mercoledì 8 ottobre 2025

... Ernesto Bronzelli ...

Il 7 ottobre è esploso come un colpo di pistola nel buio, e parte del mondo quel giorno ha fatto finta di non sentire. Un giorno di orrore. Un giorno di orrore al quale hanno fatto seguito due anni dello stesso orrore. Orrore di pile di corpi che non fanno più rumore, case ridotte a gabbie di mattoni nudi, bimbi che scavano come cani cercando il sapore di un pane che non c’è più, carestia e fame come vermi che lavorano sotto la pelle. I massacri non sono numeri, sono odori: carne bruciata, fumo acre, polvere da sparo. Da allora solo macerie, bambini che piangono polvere, madri che scavano con le mani nude, e fame, quella fame che gratta l’anima prima dello stomaco. Ed il grande occhio che tutto sa e tutto vede, l’onniscienza, non si accorse di nulla come un ubriaco che ronfa mentre la casa brucia: chiunque con un poco di sale in zucca lo chiama strano. Già, il Mossad, quel mostro che fiuta un respiro a migliaia di chilometri, che fa saltare in aria telefoni e fantasmi con un clic, non solo si scoprì distratto due anni fa, ma ancora non è riuscito a riportare a casa i suoi prigionieri. Strano anche questo, vero? Come se la perfezione si ricordasse di colpire, ma non di salvare. Due anni dopo, la vendemmia è stata di rovine: un popolo intero sradicato, case che non sono più rifugio ma ossa colpite dal vento, ecosistemi di disperazione che sfamano solo il rancore. Non chiamatela giustizia quando la risposta è solo un’altra catena di morti: il conto del sangue non si ripaga con altro sangue, si moltiplica. Chi ha le mani lorde non sta tutto da una parte sola la colpa è una macchia che scorre in modo trasversale: “from the river to the sea” ma anche molto oltre. La pace non si fabbrica con i coltelli né con i massacri che solo moltiplicano fantasmi. Se vuoi la pace devi volere la pace in due: se dall’altra parte non c’è la stessa voglia, non ti resta che restare nudo e sveglio, a contare i morti, e se il mondo crede che basti urlare vendetta per ricomporre le ossa, allora non ha capito niente. Intanto i prigionieri restano prigionieri, i bambini restano senza pane, e l’Occidente guarda sonnacchioso, facendo finta di nulla, indignato a parole ma strafottente nei fatti. Ancora oggi come due anni fa finge di non sentire. Come e quando finirà non lo sa nessuno. Quello che resterà nei libri sarà una macchia di fango e sangue. Non contano più le colpe quando l’orrore riempie la stanza ed quel punto siamo tutti sporchi allo stesso modo, e la storia, come sempre, prima o poi verrà a presentare il conto.

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