domenica 20 luglio 2025

... il "sistema" Italia!! ...

Cuffaro e Dell’Utri: i burattinai della Sicilia, tra ipocrisia e vergogna sepolta di Antonio F. Spitale (Siciliano) In Sicilia, la terra di Pirandello, l’ipocrisia è un’arte perfezionata. È una regione dove le maschere si indossano con disinvoltura, e i paradossi si fanno regola. Due nomi, Salvatore Cuffaro e Marcello Dell’Utri, emergono come simboli di un sistema che non muore mai, nonostante le condanne per mafia. Ex politici, ex potenti, ma mai davvero “ex” nel loro controllo. Comandano ancora, nell’ombra e alla luce del sole, in una terra dove la vergogna sembra essere morta da tempo. Cuffaro, ex governatore siciliano, condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia, è tornato in scena come se nulla fosse. La sua “riabilitazione” non è solo giudiziaria, ma politica: accolto a braccia aperte, osannato da chi dovrebbe arrossire al solo pensiero. Dell’Utri, il braccio destro di Berlusconi, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, non è da meno. La sua influenza, come un’ombra lunga, si allunga ancora su Palermo e oltre. Entrambi, come fantasmi mai esorcizzati, continuano a muovere fili, a stringere mani, a raccogliere consensi. E poi c’è il rito, il grande teatro dell’ipocrisia. Ogni 19 luglio, i politici siciliani e italiani si radunano per commemorare Paolo Borsellino, il giudice martire della lotta alla mafia. Versano lacrime di coccodrillo, posano corone di fiori, pronunciano discorsi accorati. Ma poi, lontano dai riflettori, eccoli lì: a stringere le mani di Cuffaro, a brindare con Dell’Utri, a tessere alleanze con chi della mafia è stato complice. È un balletto osceno, un insulto alla memoria di chi ha dato la vita per un’idea di giustizia. La Sicilia è questo: una terra dove la coerenza è un lusso raro, dove la memoria è corta e la convenienza lunga. Qui, la vergogna non trova più spazio, soffocata da un sistema che premia i colpevoli e dimentica le vittime. Cuffaro e Dell’Utri non sono solo nomi: sono lo specchio di un’Italia che non vuole guardarsi in faccia, che preferisce l’omertà al coraggio, il compromesso alla verità. Eppure, sotto questa coltre di ipocrisia, c’è chi ancora resiste, chi non dimentica, chi non si piega. Ma sono voci isolate, schiacciate dal peso di un potere che si rigenera, sempre uguale a sé stesso. Finché la Sicilia – e l’Italia – non troveranno il coraggio di fare i conti con i propri fantasmi, Cuffaro e Dell’Utri continueranno a comandare. E la vergogna, quella vera, resterà sepolta sotto le loro strette di mano e parole vuote da chì dice "Ho iniziato a fare politica per Paolo Borsellino" 

Povera Italia!!! 

 20 luglio 2025

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