domenica 17 novembre 2024
... profetico !!! ...
Lo sviluppo che questo nuovo potere vuole dà un colpo di spugna al fascismo tradizionale, che si fondava sul nazionalismo o sul clericalismo, su vecchi ideali, e instaura una forma di fascismo nuovo e ancora più pericolosa. E’ in corso nel nostro paese questa sostituzione di valori e di modelli, sulla quale hanno avuto grande peso i mezzi di comunicazione di massa e in primo luogo la televisione. Con questo non sostengo affatto che tali mezzi siano in sé negativi: sono anzi d’accordo che potrebbero costituire un grande strumento di progresso culturale, ma finora sono stati un mezzo di spaventoso regresso, di genocidio culturale….. La distruzione di valori in corso non implica una immediata sostituzione di altri valori, col loro bene e il loro male, col necessario miglioramento del tenore di vita e insieme un reale progresso culturale. C’è nel mezzo un momento di imponderabilità e qui e ora sta il grande pericolo. Pensate a cosa può significare in queste condizioni una recessione economica, e vi corre un brivido se vi si affaccia il parallelo con la Germania degli anni Trenta. Qualche analogia il nostro processo di industrializzazione degli ultimi dieci anni con quello tedesco di allora ce l’ha: fu in tali condizioni che il consumismo aprì la strada, con la recessione degli anni ’20, al nazismo…. Quando vedo intorno a me i giovani che stanno perdendo gli antichi valori popolari e assorbono i modelli imposti dal capitalismo, e rischiano una forma di disumanità, una forma di atroce afasia, una assenza di capacità critiche, una passività, ricordo che erano le forme tipiche delle SS e vedo stendersi sulle nostre città l’ombra orrenda della croce uncinata. Una visione apocalittica la mia. Ma se accanto ad essa e all'angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui.
Pier Paolo Pasolini – Milano, 7 settembre 1974, dibattito all'interno di una Festa dell’Unità dal titolo ''Ideologia e politica nell'Italia che cambia'' al quale parteciparono anche il pittore Renato Guttuso e Giorgio Napolitano.
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