lunedì 27 ottobre 2025

... fino a che punto? ...

𝐈𝐧𝐝𝐢𝐩𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐦𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚 𝐮𝐧 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨: 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐚𝐜𝐲 𝐜𝐨𝐧 𝐭𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚? 

Il #buongiorno di Giulio Cavalli 

 Il 22 ottobre, il componente del Garante per la protezione dei dati personali, Agostino Ghiglia, entra nella sede nazionale di Fratelli d’Italia in via della Scrofa 39. La sera stessa il collegio del Garante vota per la maxi-multa da 150 mila euro nei confronti della trasmissione Report e di Sigfrido Ranucci. Ghiglia spiega che il motivo dell’incontro era una presentazione libraria con Italo Bocchino e che ha soltanto «incrociato» Arianna Meloni. La sera successiva, l’autorità che dovrebbe garantire imparzialità sancisce però contro una trasmissione colpita da intimidazioni: Ranucci è stato attaccato, il giornalismo è sotto pressione. Eppure quel voto arriva. Ghiglia precisa che il procedimento è stato istruito, che c’è contraddittorio, che il diritto alla riservatezza dell’articolo 15 della Costituzione è coinvolto. Apparentemente tutto nella norma. Ma restano due domande. Primo: quanto pesa l’immagine del membro dell’authority che entra nella sede del partito che quel giorno approva la sanzione? Secondo: quando la distanza istituzionale non è solo formale, ma sostanza, quali garanzie restano? Le associazioni dei giornalisti definiscono «inquietante» la coincidenza. Chi difende la multa (come Gennaro Sangiuliano) la considera inevitabile. Ma l’apparato delle garanzie non è solo un contenitore tecnico: è anche una percezione pubblica. E se la percezione è che la prossimità politica precede un provvedimento sanzionatorio, la fiducia nella decisione si frantuma. Il diritto alla riservatezza, vitale, non si conterrà in un foglio tecnico: ha bisogno di istituzioni che non diano l’impressione di aver preso il caffè prima di deliberare. In democrazia non basta che le regole vengano rispettate: occorre che si veda che la regola ha valore indipendente dai soggetti. Perché quando l’authority visita il partito e il partito vede l’authority, la normalità diventa simbolo — e il simbolo conta assai più dei pezzi di carta.

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