Sono passati 45 anni da quando l'allora presidente della Regione Sicilia, fratello dell'attuale Presidente della Repubblica, fu ucciso a Palermo da un sicario con una serie di colpi di pistola.
Share
Il 6 gennaio 1980 viene ucciso a Palermo a colpi di pistola Piersanti Mattarella, allora Presidente della Regione Sicilia e fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per l’omicidio verranno condannati i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nené Geraci. A distanza di 43 anni da quel giorno, puoi guardare su discovery+ lo speciale In un altro Paese: Falcone, Borsellino e tante altre figure eroiche nella lotta alle mafie negli ultimi decenni di questo Paese.
È la mattina del 6 gennaio 1980, siamo in via della Libertà a Palermo. Piersanti Mattarella esce da casa per andare a messa con la sua famiglia. Va in garage a prendere la macchina, poi si ferma poco prima di uscire dal cancello per far salire la suocera e la moglie, Irma Chiazzese. All’improvviso sbuca un ragazzo incappucciato che si avvicina al Presidente della Regione Sicilia e inizia a sparare...
La pistola s’inceppa e il killer corre verso una Fiat 127 con a bordo un complice. Non scappa. Quel ragazzo col cappuccio in testa torna con un’altra arma e continua a sparare, stavolta ferendo a morte Piersanti Mattarella. Tra i primi ad arrivare sul posto c’è il fratello Sergio, immortalato in una storica foto di Letizia Battaglia. La rivendicazione di un gruppo neofascista porta tutti a parlare di un attentato terroristico. Successivamente indaga sul caso il giudice Giovanni Falcone secondo cui quella mattina in via della Libertà a Palermo c’erano i fascisti Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini, processati anche per la Strage di Bologna del 2 agosto 1980. Per la magistratura di Palermo non ci sono però elementi sufficienti per condannarli per l’omicidio di Piersanti Mattarella. Eppure a confermare la tesi di Giovanni Falcone ci sono le confessioni di alcuni collaboratori di giustizia arrivate nel 1982 e le parole di Cristiano Fioravanti che parla del fratello Giusva come del killer di Piersanti Mattarella. Senza dimenticare la testimonianza di maggior rilievo, quella di Irma Chiazzese, vedova dell’allora Presidente della Regione siciliana, che in quella maledetta mattina del 6 gennaio 1980 riesce a vedere in faccia il killer.
lunedì 6 gennaio 2025
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento