Salvatore Guccione.
“Giorgia Meloni Presidente della Repubblica sarebbe una bellissima cosa. È donna, è giovane e ha dimostrato di saper interpretare in maniera molto bilanciata ed equilibrata un ruolo così importante”.
Così, dalla Festa dell’Ottimismo, Matteo Piantedosi ha deciso di lanciare la candidatura di Giorgia Meloni al Quirinale.
Una roba che, a leggerla, sembra satira. E invece è tutto vero.
Perché nel Paese dove si è scambiata la violenza verbale per leadership, ora arriva pure questo: la premier che non riesce a pronunciare la parola “antifascismo” proposta come garante della Costituzione nata dalla Resistenza.
La stessa che, due giorni fa, in nome dell’equilibrio, ha paragonato l’opposizione a un’organizzazione terroristica.
La stessa che, con la dolcezza che la contraddistingue, diede del “criminale” al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in diretta televisiva.
La stessa che, tanto in Parlamento quanto nelle piazze, è rinomata per i suoi toni pacati, per nulla divisivi, sempre concilianti.
La stessa che, per lucrare qualche voto alle elezioni, pubblicò il video di uno stup*o in piena campagna elettorale.
La stessa che propose di affondare le navi delle ONG che salvano vite umane.
“Equilibrata”?
Una donna che divide, insulta e avvelena il dibattito ogni volta che apre bocca?
E questa, secondo loro, dovrebbe essere la garante della Costituzione? La stessa Costituzione nata contro il fascismo?
Ci sarebbe da ridere, se non fosse tutto drammaticamente vero.
domenica 12 ottobre 2025
... abbattere il mostro! ...
Il successo della Meloni? A cosa è dovuto secondo voi il successo della Meloni? Ho assistito ieri al suo comizio di chiusura per le regionali in Toscana. L'intervento, durato circa 35 minuti, è stato pensato, scritto ed interpretato come uno sketch comico, un vero numero di varietà, ideato apposta per divertire il pubblico dei presenti, ovviamente costituito nella quasi totalità di iscritti e simpatizzanti. La Meloni parla insomma esclusivamente al suo pubblico di elettori effettivi o quiescenti, non parla mai agli elettori degli altri partiti. Anzi irride questi ultimi, irride la sinistra. Si prende gioco con volgari battute della solidarietà e del dolore manifestato da milioni di cittadini pro Gaza in Italia e nel mondo, si prende gioco della flottila, si prende gioco di Landini e degli scioperi, di Francesca Albanese e di ciò che lei, relatrice speciale all'ONU per i territori palestinesi, rappresenta. In una parola, la Meloni polarizza lo scontro, e financo l'odio. Non si preoccupa minimamente di conquistare voti al di fuori della propria cerchia, si preoccupa solo di serrare le fila dei suoi sostenitori, ed al massimo di riportare al voto qualcuno degli astenuti della propria area. E quindi, li blandisce, li cosparge di bugie e di promesse, e condisce il tutto con dati assai parziali ed incompleti. Un esempio su tutti? L'aumento dell'occupazione. Uno le sente gridare (perché la Meloni ormai non parla più, urla soltanto) che l'occupazione è aumentata, ed è tentato di crederle. Se lo dice il Presidente del Consiglio in un comizio, o in televisione, sarà vero. Ed in effetti è vero, ma solo parzialmente. Infatti, se vai a vedere i dati ufficiali ISTAT, è vero che l'occupazione è in media aumentata, ma è aumentata solo nelle fasce dei lavoratori più anziani, diminuendo invece fra i più giovani. E' aumentata fra i 60enni e i 70enni?... mi sono chiesto con grande stupore. Sì, cari amici, perché questi non possono andare in pensione per l'allungamento progressivo dell'età pensionabile, e anche se ci possono andare, continuano a lavorare per poter campare, visto che con la pensione non riescono più a farlo. I giovani di contro il lavoro non lo trovano, sono spesso costretti ad andare all'estero e se lo trovano, trovano lavoretti sottopagati. Ecco come un dato, quello dell'occupazione, possa essere vero e tragicamente falso nello stesso tempo. La Meloni da tempo non concede più interviste a giornalisti degni di questo nome, e quando volete che si riuscirà così a smascherarla? Forse alle famigerate calende greche. Per tornare a vincere, dovremo allora inseguire la Meloni sulla sua strada? No, certamente no. Nessuno chiede ai nostri rappresentanti di diventare comici di avanspettacolo. Tuttavia, non dobbiamo avere paura di usare una comunicazione più forte e diretta, dobbiamo tornare a parlare innanzitutto al nostro popolo, a dare una direzione decisa di sguardo e, non ultimo, un abbraccio, una carezza, un sostegno all'uomo che altrimenti è sempre più solo al cospetto della mostruosa complessità della vita di ogni giorno. Dobbiamo tornare alla salvaguardia dei beni comuni collettivi, ai concetti cardine di equità e giustizia sociale. Non mi pare poi così difficile. Tutti noi, nessuno escluso, dobbiamo però dare il nostro contributo. Interveniamo, diciamo la nostra, facciamo di noi stessi l'avanguardia di una rinnovata Sinistra. Oggi, domani e sempre.
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