giovedì 22 maggio 2025

... Servizio Pubblico??? ...

5 maggio 2025: l’AD della RAI, Giampaolo Rossi, firma una circolare interna. Tutti i dipendenti e collaboratori devono dichiarare se intendono candidarsi o partecipare a comitati politici o referendari. In tal caso, sono “invitati ad assentarsi” usando ferie, permessi o aspettative non retribuite. Chi non lo fa? Rischia “ogni opportuna misura”. Motivo ufficiale: “tutelare la neutralità del servizio pubblico”. Ma la misura colpisce anche chi non appare mai in video: tecnici, impiegati, autori, montatori. Persino chi compare solo nei titoli di coda. 16 maggio: il Tribunale di Busto Arsizio dà ragione all’Associazione ANLoD e blocca la circolare. Il provvedimento, scrive il giudice, “penalizza e quindi discrimina” chi “esprime nel proprio privato una legittima opinione” o anche solo “aderisce idealmente” a comitati politici o referendari. Non è solo una questione economica: viene colpita la libertà di partecipazione politica, anche per chi nel proprio tempo libero prende posizione. Una “dissuasione” che zittisce, “indipendentemente dalle mansioni”, chi dissente. Il Tribunale ordina la modifica: solo chi appare in video e fa dichiarazioni politiche può essere eventualmente limitato. Gli altri devono poter lavorare e partecipare alla vita democratica. La RAI replica: regole simili esistevano già nel 2018, 2020 e 2022. Ma perché rispolverarle proprio ora, alla vigilia di cinque referendum decisivi su lavoro e cittadinanza? Può davvero dirsi servizio pubblico un’azienda che punisce i suoi lavoratori, solo perché qualcuno la pensa diversamente da chi sta al vertice? 

(Fonti: Wikilabour, RAI Ufficio Stampa, Sentenza Tribunale di Busto Arsizio 16/05/2025) 

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