SOLIDARIETÀ E SOSTEGNO A.N.P.I., LA SCUOLA È ANTIFASCISTA
Ancora un'altra aggressione fascista nelle scuole
L'ANPI di Grugliasco condanna con fermezza l'aggressione fascista subita dagli studenti delle scuole superiori di Torino e Pinerolo, così come l'azione neonazista in una scuola di Genova.
Questi atti di violenza squadrista, portatori di un chiaro intento intimidatorio, chiamano alla riflessione sull'uso ormai sistematico che le organizzazioni neofasciste fanno della violenza e sul loro rapporto con il potere e le istituzioni.
Uno degli elementi costitutivi del fascismo è storicamente il suo rapporto con le istituzioni: anche oggi i neofascisti vorrebbero ostacolare e impedire l'organizzazione dal basso come i collettivi studenteschi, le autogestioni e le occupazioni, utilizzando anche i loro ruoli istituzionali per svuotare di sostanza la democrazia e colpire chi non si piega oggi come ieri alla loro volontà, soprattutto a scuola e all'università in quanto luoghi di educazione Antifascista e di circolazione della conoscenza ai fini di cambiamenti sociali.
Questa è la scuola della Costituzione: i neofascisti la colpiscono proprio nel suo cuore pulsante di partecipazione e mobilitazione per una società fondata sul diritto e la pace contro una società sempre più militarizzata in funzione della guerra.
Esprimiamo la nostra più profonda vicinanza alla comunità scolastica e in particolare agli studenti feriti al liceo Primo Artistico e allo studente ammanettato e portato via dalla polizia al liceo Einstein di Torino.
Non ci arrendiamo: chiediamo alla giustizia di fare il suo corso, alla politica e alla società civile una netta condanna di questa aggressione e alle autorità competenti di intervenire per arginare l'ondata nera.
Oggi più che mai serve una scuola antifascista e democratica, che garantisca agli studenti gli strumenti per vivere in modo dignitoso le sfide della quotidianità.
Fuori i fascisti dalle scuole!
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Avviso ai naviganti: le aggressioni fasciste non cadono dal pero.
Roma 25 ottobre. Tufello, quartiere popolare di Roma, il liceo Bramante è in stato di occupazione. Da giorni gli studenti tengono viva la scuola. Hanno occupato per la Palestina, per affermare che la solidarietà non è un reato, che la giustizia non ha confini.
Precedentemente tra la notte del 23 e 24 ottobre, quindici individui riconducibili ad ambienti di estrema destra fanno irruzione nella scuola. Entrano con la forza, gridano duce e sfasciamo tutto.
Intonano cori neofascisti, lanciano bottiglie, disegnano svastiche sui muri del piano terra. Gli studenti li respingono Ma uno viene ferito mentre prova a chiudere una porta.
Poi l'epilogo della notte successiva. Tornano: volto coperto, sassi, bottiglie, cassonetti usati per forzare le porte e abbattere l'unica barricata a protezione degli occupanti, dalla quale cercano ad ondate a colpirli.
Come mai, i fascisti operano indisturbati fino alle ore cinque del mattino e poi si dileguano?
Genova stessa notte: gruppo armato di spranghe entra nel liceo scientifico Da Vinci, occupato dagli studenti.
Stesso copione: Viva il duce e devastano aule e laboratori, lasciano svastiche e vetri infranti dappertutto.
La realtà a cui non risponde il ministero degli interni è che le pacifiche occupazioni studentesche devono difendersi dalla materializzazione di un nemico esterno e non meglio individuato che agisce senza problemi.
Roma e Genova, amministrazioni di centrosinistra congiunte da aggressioni in un filo conduttore inequivocabilmente nero.
È una strategia e eversiva perché non si tratta più di episodi isolati.
A Roma, si è aggrediti per una felpa antifascista al Brancaccio,bcome ad Alessandro Sahebi, giornalista. O perché si è gay del circolo Mieli al Testaccio.
Il 17 settembre via Giovanni Lanza, squadristi fascisti aggrediscono con caschi e coltelli i compagni che tornavano dal corteo a sostegno della Palestina e un ragazzo è stato ricoverato in ospedale per gravi lesioni alla testa.
5 ottobre Roma Piazza Vittorio, trenta fascisti armati di bastoni e caschi irrompono in un bar dove alcuni partecipanti alla manifestazione nazionale a sostegno di Gaza riposavano. Esito: locale devastato al suono di cori fascisti e botte a chi indossava una kefiah o una bandiera palestinese.
Le forze dell'ordine non ci sono o arrivano "sempre" a fatti compiuti.
Un ripetersi di aggressioni per le quali , chi ha accusato strumentalmente a vuoto e a reti unificate la sinistra, di violenza, guarda con cinica indifferenza e complicità a tutto questo.
Non una riga di condanna e di solidarietà contro questo fatti è arrivata dai partiti di destra e dalla Meloni.
Siamo dentro la restaurazione di un calibrato clima di delegittimazione politica degli avversari e di totale impunità, che inganna la memoria storica con un revisionismo storico da regime.
A seguire, due giorni fa, mentre nelle città studenti e cittadini vengono aggrediti, a Predappio, oltre mille fascisti marciano impunemente per omaggiare la memoria del dittatore, traditore e assassino Benito Mussolini.
Alla testa del corteo, le tronfie pronipoti e come da copione tra gli organizzatori artefici di Forza Nuova.
La tracotanza e la violenza fascista trova facile sponda e consenso nel governo Meloni e quindi prima di subito serve un rinnovato antifascismo militante.
CONDANNA DEL SALUTO FASCISTA: ALLORA COSTITUZIONE E LEGGI VALGONO AMCORA? Chissà se Benito La Russa e Nordio apprezzeranno la sentenza.
Riporto il post Di Lorenzo tosa:
“Ogni tanto una bella, giusta notizia.
È stato condannato in appello a sei mesi di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici l’allora consigliere comunale di Verona Andrea Bacciga, prima civico poi Lega e oggi Fratelli d’Italia.
Il motivo?
Per aver fatto il saluto romano in Consiglio comunale, in risposta a tre attiviste di “Nonunadimeno”, che erano in aula nel luglio 2018 per combattere due mozioni antiabortiste.
Completamente ribaltata l’assoluzione in primo grado del tribunale di Verona.
Questa sentenza, simbolica, importantissima, applica finalmente l’articolo 5 della legge Scelba nei confronti di chi “compie manifestazioni del partito fascista”.
E ribadisce una cosa fondamentale: fare il saluto fascista è reato.
Non solo.
Oltre alla pena, Bacciga dovrà risarcire 5000 euro all’Aned, associazione legata agli ex deportati nei campi di concentramento, e rispettivamente 800 euro a ognuna delle tre attiviste di Nonunadimeno, che si erano costituiti parte civile, oltre alle spese legali.
Ogni tanto un po’ di chiarore nelle tenebre.”.
Certo, sono passati ottant’anni dalla sconfitta dei nazi-fascisti e la Costituzione ne ha sancita la definitiva e totale esclusione dalla vita sociale del nostro paese. ma, come si sa, le idee non muoiono mai. E i fascisti ci sono ancora, eccome. E stanno rialzando la testa! Proprio per questo la sentenza di Verona è particolarmente importante, perché ricorda a tutti che ci sono delle leggi da rispettare.
XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana:
"È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.".
Su questo testo sono intervenute le precisazioni di Due leggi: “legge Scelba”, del 1952; “legge Mancino” del 1993, che prevedono la punizione di:
. comportamenti discriminatori e violenti ispirati a ideologie di odio razziale, etnico o religioso — spesso legate a movimenti neofascisti o neonazisti;
. chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico,
• chi istiga alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi,
• chi partecipa o organizza gruppi, associazioni o movimenti che perseguono tali fini,
. La l’esposizione di simboli o l’esecuzione di gesti (come il saluto romano) se hanno finalità di propaganda fascista o razzista, o se sono usati per istigare odio o discriminazione.



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