sabato 16 novembre 2024

... legge n. 86/2024 ...

Qualcuno chiede cosa ne sarà ora della legge n. 86/2024. 

Le "destre", tradendo i cittadini che le hanno elette, minimizzano e parlano di "ritocchini", mentre Salvini dice che si va avanti (come una locomotiva lanciata a folle velocità contro i respingenti su un binario morto-ndr) perché bastano "alcune modifiche nel corso dell'applicazione". 
Eh no, non è affatto così perché dal comunicato stampa della Corte Costituzionale emergono SETTE profili di incostituzionalità dello "sfasciaitalia", principalmente riferiti ad un maggiore coinvolgimento del Parlamento, messo invece volutamente da parte da Giorgia Meloni nell'ultima stesura approdata in Senato a gennaio del corrente anno (in vista del suo "premierato alla Orban", assaporato con ampio anticipo-ndr). 
Il comunicato stampa, da me citato, parla di incostituzionalità con riferimento a: la possibilità che l'intesa tra lo Stato e la regione e la successiva legge di differenziazione trasferiscano materie o ambiti di materie, laddove la Corte ritiene che la devoluzione debba riguardare (solo-ndr) SPECIFICHE funzioni legislative e amministrative e debba essere GIUSTIFICATA in relazione alla singola regione, alla luce del richiamato principio di sussidiarietà. QUESTO NELLA LEGGE CALDEROLI NON C'E'! il conferimento di una delega legislativa per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti i DIRITTI CIVILI e SOCIALI priva di idonei criteri direttivi, con la conseguenza che la decisione sostanziale viene rimessa nelle mani del Governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento. QUESTI, gli idonei criteri direttivi, NELLA LEGGE CALDEROLI NON CI SONO e la sostanziale rimessa nelle mani del governo è stata introdotta proprio dalla Meloni quando il testo è approdato in Senato! la previsione che sia un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dPCm) a determinare l'aggiornamento dei LEP. QUESTO E' SCRITTO invece NELLA LEGGE CALDEROLI, in quanto introdotto espressamente dalla MELONI, come esposto innanzi! Mi fermo qui nella disamina dei motivi ostativi alla applicazione "sic et simpliciter" della legge n.86/2024, come invece sta tentando disperatamente di fare Calderoli con Zaia, Fontana e Cirio: sono tutti macigni che sbarrano la sopravvivenza e la applicazione di una legge che dovrà tornare in Parlamento, ma con la differenza sostanziale che prima era una questione tra Salvini, Calderoli e Meloni, in vista del "premierato alla ungherese"...ora non più. Concludo chiedendo al governo: sarà disposto a modificare la legge, adeguandola alle osservazioni di incostituzionalità della Consulta, ed a ripercorrere l'iter parlamentare? In quali tempi, visto che la legge finanziaria batte alle porte? E del referendum abrogativo dell'intera legge, quello che ha raccolto in brevissimo tempo 1.300.000 adesioni, che ne sarà? Vi rimando alla fine dell'articolo che qui posto...ed incrocio nel frattempo le dita, anche nella speranza che chi ha votato questo governo e chi non è andato a votare il 25 settembre 2022 apra finalmente gli occhi: qui si sta davvero rompendo l'unità di una Nazione ed i rilievi della Consulta lo hanno messo nero su bianco. Antonio Anelli.

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