Vedo un filo ideale, politico e anche generazionale che lega i volontari disarmati della Flotilla ai volontari che 80 anni fa andarono in montagna.
Con tutte le differenze storiche del caso, ovviamente, ci sono però elementi comuni.
Anche oggi abbiamo un governo che ha fatto precipitare la dignità internazionale dell'Italia nell'ignominia: ignora ostentatamente un genocidio, ma non solo: sostiene attivamente un criminale di guerra, Netanyahu, lo finanzia.
E non cerca neanche di coprirsi con atti simbolici come il riconoscimento dello Stato di Palestina, l'Italia è unico paese del nucleo storico della Ue e ormai uno dei pochi del mondo a non aver aderito.
Mai l'Italia era caduta così in basso nel dopoguerra.
La Flotilla ha dimostrato a un paese imbruttito e indolente che ci si può ribellare alle ingiustizie e che tutte le armi del mondo, la violenza sistematica, sono inutili di fronte alla coscienza dei giusti, non cambiano la ragione con il torto.
E questo ha scatenato un entusiasmo giovanile come non si vedeva da oltre 20 anni, dai tempi del G8 e del movimento no global.
Per molti ragazzi questo è un momento iniziatico, importante, come lo fu per altre generazioni la mobilitazione contro la guerra nel Vietnam , o appunto, in condizioni interne ben più drammatiche, la Resistenza.
Anche a noi "vecchi" la Flotilla ha dato una boccata di ossigeno strappandoci da quella soffocante condizione di impotenza, frustrante, del dover assistere a crimini così orrendi sentendosi inutili.
La sistematica uccisione di una popolazione civile, messa in piedi con perfetta organizzazione e dispiegamento di mezzi dal governo israeliano, che è arrivato persino all'abominio di usare la fame e la sete per stroncare un popolo, viene fatta sotto l'occhio distratto ma anche si direbbe compiaciuto del nostro governo, che ci rappresenta davanti al mondo, anche a noi che gli siamo ostili.
Bene, questa catena è stata spezzata.
Tutti i partiti sono stati travolti, anche quelli di opposizione, da un movimento popolare che non vuole timidi intermediari, che se ne fotte del voto nelle Marche e di quanto questo o quel politico abbia parlato nel suo comizietto della Palestina.
La foga con cui i servi mediatici al servizio del governo (neo) fascista si scagliano per denigrare con la bava alla bocca la Flottilla (i vari Vespa, Sechi, etc, e tutta l'armata Rai e i giornali della destra) è inversamente proporzionale alla rabbia nel vedere che il veleno che sputano a reti unificate non ha alcun effetto, anzi, nel paese cresce la solidarietà agli oppressi e l'ostilità agli oppressori.
Infine un ultimo effetto tonico e balsamico per la mia anima: avermi ridato il senso della parola "compagno" così squalificata e persa negli anni.
So chi sono i miei compagni, li riconosco, e non hanno una etichetta o una tessera in tasca, i miei compagni sono quelli con cui faccio un pezzo di strada, e che mi piace pensare che assieme a loro, come successe per quelli che andarono in montagna, pochi o tanti che fossero, si restituisca dignità e onore a questo paese.
Paolo Soglia.


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