lunedì 4 novembre 2024

... in attesa del derby ...

Paolo Vanoli ha parlato dopo la sconfitta del Toro in casa per 1-0. Ecco le sue parole a DAZN:

“Io penso che questo sia un periodo negativo. Ma rispetto a Roma abbiamo reagito. Abbiamo attaccato poco la profondità, solo Pedersen lo ha fatto. Non si possono prendere questi gol. Periodo nero, dobbiamo uscirne tutti insieme. Nel lavoro della settimana non ho percezioni negative. Dobbiamo essere liberi di testa. Quando le partite sono a questo livello, la differenza te la fa la giocata. Ma dev’essere una giocata, non un errore. Poi ci sono anche il palo e il gol in fuorigioco di poco. Ma niente alibi, dobbiamo lavorare di più. Adams? Valuteremo domani con gli esami”. Quanto ha pesato l'infortunio di Adams?'Perdi Duvan, perdi anche l'altro attaccante bravo. E' normale avere uno shock. Ma siamo stati bravi a reagire. Non dobbiamo dare pressioni a Njie, adesso vedremo l'entità dello stop ma lui e Karamoh dovranno darci una mano' Un palo e dei tiri non difficili per de Gea o nn nello specchio. C'è ancora tanto da registrare davanti?'Come sempre dobbiamo lavorare, ma anche Vanja non ha fatto tante parate' Quanto sta crescendo Pedersen?'Ha fatto una partita da quinto vero, gli faccio i complimenti. E' una cosa positiva, i quinti devono avere caratteristiche importanti e ora deve dare continuità' Dove può intervenire lei?'Abbiamo perso un po' di sfrontatezza e leggerezza, all'inizio esprimevamo qualcosa di importante. Dobbiamo ritrovarlo, perdi un po' di autostima dopo questo periodo e devi ritrovare soluzioni nuove. Su questo lavoreremo, sono momenti negativi che devono farti diventare ancora più forte. Vedo sempre la strada davanti: c'è tanto da lavorare, dobbiamo metterci ed essere più attenti. Prima subivamo tanti tiri, ora ad ogni tiro siamo penalizzati. Ma la fortuna bisogna cercarla' In vista del derby anticiperete il ritiro?'Non penso che in una gara così importante ci sia bisogno di motivazioni. E' la partita, da domani ci penseremo e sappiamo quanto è importante per la nostra gente. Servirà una prestazione top, dobbiamo evitare questi errori'

... contestati!! ...

Il racconto che viene fatto dall’Italia (e non solo) di quello che è accaduto ieri a Valencia è in bilico tra il distorto, il superficiale e il parzialmente falso. Ieri a Paiporta, il comune più colpito dalla Dana, in mezzo al fango, tra la gente inferocita, c’erano (giustamente) le tre massime istituzioni: Re Felipe e Letizia di Spagna, il primo ministro socialista Sanchez e il Presidente della Generalitat Valenciana Carlos Mazón del Partito Popolare (e alleato di Vox). Bene. Dei tre, i primi, i reali di Spagna, sono rimasti lì, lei in lacrime, lui ad ascoltare, a prendersi insulti, fischi, persino del fango addosso. Senza alcuna responsabilità politica. E, quando è finita, Felipe ha detto: “Bisogna capire la rabbia della gente”. Il secondo, Sanchez, è stato colpito da un bastone e, come da protocollo di sicurezza, a quel punto è stato portato via. Sapete chi è stato l’unico verso cui nessuno ricorda le contestazioni, gli insulti, il fango? Carlos Mazon, l’unico che davvero si è meritato tutto questo. Che ha fatto quello che fanno sempre a destra in questi momenti. È scappato appena ha visto l’aria che tirava. Lui che nega l’esistenza della crisi climatica. Lui che ha minimizzato l’allerta meteo che stava arrivando. Lui che ha eliminato l’unità di risposta rapida in caso di emergenza. Lui che è responsabile primario del mancato allarme e del ritardo vergognoso dei soccorsi. Eppure in tutto il mondo quello di ieri è diventato il giorno della contestazione al Re e al primo ministro. E sapete chi chi c’è dietro a tutto questo? L’estrema destra, che ha rivendicato l’attacco a Sanchez. La stessa estrema destra negazionista del clima, tanto per far capire il livello di ipocrisia e sciacallaggio che si possono raggiungere. Non amo i reali, la considero ovunque un’istituzione vetusta e superata. Ma le cose bisogna raccontarle tutte, fino in fondo. Altrimenti anche una tragedia immane come questa non sarà servita a nulla. 

 Lorenzo Tosa.

domenica 3 novembre 2024

... Torino 0 Fiorentina 1 ...

Purtroppo adesso dobbiamo guardarci da quelle dietro! Ultime sette partite, perse sei!
Potevamo avere una difesa con Buongiorno, Bremer e Bellanova invece abbiamo Coco chanel, Marzapan e shampo libera e bella Pedersen
Squadra veramente penosa? Veramente schifosa mai visto una tragedia di gioco e giocatori! Ci siamo gasati con un primo posto dopo 47 anni per finire dritti in serie B di questo passo!! Vanolismo avevo cominciato a sentire!!! Ma in cosa che non capisce che certe partite e’ meglio puntare a prendere un punto vista la situazione in cui ci troviamo!! Cambiare modulo?? Giocatori in difesa scarsissimi quasi rimpiango Maltagliati e Fattori di altri tempi Poi ci si mette anche la sfiga con i vari infortuni Sabato ci sarà la settima sconfitta in 8 partite non illudiamoci il nostro campionato comincerà dal Monza In ultimo ma non ultimo vaffanculo Cairo con questa squadra del cazzo inventata all’ultimo momento dopo aver ceduto Buongiorno e Bellanova!! Vendi e levati dalle palle almeno cercheremo di avere una squadra dignitosa almeno anche con dei cambi decenti Premetto che se anche con il Monza (tralascio il derby) non si vedranno svolte io il Vanoli non lo vedo adatto a combattere per la salvezza se non comincia a pensare di cambiare modulo! 6 sconfitte (in arrivo una probabile settima) nelle ultime 7 partite sono un indecenza!!! E’ ora di una contestazione seria alla dirigenza (non alla squadra durante la partita che già sarebbe autolesionismo) Scusate lo sfogo ma non si può subire incazzature simili ogni giornata FVCG

... match day ...

sabato 2 novembre 2024

... in morte di Pier Paolo ...

"Dissero che da lontano non sembravi nemmeno un corpo, tanto eri massacrato. Sembravi un mucchio di immondizia e solo dopo che t'ebbero guardato da vicino si accorsero che non eri immondizia, eri un uomo. Mi maltratterai ancora se dico che non eri un uomo, eri una luce, e una luce s'è spenta?"

 - Oriana Fallaci, Lettera a Pier Paolo Pasolini, novembre 1975
La notte che divide i santi dai morti, fra il sabato 1º novembre e la domenica 2, 49 anni fa, veniva barbaramente ucciso Pier Paolo #Pasolini, abbandonato in uno sterrato presso l'idroscalo di Ostia. Da quella tragica notte del 1975 su Pasolini è stato scritto e detto tanto. Continuamente, senza sosta. La vita del poeta, sino alla tragica fine, fu la ricerca di una provocazione che rimetteva dinamicamente in discussione le idee, i preconcetti, gli atteggiamenti del mondo. Forse nessun impegno intellettuale e morale fu così appassionatamente partecipe dell’ambiente e del dramma del proprio tempo. Era un poeta, innanzitutto un poeta: e questo non va dimenticato, pure nella nostalgia della sua voce, quella voce che accendeva quasi con gioia la miccia delle più brucianti provocazioni. 
La domanda è "Perché?" Nazzareno D’Errico. "Pier Paolo Pasolini, un anno fa. Perché?" su "Historia", anno XX, n. 227, novembre 1976; pp. 14-23 Copertina della pubblicazione. Foto di Pier Paolo Pasolini durante la conferenza-stampa di "Salò", Cinecittà, teatro 15, 9 maggio 1975 

 Pier Paolo Pasolini 

 il 2 novembre 1975 uccisero il tuo corpo... «Amo la vita così ferocemente, così disperatamente, che non me ne può venire bene: dico i dati fisici della vita, il sole, l'erba, la giovinezza:... e io divoro, divoro, divoro... Come andrà a finire, non lo so.» E’ Pier Paolo Pasolini che parla ed è quasi un presentimento di morte. Era il 2 novembre 1975 quando venne assassinato come un comune delinquente ma la sua barbara uccisione ancor oggi muove le coscienze e indigna per la mancanza di una verità che a distanza di 49 anni annaspa ancora in acque torbide. Anticipatore del presente, colse i primi segni di disgregazione che avrebbe spazzato via un'identità culturale ispirata ad una scala valoriale non più punto di riferimento. 
Ci manca un uomo come Pasolini e dico uomo perché nonostante la sua portata intellettuale e filosofica rimase sempre uno spirito libero. Ed è l’uomo che mi piace ricordare, quello che univa all’analisi lucida e critica della società dei consumi e dei poteri occulti, la tenerezza dei ricordi d’infanzia tradotti in splendide rime e l’amore incondizionato per la madre Susanna. Tra le tante poesie,  questa é quella che sento di più e che me lo fa amare come fosse un congiunto. 

Casarsa 

Scorre il treno 
sul paese dei temporali e primule, 
impregna ogni mia fibra, 
dai campanili al profumo d’erba dei magredi. 
Lontani i turbamenti giovanili 
consumati in giorni bianchi di sole 
sul greto del fiume, tra i cespugli, 
custodi di inconfessabili pulsioni. 
Inizi, partenze, ritorni, 
il mio destino si compì là 
nella terra madre, 
cuore divino 
ove fui imprigionato al grembo da cui nacqui, 
attorcigliato al cordone ombelicale, 
figlio e padre di cotanto amore. 
Anima mia, Susanna, 
che al sol pronunciarti 
mi si stringe il cuore 
Madre dalle sopracciglia alate 
i tratti soavi, generosa e lieve
 guaivi di nascosto il tuo dolore 
per quel figlio dai grandi ideali 
assassinato nei suoi giorni più belli. 
La paura era di perdere anche me 
che già mi ero perso, 
in una discesa senza luce, 
nel più spaventoso dei conflitti. 
Tu trepidavi intuendo i miei tormenti, 
e non c’era rimorso più grande 
che sentire la tua carezza sulla nuca, 
al mattino 
quando il sole inondava la stanza 
e un vento leggero faceva tremare le tende.

... 2 Novembre ...

... una preghiera per chi ci ha preceduto nell'aldilà ...

venerdì 1 novembre 2024

... Roma 1 - Torino 0 ...

Il signore in foto si chiama Adam Masina. Tiene in mano una cosa rotonda che non ha idea di cosa sia. Questo signore dice di fare il calciatore, ma non si capisce bene a quale titolo. Pare uno appena uscito dal coma dopo un’ischemia ed al quale dicono “potrà tornare a fare quasi tutto, non si preoccupi”, prima di spedirlo a lavorare nella portineria di un ufficio distaccato dell’Asl nel quale se perde bavetta da un lato della bocca nessuno ci fa troppo caso. La scenetta fantozziana mentre cade come un sacco di merda nell’azione che fa tornare al gol la salma di Dybala, è l’emblema di una squadra non squadra zeppa di elementi che farebbero fatica a trovare spazio anche in un sert. Non che l’autore del retro passaggio, un altro caso umano con due piedi più montati al contrario di un bulldog, sia meglio eh: siamo di fronte alla champions league dei miracolati dal mondo del calcio. Parlo di questi due cialtroni perché sono rispettivamente vice capitano e capitano di una banda di pellegrini (non quello della Roma) che stasera è riuscita come ampiamente previsto a far resuscitare un gruppo di zombi guidati da un tizio che ha più gusto nel vestire che capacità di allenare e che nella capitale viene considerato alla stregua del Canaro della Magliana. Sembrano una banda di ritardati che provano senza successo a chiavarsi una serratura. Che disastro Che tragedia Che dispiacere 

 Ernesto Bronzelli.
Penosi. Grazie Cairo! Conta i soldi delle cessioni che sono le tue vere vittorie

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