mercoledì 17 settembre 2025

... genocidio fondativo ...

Il genocidio come atto fondativo 

La nascita di molti stati è segnata da un atto genocidiario. E' stato così per gli Stati Uniti, dove l'invasione dei coloni europei aveva lo scopo di sterminare e sottrarre la terra ai nativi. Il genocidio dei nativi americani era di tipo predatorio, non aveva alla sua base un movimento politico ideologico strutturato: era sostanzialmente "un atto naturale predatorio" in cui l'occupante, più forte di numero, di mezzi e di tecnologia sentiva come suo diritto inalienabile l'occupazione della terra altrui, sottraendola ai "selvaggi", sterminandoli. Nel caso di Israele abbiamo alla base invece un movimento ideologico, il sionismo, che ha sempre teorizzato l'occupazione della Palestina fondendo motivazioni e giustificazioni messianico religiose e strategie terroriste. Vedere quanto succede oggi partendo dal 7 ottobre è come leggere le ultime tre pagine dell'ultimo capitolo di un volume di mille pagine. Il primo e più importante movimento terrorista in questa storia, infatti, non è arabo: è il movimento ebraico sionista. Un movimento che per lungo tempo è stato minoritario all'interno degli ebrei della diaspora e fortemente osteggiato per il suo estremismo. La sua occasione se la giocò tra la fine della seconda guerra mondiale e il primissimo dopoguerra, utilizzando cosa? Il Terrorismo. Negli anni '40, molto prima che nascessero gruppi di resistenza palestinesi armati contro l'occupazione israeliana, un gran numero di milizie ebraiche sioniste bombardava e uccideva funzionari britannici e arabi palestinesi. I gruppi ebraici, dall'Haganah all'Irgun e alla Banda Stern (Lehi), usarono attivamente il terrorismo contro il mandato britannico sulla Palestina e per seminare paura tra i cittadini arabi. Nell'ottobre 1945, gruppi clandestini ebraici presero contemporaneamente di mira le ferrovie coloniali, le raffinerie di petrolio e le navi della polizia in Palestina. Questo segnò l'inizio di un periodo di due anni di rivolta ebraica sionista sia contro gli inglesi che contro i palestinesi. Nel luglio 1946, l'Irgun fece esplodere l'Hotel King David a Gerusalemme, sede dell'amministrazione britannica, uccidendo 92 persone. Il 9 aprile 1948, i militanti dell'Irgun e del Lehi si sono macchiati del massacro di Deir Yassin, uccidendo almeno 107 palestinesi, tra cui donne e bambini. Deir Yassin era un piccolo villaggio palestinese, con una popolazione di circa 600 abitanti, situato nei pressi di Gerusalemme. In una lettera al New York Times pubblicata il 4 dicembre 1948 Albert Einstein, Hannah Arendt ed altri eminenti esponenti della comunità ebraica statunitense condannarono aspramente il massacro di Deir Yassin e definirono "fascisti", "nazisti" e "terroristi" nell'ideologia, nell'organizzazione e nei metodi sia Menachem Begin (comandante dell'Irgun, che aveva perpetrato la strage) sia il partito Tnuat Haherut (il Partito della Libertà), di cui lo stesso Begin era leader. La brutalità del terrore dell'Irgun contro i palestinesi civili a Deir Yassin aveva lo scopo di scioccare e spaventare gli arabi palestinesi. Il massacro di Deir Yassin è stato uno degli eventi più importanti dell'inizio della campagna sionista di pulizia etnica contro i palestinesi, che da allora hanno continuato a subirne le conseguenze. Altri massacri sionisti in città palestinesi, come Saliha e Lydda, seguirono Deir Yassin e innescarono un esodo di massa dei palestinesi noto come Nakba. Durante l’assalto a Lydda nel 1948, le milizie sioniste massacrarono 426 persone, donne, bambini e anziani inclusi, la maggior parte per le strade ma più di 120 nella moschea di Dahmash. Dopo che la città fu conquistata, arrivò l’ordine da Yitzhak Rabin attraverso Ben-Gurion: “Gli abitanti di Lidda devono essere espulsi rapidamente, indipendentemente dall’età”. La città fu saccheggiata e i profughi privati ​​dei loro oggetti di valore ai posti di blocco sionisti. Da allora i sionisti non si sono più fermati. In realtà l'impero britannico avrebbe potuto contrastare e anche stroncare militarmente il terrorismo sionista in quello che era un suo protettorato, la Palestina, ma il movimento sionista fu molto abile politicamente, tramutando la sua occupazione illegale e la sua violenza terrorista in un atto risarcitorio nei confronti degli ebrei massacrati nell'Olocausto nazista. Opporsi militarmente a un movimento ebreo nel '45,'46,'47 era politicamente insostenibile. Gli europei si misero quindi l'anima in pace lasciando che il conto dei loro crimini perpetrati sulla popolazione ebraica nella seconda guerra mondiale venisse pagato dai palestinesi e dagli arabi. Tutti contenti dunque, tranne i palestinesi ovviamente. Venendo a noi: quello che sta succedendo ora non è che l'atto finale di un progetto genocidiario pensato e teorizzato quasi un secolo fa dal sionismo. L'obiettivo di Israele oggi non è la distruzione di Hamas, foraggiato a suon di milioni di dollari quando serviva per spaccare l'OLP, distruggere Fatah e delegittimare l'ANP. Non è nemmeno e tantomeno la liberazione degli ostaggi, come ben sanno i parenti che protestano giorno e notte davanti a casa di Nethanyau. Gli ostaggi sono stati considerati sacrificabili fin dal primo giorno: un messaggio chiaro che doveva arrivare ad Hamas, nessuna trattativa, perchè l'obiettivo finale è un altro. L'obiettivo è la fine del debole tentativo di autonomia palestinese sui territori di Gaza e Cisgiordania maturato 30 anni fa con gli accordi di Oslo, che hanno portato all'istituzione dell'Autorità Nazionale Palestinese – con il compito di autogovernare, in modo limitato, parte della Cisgiordania e la striscia di Gaza – e che hanno riconosciuto l'OLP come partner di Israele nei negoziati sulle questioni in sospeso. L'obiettivo dichiarato dal governo Israeliano è la tabula rasa di quegli accordi e l'occupazione della terra per la creazione della Grande Israele. L'obiettivo è quindi lo sterminio e la deportazione della popolazione palestinese (stile nativi americani) che attualmente ci vive e la presa di possesso di quei territori da parte dello stato ebraico. Questa strategia genocidiaria e di occupazione può contare sul pieno sostegno americano e sull'ipocrita silenzio europeo - Spagna esclusa - che si tappa tutti gli orifizi possibili per consentire questo orrore, farneticando di cose impossibili come "i due popoli in due stati" mentre quel poco che restava di terra ai palestinesi viene occupata militarmente da Isarele. Possiamo quindi considerarlo a tutti gli effetti un genocidio a paternità occidentale. Quando anche Gaza City sarà distrutta e ridotta a un cumulo di macerie come il resto della striscia Israele proclamerà la vittoria e il possesso della terra. Israele ormai si è macchiata di un crimine contro l'umanità che perseguiterà la sua storia per sempre e che non è emendabile. Resta però un problema: i corpi ancora vivi dei palestinesi superstiti. Il problema dei corpi vivi non è di poco conto per Israele: finché esisterà un palestinese vivo in quella terra, esisterà la Palestina.

Paolo Soglia.

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