mercoledì 18 dicembre 2024

... ricordare sempre! ...

I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell'adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all'improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!». Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza''.

 (Piero Calamandrei
‼️9 DICEMBRE 1926. APPROVATA LA LEGGE CHE TOLSE ALLE DONNE L’INSEGNAMENTO 

Ricordiamo in questo buio periodo storico cosa ha significato il fascismo per le donne. 
A partire dal 1926 l’emanazione di una serie di leggi penalizzò il lavoro e l’istruzione delle donne riducendo il loro ruolo nella società a un’unica dimensione: quella della madre, moglie, angelo del focolare. 

🔴 Con il decreto del 9 dicembre 1926 Mussolini escluse le donne dall’insegnamento di lettere, latino, greco, storia e filosofia nei licei classici e scientifici, e da quello di italiano e storia negli istituti tecnici. Inoltre vietò alle donne la direzione delle scuole medie e secondarie. A questi limiti si aggiunse l’aumento delle tasse universitarie per le studentesse, raddoppiate rispetto a quelle degli uomini. 

🔴 Già con la riforma Gentile, il regime aveva confinato le donne in licei femminili, che non davano accesso all’Università, e la scuola professionale femminile avente “lo scopo di preparare le giovinette all’esercizio delle professioni proprie della donna e al buon governo della casa”. 

 🔴 Funzioni ben elencate nel “Decalogo della Piccola” italiana del 1935 che così termina: “Il Duce ha ricostruito la vera famiglia italiana: ricca di figli, parca nei bisogni, tenace nella fatica, ardente nella fede fascista e cristiana. La donna italiana è mobilitata dal Duce al servizio della Patria.” 

🔴 L’economista Loffredo, nella sua “Politica della famiglia” del 1938, scriveva: “La indiscutibile minor intelligenza della donna ha impedito di comprendere che la maggiore soddisfazione può essere da essa provata solo nella famiglia.» “Il lavoro femminile crea nel contempo due danni: la mascolinizzazione della donna e l’aumento della disoccupazione maschile. La donna che lavora si avvia alla sterilità e perde la fiducia nell’uomo». 

In sintesi: il regime fascista ha attuato una segregazione sistematica delle donne cercando di ostacolarne l’emancipazione. Un ritardo nello sviluppo civile rispetto alle altre nazioni occidentali che il nostro Paese ancora fatica a colmare. 

 Fonte: Istorica.it

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