sabato 6 gennaio 2024

... parole di dissenso ...

Non amo e non mi appassionano i discorsi dei presidenti della repubblica di fine anno, ma li ascolto sempre per doverosa conoscenza e per rispetto del capo dello stato. Non intendo in questo breve scritto analizzare l’intero discorso di Sergio Mattarella, ma condividendone la matrice dell’intervento incentrata su pace e violenza, trovo ingiusto e non condivisibile il suo fondamentale passaggio sulla terribile tragedia in Palestina. Non una parola sulle migliaia di bambine e bambini barbaramente uccisi, sul bombardamento di ospedali e chiese, scuole ed edifici civili, nulla sul genocidio, sulla pulizia etnica e sui crimini di guerra e contro l’umanità commessi dallo Stato d’Israele, niente di niente sull’occupazione illegale israeliana della Palestina e sulla devastante tragedia umanitaria a Gaza dove non ci sono acqua, cibo e medicine. Caro Presidente, non c’è pace senza verità e giustizia, allora dobbiamo tutte e tutti usare parole chiare e giuste ed indicare davanti alla storia chi sono gli oppressi e chi sono gli oppressori. Lei è stato chiaro dal mio punto di vista, ma non giusto, con rispetto ma con la critica che la mia libertà e la costituzione repubblicana mi consentono di poter rivolgere anche alla massima carica dello Stato. Mi auguro che nell’anno appena iniziato ogni persona abbia la libertà, la volontà e il coraggio di scegliere da che parte stare della storia, di non essere mai indifferente o complice. Ho scelto da ragazzo, da laureato, da magistrato, da parlamentare, da sindaco, da intellettuale, da uomo laico e credente, di stare sempre dalla parte degli oppressi, mai degli oppressori. È la sete di giustizia che mi ha sempre agitato. E mi auguro anche, sig. Presidente, che non sia mai più violato nella nostra repubblica antifascista l’art. 11 della Costituzione e che, quindi, si interrompa immediatamente la cessione di armi da parte dello Stato soprattutto in Ucraina. 

 Luigi de Magistris.

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