mercoledì 24 gennaio 2024

... omaggio a Rutger Hauer ...

RUTGER HAUER Rutger Hauer (Rutger Oelsen Hauer). 

Data di nascita 23 gennaio 1944 a Breukelen (Paesi Bassi) ed è morto il 19 luglio 2019 all'età di 75 anni a Beetsterzwaag (Paesi Bassi). 

 Attore olandese, conosciuto in tutto il mondo grazie all'interpretazione del replicante filosofo in Blade Runner di Ridley Scott. Ha "visto cose che voi umani...", ha riso e pianto in film di diverso genere, dimostrando grandi capacità di versatilità. La passione con la quale porta avanti il suo mestiere lo ha reso un personaggio cult tra i cinefili. 

 Gli esordi 


Figlio d'arte (i genitori sono attori drammatici), cresce ad Amsterdam assieme alla sua famiglia. Di animo irrequieto fin da giovane, a soli quindici anni si imbarca su una nave mercantile per imitare lo spirito avventuriero del nonno. Malato di daltonismo, è costretto a scendere a terra, dove colleziona un'espulsione scolastica una dietro l'altra. I genitori pensano allora di iscriverlo ad una scuola di recitazione ma anche lì non resiste a lungo e alla prima occasione, viene cacciato via. Si diletta così in numerosi lavori, dall'elettricista al carpentiere, prima di partire per la Svizzera, dove diventa una guida alpina e poco dopo un macchinista nel teatro di Basilea. Nel 1967 ritorna nella città natia e porta a termine gli studi d'arte drammatica. Si diploma e in breve si avvicina al mondo del teatro sperimentale che frequenta per cinque anni, fino al debutto televisivo nella serie olandese Floris (1969), dove interpreta un coraggioso cavaliere. 

 L'amicizia con Verhoeven e il successo di Blade Runner 

Il suo carattere stravagante e la versatilità del talento si assemblano bene insieme; un connubio che si fa subito notare da un grande autore come Paul Verhoeven che lo chiama a recitare nel ruolo da protagonista in Fiore di carne (1973), Kitty Tippel... quelle notti passate sulla strada (1974), Soldato d'orange (1979) e Spetters (Spruzzi) (1979). La collaborazione tra i due connazionali garantisce ad Hauer una certa visibilità in Europa. In seguito oltrepassa i confini, conquistandosi una fama internazionale, grazie al poliziesco I falchi della notte (1980), dove recita al fianco di Sylvester Stallone, e al ruolo del replicante filosofo di Blade Runner (1982) di Ridley Scott. Da quel momento in poi, dalla frase memorabile "Ho visto cose che voi umani...", la sua vita cambia totalmente, raggiunge una popolarità sbalorditiva e il suo personaggio conquista un posto speciale nella top ten dei ruoli cult del cinema. 

 Alti e bassi di un attore in ricerca 

Nella prima metà degli anni Ottanta, lo vediamo in alcuni film mediocri (Assassinio a sangue freddo, Chanel solitarie, Il nido dell'aquila) che equilibrano il grande successo di pubblico e critica degli altri film del periodo, tutti firmati da registi di spessore. Ammantato in un'atmosfera plumbea da noir, recita nell'ultimo film di Sam Peckinpah, Osterman Weekend (1983), ma si afferma anche in un ruolo più sentimentale nel romantico Ladyhawke (1985) di Richard Donner. È un intenso killer senza cuore nell'angosciante The Hitcher - La lunga strada della paura (1986) di Robert Harmon, prima di lavorare con il regista italiano Ermanno Olmi come protagonista de La leggenda del santo bevitore (1988), vincitore del Leone d'Oro a Venezia. 

 I b-movies e qualche film mediocre 

Con la fine degli anni Ottanta e durante gli anni Novanta, lavora molto ma non replica i successi dei decenni precedenti. Ormai attore conosciuto in tutto il mondo, è lui a farsi affiancare da Madonna e Matt Dillon ne I maledetti di Hollywood (1989), da Nastassja Kinski e Faye Dunaway in In una notte di chiaro di luna (1989) di Lina Wertmüller ma entrambi i film non ottengono grandi consensi. Colleziona così una galleria di personaggi in film minori come Detective Stone (1991), Le mani della notte (1992) e l'horror Buffy l'ammazzavampiri (1992), flop colossale, inspiegabile interpretazione di un grande attore come Hauer. Il suo destino sembra ormai relegato ai b-movies (tra i quali ricordiamo Sopravvivere al gioco, Sangue innocente, Crossworlds - Dimensioni incrociate), rimette in luce le sue qualità recitative in Simon Magus (1999) di Ben Hopkins, interessante commedia drammatica che riflette indirettamente sull'Olocausto. 

 Il ritorno da protagonista 

Ritorna al vecchio amore della fantascienza con il film Swarm - Minaccia dalla giungla (2001), poi compare in parti minori nel drammatico I banchieri di Dio - Il caso Calvi (2002) e in Confessioni di una mente pericolosa (2003) di George Clooney. Compare anche in Sin City (2005) e Batman Begins (2005), oltre che nel film dedicato allo sport Vivere un sogno (2007), prima di ritornare protagonista assoluto di un film nell'epico Barbarossa (2009) di Renzo Martinelli, dove duetta con Raz Degan. Nel 2011 lo vediamo nel thriller Il Rito e ancora una volta diretto dal maestro Ermanno Olmi nel drammatico Il villaggio di cartone. L'anno successivo è nelle sale cinematografiche con il drammatico film di Lech Majewski I colori della passione, nel quale interpreta il ruolo del pittore Pieter Bruegel mentre dipinge uno dei suoi massimi capolavori, "La salita al Calvario", e poi con Dracula 3D di Dario Argento. 

 La morte 

Muore il 19 luglio 2019, a 75 anni, nella sua casa di Beetsterzwaag, in Olanda. La notizia viene resa nota dal suo agente solo a esequie avvenute.

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