Casablanca. Tra il 14 e il 24 gennaio 1943 il presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt, il premier britannico Winston Churchill e il francese Charles de Gaulle, leader del movimento France libre ("Francia libera") si incontrarono per decidere sul modo più rapido per porre fine alla guerra in Europa. Alla fine prevalse la proposta inglese di attaccare da sud l'Italia e farne così una testa di ponte per l’avanzata verso l’obiettivo dichiarato, la Germania. La scelta cadde sulla Sicilia, strategicamente posta nel cuore del Mediterraneo, poco distante dal Nord Africa ormai saldamente in mano agli alleati. Il comando delle operazioni fu assegnato al generale statunitense Dwight "Ike" Eisenhower, futuro presidente USA, che scelse quali comandanti l'inglese Bernard Law Montgomery (a capo dell'8a armata, supportata da una divisione canadese) e il generale Patton (7a armata). Il piano prevedeva che l'operazione venisse condotta dai britannici a est (nella zona tra Capo Passero, Siracusa e Augusta) e dagli americani a ovest (tra Licata, Gela e Vittoria). La manovra, il cui inizio fu fissato nella notte tra il 9 e il 10 luglio, sarebbe stata preceduta da bombardamenti strategici e da un lancio di paracadutisti. Il tutto come preludio allo sbarco della più ampia flotta militare che mai abbia solcato il mare. I 160 mila soldati messi in campo dagli alleati (numero che lieviterà di molto nei giorni seguenti), supportati da circa 4 mila aerei, decine di grandi navi e quasi 3 mila mezzi da sbarco, non tardarono a impadronirsi dell'isola, trovando scarsa resistenza e completandone la conquista in poco più di un mese. È opinione diffusa che lo sbarco sia stato preparato e favorito da noti esponenti della malavita organizzata locale che poteva contare su una radicalizzazione importante anche negli Stati Uniti. I loro servigi saranno ricompensati con l’affidamento della gestione locale nel post conflitto. Lo sbarco in Sicilia non fu indolore per la popolazione che pagò un prezzo molto alto in termini di vite umane non solo a causa dei bombardamenti ma anche per le esecuzioni sommarie e le brutalità alle quali si erano lasciati andate i soldati alleati.
Emiliano D.
– Fonti: “Storia del fascismo” di Arrigo Petacco / Focus Storia.
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