
Frasi da baci Perugina e tante bugie sociali. Ieri, al congresso della Cisl Giorgia Meloni ha ricevuto un mazzo di fiori e tanti applausi. In cambio, ha pronunciato un insulso e autoelogiativo discorso sui presunti successi del suo governo: il potere d’acquisto sarebbe stato difeso, le tasse scenderebbero, i precari sparirebbero e l’occupazione ovviamente volerebbe, senza curarsi troppo della sua qualità e delle retribuzioni effettive.
Peccato che la realtà sia diversa da quella che descrive Meloni e che la CISL applaude, confermando uno slancio filogovernativo senza precedenti che nega la storia gloriosa di quello che fu il grande sindacato dei segretari Pierre Carniti e Franco Marini.
Proprio ieri, quasi a voler sciupare la festa, l’ISTAT ci dice che il carrello della spesa aumenta dell’1,7% in un solo mese. E per fare solo qualche esempio: il burro costa il 19% in più, il caffè il 25%, i formaggi e latticini +6,3%, le uova +7,2%,la frutta fresca +7,2%, gli agrumi il 16%. Una famiglia con due figli spenderà oltre 600 euro in più l’anno solo per mangiare.
Ma anche le vacanze subiscono un duro colpo: i voli salgono del 38,7%, i traghetti del 19,6%, i villaggi vacanze del 3,6%.
Nel frattempo, l’Inps ci ricorda che i salari contrattuali hanno perso il 9% in potere d’acquisto negli ultimi 5 anni. E l’Organizzazione internazionale del lavoro certifica che i salari reali italiani sono scesi dell’8,7% dal 2008: il peggior risultato del G20. Peggio di noi, solo la Repubblica Ceca. Mentre la Francia, la Germania, la Polonia recuperano, noi affondiamo.
Eppure, a sentire la premier, è tutto sotto controllo perché il suo è il governo “del confronto”. Un confronto che avviene solo con chi non disturba il manovratore, come fa la Cisl, ma non con gli altri sindacati CGIL E UIL.
Il problema è che le imprese italiane registrano da tempo profitti superiori alla media europea, ma non redistribuiscono. Campano sui salari bassi, sulle leggi che li proteggono che hanno liberalizzato il mercato (dal pacchetto Treu al Jobs act) e su bonus elettorali che nascondono il vuoto delle politiche.
Anche i nuovi contratti non recuperano l’inflazione perché la contrattazione è debole, e il sindacato – quando non è d’accordo col governo - è ignorato.
Quello che sa veramente fare Meloni è la rappresentazione di un Paese che non affronta i problemi, dove i sogni si riducono a slogan e la realtà resta una dura condanna per chi lavora.
Ma per ora ha ragione il governo a festeggiare: sono mille giorni che si va avanti così.
Enrico Rossi.

Quante bugie e sciocchezze sto sentendo su questi mille giorni del Governo Meloni e il suo "milione di posti di lavoro" creati.
Perché, è vero, occupazione è stata creata, ma sapete come lo è stato fatto? Le élite del Paese avevano un problema enorme: la persistenza di un reddito minimo garantito (l’Rdc) che esercitava una pressione a rialzo sui salari. Si chiama “teoria del salario di riserva”: se esistono sussidi che erogano importi equivalenti o superiori a quelli del lavoro, qualunque individuo sano di mente sceglierà i primi ai secondi. Questo porta gli imprenditori ad adeguare l’offerta salariale, aumentandola. Ciò non piaceva ai briganti prestati all’imprenditoria: lì disgustava.
Giorgia Meloni a soli sette mesi dal suo insediamento ha allora accolto le loro richieste, destrutturando lo strumento e introduce l’Adi e il SFL, che creando poveri di serie A, B e C hanno preso centinaia di migliaia di soggetti socialmente fragili e a bassa specializzazione reintroducendoli in massa sul mercato, provocando così un deliberato “shock di offerta”, un aumento repentino di forza lavoro. E quando la domanda rimane invariata e l’offerta aumenta, il prezzo crolla. Gente con ISEE da 9mila euro l’anno si è ritrovata a dover scegliere tra 800 lordi part-time per 2 mesi o morire di fame. E chi è entrato nel mercato nero è diventato inattivo, facendo diminuire la disoccupazione.
Parallelamente, ha destrutturato i contratti a termine, reintrodotto (e peggiorato: ce ne voleva ma ci sono riusciti) i voucher che servono a coprire il lavoro nero e trasformato la rapina dei contributi dei dipendenti in azienda come banale gestione di cassa. Ieri se ti azzardavi a non versarli lo Stato ti faceva nero, oggi puoi appropriartene per 3 mesi e non ti succede niente (e ovviamente i suddetti banditi lo fanno a ciclo continuo, garantendosi una sorta di credito revolving a tasso zero).
Così Giorgia Meloni ha creato posti di lavoro: lavoro povero, precario, nero. Il resto sono bugie.
Leonardo Cecchi.
Ops!
Sui primi 1000 giorni del Governo Meloni: i ministri meno apprezzati e in fondo alla classifica sono Meloni,Calderoli Lollobrigida, Santanchè e Salvini.
Chissà perchè!
Ma Meloni non era la Presidente del Consiglio più apprezzata dai tempi di Giulio Cesare?
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