Il #buongiorno di Giulio Cavalli
L’Italia oggi voterà sì alle sanzioni contro Smotrich e Ben-Gvir. Ma è la foglia di fico di un Paese che per mesi ha fatto scudo a Israele insieme alla Germania, bloccando perfino il congelamento di Horizon, i fondi che possono finire a sostenere anche l’industria bellica. Roma si concede il lusso di colpire due ministri estremisti già bollati dalla comunità internazionale: un atto minimo, utile solo a salvare la faccia.
Meloni lo presenterà come svolta, ma nessuno potrà dimenticare il silenzio sugli ospedali bombardati, sui campi profughi spianati, sul genocidio certificato dall’Onu che il governo continua a fingere di non vedere. Il paragone con l’Ucraina è imbarazzante: allora l’Europa, Italia compresa, aprì le porte a centinaia di migliaia di rifugiati; per Gaza non si concede neppure lo status di protezione temporanea.
Il voto di oggi è la scelta di chi vuole restare nel gruppo, non la presa di coscienza di una responsabilità. Roma continua a proteggere i contratti militari e i legami strategici, sacrificando ogni coerenza sui diritti umani. Le parole «mai più» pronunciate a ogni commemorazione diventano carta straccia quando servirebbe il coraggio di interrompere rapporti con chi bombarda e affama una popolazione.
L’Italia arriva al voto trascinata, non convinta. E questo è il segno più grave: non è la giustizia a guidarla, ma la paura dell’isolamento. La verità è che Roma non sceglie i diritti, ma i bilanci; non difende la pace, ma le forniture.
Con questo voto timido, l’Italia non lava le proprie mani: le lascia sporche di complicità.
Il governo italiano, con il suo ministro degli esteri, sta studiando un pacchetto di sanzioni per Israele.
La più importante sarà la cessazione immediata degli invii di lasagne precotte e dei seguenti sughi pronti:
bolognese, carbonara, cacio e pepe e i richiestissimi contadina e radicchio con speck.
Verranno proibiti gli ingressi, sulla spiaggia della Pelosetta, ai militari israeliani che avranno ammazzato più di 33 persone. Per l'accesso basterà, comunque,
una autodichiarazione.
Non verrà più importato dal nostro Paese il dolce tipico Israeliano. Quello che venne regalato a me e un mio amico, nel 2011, e che il mio amico giudicò "un buonissimo pasticcio di bietole con rughetta e un retrogusto di cicorietta selvatica.
Ottimo per accompagnare una bistecca di Angus irlandese". Questo procurerà danni gravissimi all'economia di quel paese.
Allo studio l'embargo totale sulle trasmissioni della De Filippi e l'oscuramento, in Israele, dei pacchi di RaiUno.
Verrà inoltre impedita la trasmissione in Italia delle versioni Israeliane del "grande fratello" e della "isola dei famosi".
Mentre i discorsi e le dichiarazioni di Ben-Gvir non verranno tradotti ma sottotitolati.
Verrà proibita l'assegnazione di suites in hotel e posti in prima classe su aerei e treni per i parenti di settimo grado dei militari. Gli altri parenti no, per non essere tacciati di antisemitismo. Non verranno più vendute agli israeliani le caramelle rossana. Infine:
verrà proibita la vendita di poster raffiguranti Ben-Gvir.
Meloni si è già dichiarata d'accordo con le sanzioni.
Qualche dubbio, per la durezza delle stesse, lo hanno espresso Galeazzo Bignami e il solito Bocchino. Salvini sta riflettendo, per lui è un po' difficile. L'ambasciatore israeliano ha gia preannunciato una lettera ufficiale di protesta.
#satira Non credeteci per favore. Il governo italiano non farà neppure quello Giancarlo Selmi


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