Sono passati 17 anni da quel tragico 6 dicembre 2007, in cui otto operai furono coinvolti in un'esplosione all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino, che causò la morte di sette di loro: non finirà mai lo strazio delle famiglie, e la loro pressante richiesta di giustizia. Un "grido di dolore e rabbia" è risuonato alla commemorazione, che come ogni anno si è tenuta questa mattina (6 dicembre) al memoriale delle vittime al cimitero Monumentale del capoluogo. Le vittime sono Antonio Schiavone, 36 anni, deceduto il 6 dicembre 2007, nel luogo dell'incidente; Roberto Scola, 32 anni, Angelo Laurino, 43 anni, Bruno Santino, 26 anni, deceduti il 7 dicembre 2007; Rocco Marzo, 54 anni, deceduto il 16 dicembre 2007; Rosario Rodinò, 26 anni, deceduto il 19 dicembre 2007; Giuseppe Demasi, 26 anni, deceduto il 30 dicembre 2007.
Le famiglie ancora piene di dolore e di rabbia
"Siamo ancora pieni di rabbia e dolore, perché i nostri cari ci mancano immensamente e i maledetti assassini sono liberi - ha detto, a nome dei familiari, Laura Rodinò, sorella di Rosario -. Sono morti perché facevano non il loro lavoro, ma quello di vigili del fuoco. Lo Stato ci ha abbandonato, ma gli chiedo di adoperarsi, perché vogliamo giustizia. Aiutateci perché non ne possiamo più e vediamo altri morti sul lavoro, e chi toglie la vita deve andare in galera e le leggi devono essere rispettate". I parenti contestano il fatto che le pene in Germania siano state ridotte e i due condannati debbano solo passare la notte in carcere, liberi di uscire di giorno.
La procuratrice: per i reati in materia di lavoro prevenzione fondamentale
Alla cerimonia anche la procuratrice generale di Piemonte e Valle d'Aosta, Lucia Musti, presente per "condividere con voi il dolore - ha detto - perché purtroppo nella nostra Repubblica le fonti di morte sono tre, il carcere, gli omicidi di genere e le morti sul lavoro. Una macabra gara di morte". Per la
procuratrice, per i reati in materia di lavoro "una questione fondamentale è la prevenzione, l'accesso ai luoghi di lavoro di chi deve controllare e far sentire il fiato sul collo dello Stato. E le multinazionali, o comunque le imprese, che risparmiano sulle cautele, anche questo è indecente. Contano i risultati e lo Stato ce li ha quando la pena viene eseguita o quando si confiscano i beni e proprio stamattina - ha spiegato - ho chiesto al mio ufficio di aggiornarmi sulle pene dei due cittadini tedeschi condannati per la ThyssenKrupp e mi dicono che in Germania sono in corso di esecuzione".
venerdì 6 dicembre 2024
... ThyssenKrupp ...
17 anni fa la strage sul lavoro alla ThyssenKrupp, il dolore e la rabbia delle famiglie
"In corso di esecuzione in Germania le pene comminate ai due cittadini tedeschi", ha dichiarato la procuratrice generale di Piemonte e Valle d'Aosta, Lucia Musti, presente alla cerimonia al cimitero monumentale.
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