lunedì 12 maggio 2025

... tre anni persi!!! ...

A distanza di quasi tre anni dalla sua elezione gli italiani senzienti si domandano come sia possibile che una premier non rilasci mai interviste con contraddittorio preferendo monologhi autoreferenziali, sterili e decostruttivi. Una premier che si pone le domande da sola è che si applaude mentre risponde, ma sempre in prima serata e rigorosamente con l’Adnkronos come scenografia, perché la stampa libera va bene solo se è gentile, riverente e già d’accordo sui titoli, che si palesa umana ma anche leader! Poi sono pervenute le asserzioni di Mattarella: che ci ha parlato di salari insufficienti e di famiglie col portafogli sempre più vuoto, occulta quelle parole! Poi si piange un po’ addosso parlando di attacchi sessisti e giocando nola carta del vittimismo ogni volta che il tavolo diventa scomodo e quando assumiamo consapevolezza che le famiglie italiane non fanno figli per ragioni economiche perche’ i giovani guadagnano come negli anni Ottanta, solo che senza l’affitto a cinquantamila lire. Meloni sostiene falsamente di aver fatto miracoli sull’occupazione, e vuole fare lo stesso sulla natalità, x#u ignorando che uno stipendio da call center non fa famiglia ma solo gastrite. Le galere? Niente indulti, troppo rischioso, meglio più celle. Aggiungiamo muri invece di togliere reati. Punire è meglio che capire. Che poi suona bene nei comizi e nei meme col font grosso. E intanto il ponte di Salvini si costruisce a colpi di interviste e rendering, come i castelli di sabbia: ci si crede finché non arriva la realtà. Il premierato? “Madre di tutte le riforme”, dice. Ma senza dire quando, come, con chi. Un po’ come il pranzo gratis. Poi arrivano i capitoli esotici: Trump, amico ma non troppo, però abbastanza da condividere l’odio per le femministe e il Columbus Day, perché il futuro va riscritto con il passato dei cowboy. Con Macron è tutta una questione di “sensibilità culturali diverse”, che è il modo elegante per dire che si odiano ma senza litigarsi davanti agli altri. E infine, il momento magico: il fascismo. O meglio, l’antifascismo, che secondo lei è sospetto, vago, forse anche un po’ maleducato. Dice che non lo usa, non lo ama, perché anche gli antifascisti hanno sbagliato. E quindi meglio non usarlo. La logica è semplice: se qualcuno ha fatto una sciocchezza mentre combatteva un regime, allora tutto il movimento è in discussione. È come dire che siccome un medico ha sbagliato una diagnosi, allora la medicina è un’opinione. Tutto torna, nel grande teatro del potere educato e del populismo in doppio petto. Qui niente puzza, tutto è lucido, stirato, inamidato. Anche le menzogne. Basta solo non chiamarle così. Basta raccontarle con voce ferma ormai divenuta gutturale grazie alla pre menopausa, ma soprattutto con quella retorica che sa di niente ma suona benissimo alle orecchie dei suoi ignari sostenitori delle due illazioni quotidiane che fanno del male al paese intero!

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