sabato 18 ottobre 2025
... lo spauracchio ...
Lo spauracchio del comunismo e il Paese che non voglio lasciare ai miei figli
Lo spauracchio del comunismo continua a essere agitato dalla destra anche quando, in realtà, c’è solo antifascismo e appartenenza a schieramenti democratici. Forse perché loro, a differenza di chi quel passato lo ha combattuto, non riescono ancora a liberarsene: sono rimasti fermi lì, protetti dall’amnistia Togliatti che non ha fatto giustizia, ma ha gettato colate di cemento sui morti, sulle torture, sulla disumanità, sulla mancanza di libertà e sulle oppressioni del fascismo.
Mi fa profondamente arrabbiare vedere lo scenario di un sistema di potere sostenuto dal basso da una corruzione capillare, e dall’alto da un lavoro costante per garantire impunità ai “vincenti” della società.
Vincenti, sì, perché ogni volta che i soldi pubblici finiscono sui loro conti correnti sono loro a vincere — e noi, che restiamo fedeli a un’idea di giustizia e uguaglianza, siamo i “perdenti”.
Funziona così nella piccola Italietta di oggi: andiamo a fare "le bellelle" da Trump, si diventa cintura nera nella propaganda fatta di slogan da smentire dopo pochi giorni, e si lavora con l’informazione per cancellare la memoria dei “fozzagioggia” — decerebrati, spesso analfabeti di ritorno, manipolati con estrema facilità.
E mentre gli ingenui credono agli slogan, i furbi li sfruttano.
Questo non è il Paese che voglio lasciare ai miei figli.
Lo dico anche con un senso di colpa, perché avrei voluto agire prima. Ma eravamo pochi, pochissimi, a pensarla così. Difficile riconoscersi e costruire qualcosa in un Paese dove il consenso si compra con la paura.
Nel posto dove vivo ci sono molti “vincenti” che da generazioni vivono di soldi pubblici. Mi hanno sempre deriso per i miei ideali: ai tempi della DC, poi da berlusconiani, oggi da “fozzagioggia”. Non lo fanno per convinzione ideologica, ma perché conviene: è più facile cavalcare l’onda dell’informazione e rimbalzare slogan sugli ignoranti che hanno intorno. Non sono stupidi: sono opportunisti.
Hanno sempre un nemico pronto all’uso, gonfiato ad arte dai media italiani a senso unico: l’immigrato, l’extracomunitario, l’islamico, la persona di colore. Problemi che non hanno mai risolto, ne oggi ne tutte le volte sono stati al governo, proprio perchè aiuta la loro narrazione, fatta di razzismo ed intolleranza, quando risolveremo il problema, non potranno più sfruttarli.
Cosi la verità non la dicono mai.
Perché il vero pericolo per questo sistema è un altro: la disuguaglianza crescente.
I nuovi poveri, schiacciati da un potere d’acquisto sempre più eroso. E l’attenzione spasmodica delle destre “vincenti” è tutta rivolta ai forti: banche, multinazionali, assicurazioni. Non certo alla gente comune.
Le misure contro la povertà? Il primo provvedimento è stato smantellare il reddito di cittadinanza, una misura che in ogni paese civile è considerata normale. L’hanno fatto appellandosi alle truffe, dimenticando che abbiamo eserciti di forze dell’ordine per combatterle.
Nel periodo in cui c’era quel sostegno, molti imprenditori si lamentavano di non trovare manodopera. Oggi la trovano: perché possono tornare a pagare 500 euro per 12 ore al giorno, 7 giorni su 7.
Ecco la loro “empatia”.
Ricordo bene le ore passate a riempire i talk show di retorica contro il reddito: è su questo terreno che si vede chi ha a cuore il popolo e chi difende solo i privilegiati.
E qui nasce la vera domanda: come fa la fascia più povera del Paese, che è anche la più numerosa, a votare contro se stessa?
La risposta è semplice: per la narrazione parallela.
“L’extracomunitario ti ruba il lavoro”.
“I crocifissi nelle scuole”.
“La paura dell’islam”.
Una macchina della paura ben oliata, che alimenta la guerra tra gli ultimi e dà forza a chi li sfrutta.
Non hanno ideali, non hanno visione: fanno affari.
E il nostro silenzio, per troppo tempo, glielo ha permesso.
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