Non solo non ha chiesto scusa, figuriamoci, ma oggi, in un intervento di un’aggressività verbale sconcertante dal palco degli amici neofranchisti di Vox, Giorgia Meloni è tornata ad attaccare la sinistra sulla morte di Charlie Kirk.
“Voglio rendere omaggio a Charlie Kirk, un giovane, un padre coraggioso, che ha pagato con la sua vita il prezzo della sua libertà. Il suo sacrificio ci ricorda ancora una volta da che lato sta la violenza e la intolleranza” ha urlato.
E pazienza se l’assassino non c’entri nulla con la sinistra, anzi venga da una famiglia orgogliosamente trumpiana e Maga, l’importante per Meloni è poter usare la morte di un uomo come clava quotidiana contro la sinistra italiana.
Poi è andata avanti col solito vittimismo da quattro soldi, la solita litania passivo-aggressiva.
“Voglio dire alto e chiaro a tutti gli odiatori, agli estremisti che vediamo per le strade e anche ai falsi maestri con giacca e cravatta che si nascondono nei salotti: non cadremo nella loro trappola, non faremo il gioco di coloro che vogliono trascinare le nostre nazioni in una spirale di violenza. Non ci intimidiranno.”
Ma chi????
CHI?
Quali odiatori???
Chi sta cercando di intimidirla?
Quando???
Questo è un discorso di una irresponsabilità intollerabile pronunciato da una Presidente del Consiglio.
Se Meloni ha nomi e cognomi e prove di chi sta cercando di intimidire la destra, vada in tribunale e denunci.
Tutto il resto sono chiacchiere, fumo negli occhi, benzina sul fuoco di un incendio che NON è stata la sinistra a far divampare.
E anche oggi la Presidente del Consiglio ne ha dato l’ennesima dimostrazione.
L’ho detto ieri, lo ripeto ancora più chiaro oggi perché tutti lo sappiano.
Non staremo qui a farci dare impunemente degli “odiatori”. Non da quel pulpito. Non dal palco di nostalgici di una dittatura fascista. Non da chi ha fatto carriera diffondendo e alimentando odio a palate verso chiunque non la pensasse come loro.
Non glielo consentiremo, Presidente.
Né ora né mai.
Lorenzo Tosa.
𝐃𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐛𝐮𝐠𝐢𝐚 𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐝𝐞𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚: 𝐌𝐞𝐥𝐨𝐧𝐢 𝐟𝐚 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐚 𝐬𝐮𝐥𝐥’𝐨𝐦𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐊𝐢𝐫𝐤 Il #buongiorno di
Giulio Cavalli
Per giorni giornali e commentatori si sono lanciati in ricostruzioni isteriche: “antifascisti”, “scontro politico”, “odio di sinistra”. Niente di tutto questo era provato, e infatti i fatti hanno smentito le fantasie. Ma chi si aspettava un minimo di pudore, un passo indietro, un’ammissione di responsabilità, ha sbagliato indirizzo. La destra italiana non conosce vergogna: preferisce usare un cadavere come megafono.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha colto l’occasione per esibirsi alla kermesse di Vox, in Spagna, e trasformare l’omicidio di Charlie Kirk in uno spot politico. «Il suo sacrificio ci ricorda da che lato sta la violenza e l’intolleranza», ha scandito, accreditando la solita sinistra-mostro, utile come spauracchio a ogni stagione. Un’esibizione che non ha nulla a che vedere con la prudenza istituzionale, e molto con la propaganda da comizio, pronunciata tra gli applausi di un partito che dell’odio fa identità.
Poco importano le indagini, poco importano le contraddizioni: il copione è sempre lo stesso, agitare lo spettro dell’odio per presentarsi vittime e custodi della libertà. Il risultato è una caricatura della realtà, utile solo a blindare il consenso interno.
Lo schema funziona perché trova eco in una stampa già pronta a rilanciare generalizzazioni e bugie. Si cancella la realtà, si fabbrica il nemico, si recita indignazione a comando. È un gioco sporco che sporca tutto: la memoria della vittima, la qualità del dibattito pubblico, la tenuta democratica. Non è solo strumentalizzazione, è necrofilia politica.
Meloni non ha parlato di Kirk, ha parlato di sé: e per farlo ha usato un cadavere come specchio.


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