martedì 21 gennaio 2025

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Chi mi conosce sa che mi sono sempre dichiarato contrario all’abuso estetico o comunicativo dell’Antifaxismo. In effetti il mio primo lavoro di ricerca, di cui rimane piccola traccia su una rivista scientifica italiana, discuteva in chiave critica proprio questa postura (genuina e sincera) di parte della sinistra. Ero contrario perchè sapevo che l’Antifaxismo è stato abusato dal centro sinistra come strumento per creare una compattezza valoriale in assenza di posizioni socialdemocratiche. In effetti, l’Antifaxismo sembrava una mossa facile e paracula: piaceva a tutti i progressisti e benpensanti, permetteva di sentirsi uniti anche se non si condivideva nulla, forniva l’occasione di dire qualcosa di alternativo alle destre quando invece sul resto si era tutti d’accordo. I tempi sono cambiati però, ora l’Antifaxismo non è più dato per scontato in seguito all’ascesa della destra estrema internazionale. E molte maschere cadono: ora che l’Antifaxismo non unisce ma divide i benpensanti, ora che diventa una presa di posizione forte, molti pseudo-progressisti cominciano a dire che non bisognerebbe richiamarsi a questi valori a voce troppo alta poichè risultano poco attrattivi, perchè si rischia di sembrare “radical chic”. Succede anche nel PD. Non nella dirigenza nazionale, certo, ma c’è un ventre molle del partito che ha sempre usato l’Antifaxismo in maniera strumentale e ora, più o meno velatamente, lo rinnega. Occorre invece ripetere quel che sappiamo da sempre: l’Antifaxismo senza lotta di classe è una mossa estetica e vuota. L’Antifaxismo dei benpensanti, che non hanno nulla da dire sulle cause sociali che generano l’ascesa del faxismo, è solo una paraculata. E i paraculi, si sa, cambiano posizione come cambia il vento. Serve fermezza di lettura e di intenti. Nell’affarismo e nell’ignavia il faxismo trionfa. 

 Gabriele Vacis 
Fai bene ad usare faXismo invece di fascismo. Fascismo era quello che per comandare usava la violenza sui corpi. FaXismo è quello raccontato da Aldous Huxley, dove il potere non è costringere e punire, ma divertirsi da morire. L’intrattenimento è la pratica del faXismo che attraversa tutti i partiti. Ventri molli e zoccoli duri… Ed è già qui. 

 • Robin Piazzo 
Gabriele Vacis 
Diciamo che ci siamo arrivati col divertimento, con l'intrattenimento. Ora però si divertono sempre meno persone. Sicuramente i fan, anche italiani, di Musk ora ridono molto, a crepapelle, per il saluto romano poi ritrattato come "gesto autistico". Ridono perchè quella è la classica presa in giro nello stile demenziale online, ma accanto alla risata un po' si gasano perchè quel gesto ricorda loro una virilità che li attrae e li magnifica. C'è una torsione evidente, e per molti la risata si fa sempre più sadica e necrofila. Basti pensare al nostro governo: loro fanno vite dissolute e amorali, poi però a noi ci rifilano i ministeri della famiglia e vogliono punire chi si fa una canna dieci giorni prima di mettersi alla guida.


Se l'uomo più ricco del mondo che manda razzi nello spazio manco fossero aeroplanini di carta in una stanza fa il saluto n@zista all'insediamento del neopresidente americano che vuole aumentare le spese militari al 5% del Pil direi che c'è poco da star sereni. E direi che è il momento che il movimento per i diritti e per la pace nel mondo si dia una svegliata, ma una svegliata, ma una svegliata di quelle che il '68 a guardarsi indietro deve sembrare una riunione di circolo. Questi vanno fermati. E vanno fermati con la calma e la determinazione e con la rinascita di un movimento senza precedenti nella storia. O sarà questo o sarà la barbarie perché i barbari sono già al potere. 

 Mario Imbimbo.

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