dei processi penali, che continueranno a durare tanto: si punta semplicemente ad asservire il pubblico ministero all'Esecutivo, dirottando le indagini da quelle sui potenti a quelle sui poveri cristi. Il sogno dei piduisti, dei mafiosi e dei corrotti di questo Paese. Anche perché i magistrati che già fedelmente eseguono gli ordini del potere politico, non faranno altro che continuare a farlo, stavolta alla luce del sole. Qualora dovesse passare anche in seconda lettura, impediremo questo abominio così come nel 2016 impedimmo la riforma costituzionale renziana. #OraESempreResistenza

Nessun commento:

Posta un commento