lunedì 24 marzo 2025
... 24 marzo 1976 ...
#Argentina Nella notte del 24 marzo del 1976 una voce solenne e marziale diffonde via radio e tv l'annuncio che una giunta militare guidata dal generale dell'esercito Jorge Rafael Videla, integrata dai capi della Marina e dell'Aviazione, Massera (intimo amico di Licio Gelli) e Agosti, ha destituito la presidente in carica, Isabelita Peron, assumendo pieni poteri.
Inizia una tragedia collettiva e privata che portera' alla 'desaparicion' e alla morte di oltre trentamila persone, nell'indifferenza, nella accondiscendenza interessata e nella complicita' delle grandi potenze del tempo a cominciare dagli Staff Uniti e persino del Vaticano.
Fin dalle primissime ore che seguono al colpo di stato, arresti, perquisizioni, interrogatori, torture e sparizioni diventano moneta corrente.
Studenti, sindacalisti, lavoratori e semplici cittadini accusati di simpatizzare per le 'forze della sovversione' vengono perseguitati senza pietà.
I garage di Buenos Aires si trasformano in mattatoi, viene inaugurata l'atroce pratica dei 'voli della morte' e la famigerata Esma, la scuola superiore di meccanica della Marina.
È la 'Guerra sucia', la 'Guerra sporca', che il regime mette in atto per reprimere la sovversione marxista e peronista di sinistra e che cancellò un’intera generazione.
Il regime volle evitare di ripetere gli errori commessi da Pinochet in Cile, dove i militari nella loro arroganza fecero spettacolo della violenza e della ferocia con cui si reprimeva il popolo.
La Giunta militare volle eliminare tutti i suoi nemici senza che si diffondesse la coscienza di tale annientamento.
Gli oppositori sarebbero stati sequestrati da gruppi non identificati, caricati su vetture senza targa e fatti scomparire.
Le operazioni venivano compiute nei posti di lavoro delle persone segnalate o per strada anche in pieno giorno ma la stragrande maggioranza dei sequestri avveniva di notte in casa delle vittime.
Il commando occupava la zona circostante ed entrava nelle case facendo uso della forza. Terrorizzava e imbavagliava perfino i bambini obbligandoli a essere presenti.
La vittima veniva catturata, brutalmente colpita e incappucciata, poi trascinata fino alle macchine che aspettavano mentre il resto del gruppo rubava tutto quello che poteva (in alcuni casi arrivavano perfino dei camion) o distruggeva quello che non poteva portarsi via, picchiando e minacciando il resto della famiglia. Anche nei casi in cui i vicini o i parenti riuscivano a dare l’allarme, la Polizia non arrivava mai.
In questo modo migliaia e migliaia di persone diedero forma a una fantasmatica categoria, quella dei #desaparecidos.
Nessun interrogativo trovò una risposta: la Polizia non aveva visto nulla, il Governo faceva finta di non capire di che cosa si stesse parlando, la Chiesa non si pronunciava, gli elenchi delle carceri non registravano le loro detenzioni, i magistrati non intervenivano.
Intorno ai desaparecidos si era alzato un muro di silenzio. Con i diritti avevano perso anche l’esistenza civile.
Dal momento in cui avveniva il sequestro la persona restava totalmente isolata dal mondo esterno. Depositata in uno dei numerosi campi di concentramento o in luoghi intermedi di detenzione dove veniva sottoposta a torture infernali, e lasciata all’oscuro della propria sorte.
#AmericaLatina
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