sabato 30 novembre 2024

... fine mese ...

... hai ancora un mese, anno bastardo, e poi te ne andrai a fanculo, nel dimenticatoio!!

... tutto bene! (si spera) ...

... Maria Rosa è rientrata a casa alle 4,00 del mattino con un verbale di dimissione di 5 pagine da trasmettaere alla dottoressa De Michelis ... trattasi di cistite curabile con l'antibiotico Augmentin.

... Pronto Soccorso h. 01:14 ...

... questo anno non finisce mai di stupirmi ... atrocemente! Maria Rosa è appena salita su di un'ambulanza diretta al Pronto Soccorso dell'Ospedale Maria Vittoria ... una probabile cistite le provoca dei sanguinamenti abbastanza copiosi ... ed io rimango in attesa di notizie ... ed intanto scrivo!

venerdì 29 novembre 2024

... SCIOPERO!!| ...

Il segretario generale della Cgil dal palco di Bologna: “Il governo e le imprese abbiano l’umiltà di saper ascoltare le persone”

giovedì 28 novembre 2024

... fusse ca fusse! ...

Signore e Signori ci siamo….. praticamente ha messo in vendita la società. Ora dobbiamo sperare che la cessione sia più veloce possibile, trovo essenziale che la nuova proprietà possa lavorare nel mercato di riparazione. Con la speranza che arrivi qualche cordata SERIA E PROFESSIONALE. TROPPI SENTIMENTI PER POTERLI DESCRIVERE CHIARAMENTE. In casa Torino il clima appare sempre più incandescente, tuttavia a peggiorare la situazione ci pensano le nuove voci riguardanti la possibile cessione del club. Dopo le smentite in merito a un interessamento da parte di Urbano Cairo, in queste ore si fa largo la possibilità dell’ingresso in società da parte di investitori arabi. Nonostante Cairo non abbia mai messo ufficialmente in vendita il Torino, come ribadito dal Corriere dello Sport, il patron granata potrebbe iniziare a ragionare attorno a un’offerta sui 200 milioni di euro, anche se la base d’asta dovrebbe esser fissata attorno ai 250. Da Riyad circolano voci secondo cui l’establishment arabo stia studiando la situazione del Torino, valutando così la fattibilità dell’operazione, tuttavia molto dipenderà dalla volontà di Cairo che da Milano continua a tenere i rapporti con investitori di tutto il mondo. A fronte delle continue domande sulla cessione, il patron del Torino ha voluto rispondere intervenendo all’evento “Sport Industry Talk” in corso a Roma: “Ho preso il Torino 19 anni fa quando stava fallendo, ma non voglio rimanere a vita e ci sta passare la mano a un certo punto. Ma vorrei che nel momento in cui decida di vendere ci sia uno più ricco di me, allora mi farò da parte. Ma su questo non c’è dubbio. Io non voglio restare a tutti i costi”. 

#CairoBasta #CairoVattene #SFT

... Giorgia & C. on my mind! ...

GIORGIA DELLE MIE BRAME..... 

Il Europa hanno votato, il pluri pregiudicato è passato, insieme a una maggioranza Ursula già in coma. Alla fine nel PD, tranne due distinguo è passata la linea nazionalista, dettata anche da interessi trasversali transnazionali, per buona pace della giorgia, che aveva, in questi ultimi mesi, paventato la concreta ipotesi di una eventuale bocciatura di Fitto per mano di connazionali progressisti. Invece,guarda guarda, alla fine chi ha votato contro, è stata la banda di italianissimi, almeno di passaporto, della lega, su ordine di Salvini che a seconda delle circostanze, in maniera interscambiabile diventano: padani, ungheresi, meridionali, patrioti, ma che pur. sempre feccia rimangono. Un distinguo prevedibilmente indolore quello di Salvini, ma pur sempre di un distinguo si tratta Questa maggioranza europea sarà destinata a implodere, vittima della sua anoressia e di un innaturale connubio di estremi e della loro lotta a rincorrersi. Da oggi in poi, sarà proprio la meloni la prima a mettersi di traverso, incurante di tutto e tutti, tanto l'asettico quanto inutile trofeo di un commissario commissariato (il portafoglio delle sue deleghe è in mano a Dombronskys), da brandire in ogni occasione lo ha portato a casa, poco conta che a farle mancare l'appoggio elemosinato fino alla nausea, sia stato il suo "fido", scudiero ridotto a guidare uno sparuto manipolo di scarti delle destre, nella cui testa frulla con sempre più insistenza: "Papeete".
La Cgil lo chiama addirittura “il vero codice appalti di Salvini”. Esagerato o no, le modifiche al codice partorite in ottobre dal ministero delle Infrastrutture stanno mettendo in allarme il sindacato. In sostanza, è l’accusa, riesce a peggiorare la situazione dal punto di vista della sicurezza e del lavoro e pure della trasparenza di chi lavora nei cantieri e dei meccanismi di assegnazione degli appalti pubblici. Le modifiche sono tante e chirurgiche, ma si capisce il disegno complessivo: aprire appalti e subappalti a imprese meno strutturate. "L’operazione è chiara: far entrare le piccole e piccolissime imprese e far risparmiare su costi e sicurezza" dice Alessandro Genovesi, responsabile appalti della Cgil. Altre modifiche, invece, riducono la concorrenza e la trasparenza. Il decreto, per esempio, permette alle imprese di partecipare alle gare in consorzio usando i titoli di aziende “non esecutrici”, cioè che poi non lavoreranno all’appalto. Più subdola la modifica al project financing, il meccanismo con cui lo Stato affida la realizzazione di un’opera al privato che si ripaga con le tariffe in concessione. Di fatto il decreto apre il meccanismo anche alle opere non inserite nella programmazione ministeriale per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Quando, a metà mattina, si presenta all’hotel di Monte Mario per chiudere i Med Dialogues, Giorgia Meloni è scura in volto. Con il ministro degli Esteri Antonio Tajani quasi non rivolge lo sguardo. Stretta di mano e via. Il vicepremier e titolare della Farnesina è sorpreso: non si aspettava che la premier potesse essere così tanto infuriata. Davanti alle telecamere ostenta ottimismo: “Sono schermaglie, abbiamo trovato una tregua in Libano, la troveremo anche sul canone”. Sembra scherzare. In realtà è furibonda. Soprattutto con il suo vicepremier di Forza Italia che si è impuntato fino all’ultimo per far saltare la maggioranza in Senato. Così, quando finisce l’evento, i due si chiudono pochi minuti in un salottino privato. Meloni vuole far rientrare il caso. E chiede a Tajani di abbassare i toni e di smetterla con le rivendicazioni. Lo fa in maniera durissima.

mercoledì 27 novembre 2024

... Popolo e Politica ...

Le elezioni italiane delle ultime settimane, al di là dei risultati, certificano un dato fondamentale, liquidato con qualche parola di circostanza in ogni analisi: il popolo e la politica si sono separati. Anche in Italia, la maggioranza non vota più. Perché ritiene che la politica non possa fare nulla per migliorare le precarie (in tutti i sensi) condizioni di vita delle persone. È l’esito finale (largamente annunciato) della rinuncia delle democrazie a costruire giustizia sociale: le sinistre (da Clinton a Blair all’Ulivo italiano) hanno fatto proprio il There Is No Alternative di Margaret Thatcher. Non era la politica che decideva, ma l’economia: il mercato. Un suicidio che culmina nell’idea che un Mario Draghi sia il leader naturale dei progressisti. Un bel giorno, però, l’alternativa è arrivata: ed è stata la peggiore possibile, quella della destra xenofoba e razzista. Oggi la rabbia dei poveri (poveri di soldi e di conoscenza) viene messa a reddito dagli imprenditori della paura, rimasti i soli a parlare con loro. E quando poi appare chiaro che le vite non cambiano nemmeno con questa destra (capace di mutare destino solo agli ultimissimi e ai diversi: in peggio), l’estrema disillusione riporta gli elettori nell’astensione, il grande buco nero del rifiuto della politica. Al netto di scelte tattiche azzeccate (Proietti in Umbria) o sbagliate (Orlando in Liguria), penso sia ormai evidente che, sul piano strategico della visione, non ci sia molto da aspettarsi da Elly Schlein. Il mandato esterno al partito, che aveva lasciato sperare in una stagione di vero cambiamento, è stato totalmente vanificato dagli equilibrismi interni, e oggi è difficile dire quale sia la visione del Pd sulla guerra e la pace, sul fisco, sul lavoro, sulla salute e sulla scuola… D’altra parte, la comprensibile necessità di coalizioni elettorali sta massacrando anche l’altra forza di alternativa, il Movimento 5 Stelle: che più diventa ‘responsabile’ (cioè compromesso con la palude), più perde voti, risucchiati dall’astensione. È dunque fin troppo evidente che la politica va cercata altrove: dove è davvero. Nelle lotte, nelle vertenze, nelle solidarietà, nelle associazioni che – su scala locale ma con aspirazioni e metodi globali – cambiano poco a poco il loro mondo: silenziosamente, ogni giorno.

martedì 26 novembre 2024

... Manifestar (appunti) ...

Manifestar (appunti) . 

Manifestar significar per verba non si poria ma per urli sì e anche per striscioni; o canzoni; . Sono venuti a rifare il mondo e, manifestando, se ne dichiarano all’altezza La forza è nella virilità, come una volta Ma la gentilezza è perduta . Qualunque cosa si manifesti altro non viene manifestato che la forza sia pure la forza dei destinati alla sconfitta . Tutto ciò che non si può significar per parole non è che pura e semplice forza - Ma quanta innocenza nel non sapere questo! Quanto bisogna èssere giovani per crederlo! . Poiché la libertà è incompatibile con l’uomo e l’uomo in realtà non la vuole, intuendo che non è per lui, quanti obblighi io mi sono inventato invecchiando per non essere libero! Va bene, ma i più ingenui, i più inesperti, i più semplici,. i più giovani, di tali obblighi se ne inventano ancor di più, anzi, venendo al mondo, la prima cosa che fanno è adattarsi a questo; trionfalmente; facendo credere a se stessi e agli altri che si tratta di obblighi necessari a una nuova libertà. La realtà è che un ragazzo sceso qui dal nulla, e del tutto nuovo, lui, fa subito in modo di difendersi contro la vera libertà E soprattutto un ragazzo che conosce e accetta i doveri; ed egli manifesta la forza della sua accettazione, meravigliosa adulazione del mondo. . Rinasce sempre, attraverso l’obbedienza, la grazia e può darsi, può darsi... Obbedire ai doveri della rivoluzione! Manifestando! . Per quanto fitta sia la trama dei doveri di un anziano qualcosa in essa si è lacerato e io infatti intravedo l’intollerabile faccia della libertà; non avendo più grazia e forza ho cercato allora di difendermi sorridendo, come appunto i vecchi, che la sanno lunga - Ma la libertà è più forte: sia pure per poco essa vuole essere vissuta - . È un valore che distrugge ogni altro valore perché ogni valore non è che una difesa eretta contro di lei; . e i valori, appunto, sono sentiti specialmente dai semplici; dai giovani (solo in essi, appunto, l’obbedienza è grazia); . è sulle loro schiere che contano i Capi per andare avanti, sulle loro pulite, innocenti schiere - Semplicità e gioventù, forme della natura, è in voi che la libertà è rinnegata . attraverso una serie infinita di doveri, puliti, innocenti doveri, a cui, manifestando si grida con aria minacciosa obbedienza, ché i semplici e i giovani son forti e non sanno ancora di non poter tollerare la libertà. 

19 aprile 1970 (Aprile dolce dormire)

lunedì 25 novembre 2024

... la Davis all'Italia ...

L’ITALIA VINCE LA COPPA DAVIS 

Azzurri straordinari a Malaga, gli uomini di Volandri bissano il successo della passata stagione e conquistano la terza Coppa Davis della storia (1976, 2023, 2024). 

 Prima Berrettini sconfigge 6-4, 6-2 Van de Zandschulp, poi Sinner vince 7-6 (7-2 al tie break), 6-2 contro Griekspoor. Troppa Italia per questa Olanda. 

 Si chiude nel migliore dei modi un 2024 unico per il tennis italiano. Un’annata straordinaria, forse irripetibile, che consacra definitivamente l’Italtennis nell’olimpo dei più grandi. 

 Semplicemente grazie ragazzi 

#SisalTipster #TQuality #CoppaDavis #Sinner #Berrettini
UN ANNO FA MI FECE UNA PROMESSA. SONO MOLTO GRATO A JANNIK "No, no… avevo detto che prima o poi l'avremmo vinto insieme. Poi abbiamo deciso di farlo subito.La stagione di Jannik è stata splendida e lui è così come lo vedete, non ha maschere. È stata una Coppa giocata e vinta con grande determinazione, arrivata dopo moltissime vicissitudini personali. Quello che sto provando è una sensazione bellissima dopo tutti i momenti negativi vissuti e le sconfitte brucianti degli anni precedenti. Sono molto grato a Jannik non solo in campo ma anche per quello che ha fatto e fa fuori. Il successo in Coppa Davis è collettivo, di squadra. Anche la scelta di giocare noi due il doppio vuol dire che il gruppo è forte". (Matteo Berrettini) MI FIDO DI LUI "L'anno scorso Matteo ci ha dato una grandissima mano da fuori. La nostra amicizia è nata tanti anni fa. È sana, ci siamo trovati subito. È stata sempre così anche quando non eravamo i giocatori e le persone di ora. Per me Matteo è una persona speciale anche fuori dal campo, quando mi guarda, perché mi fido di lui. E io sono il suo primo tifoso quando gioca. Ha avuto tanta sfortuna in carriera per gli infortuni, gli auguro il meglio..." (Jannik Sinner) MATTEO E JANNIK JANNIK E MATTEO CAMPIONI,AMICI,FRATELLI

... omaggio a LILITH ...

domenica 24 novembre 2024

... Torino 1 Monza 1 ...

Nessuna gestione di gioco nessun genio li in mezzo al campo e patetici nella dinamica dei movimenti! I punti finora raccolti son incredibilmente fin troppi, giusta la retrocessione in una serie inferiore per riprendersi e resettare il tutto con una nuova proprietà e nuovo entusiasmo! I 20 anni di Cairo imbarazzanti da commentare meglio lasciarli alle spalle! Una società così speciale quale è il Toro non può aspettare più di tanto!!! 

 Un'altra delusione, un pareggio opaco, triste, al limite del sopportabile. Davvero troppo poco, serve una scossa. Non sarà tutta colpa sua, ma forse Vanoli non è più un grado di invertire la rotta. La società, in attesa del mercato di gennaio, corra ai ripari, la gente è stufa e non da oggi...

sabato 23 novembre 2024

... di nuovo in gara ...

Vanoli: “La prestazione individuale migliora anche quella del collettivo attraverso le nostre idee di gioco e va messo il noi davanti all'io” 

23.11.2024 15:30 di Elena Rossin 
 Fonte: Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin 

 Paolo Vanoli 

 Sei sconfitte nelle ultime sette partite in campionato più un’altra che ha portato all’eliminazione dalla Coppa Italia, nessun gol segnato nelle ultime tre gare e ben diciotto incassati nei dodici match dall’avvio del campionato, senza dimenticare il derby disputato prima della sosta e interpretato con una prestazione assolutamente non da Toro hanno fatto sì che la squadra di Vanoli dopo un avvio molto positivo con il primo posto in classifica al termine della quinta giornata è man mano scivolata all’undicesimo ed è entrata in crisi. L’allenatore oggi in conferenza stampa in vista della partita di domani con il Monza, ultimo in classifica insieme al Venezia, tra le altre cose ha specificato alcune cose sia sul reparto difensivo sia su quello offensivo. Non ha avuto tanti giocatori perché erano in Nazionale, ma per quel che riguarda il reparto difensivo è riuscito a trovare la posizione giusta per ogni singolo giocatore in modo che possa dare il massimo e riferendosi al reparto offensivo ha trovato soluzioni utili poiché i gol subiti e le conseguenti sconfitte e i pochi gol fatti sono le due cose che sono mancate in questo periodo? “Giusto, penso che per il reparto difensivo rispetto alle prime partite di campionato siamo migliorati. Oggi la cosa più importante per superare questi periodi difficili, che ci possono stare e che ho già vissuto in passato, sia solo fare le cose nella maniera più semplice possibile. Guardare alla propria prestazione ed essere focalizzati su questo. Penso che la prestazione individuale migliora anche la prestazione del collettivo attraverso quelle che sono sempre state le nostre idee di gioco. Quindi ognuno di loro deve dare il 110% sulla propria prestazione: in parole povere adesso bisogna mettere il noi davanti all’io. Questa è la cosa più importante per costruire qualche cosa. Per quanto riguarda l'attacco, devo dire che abbiamo avuto la fortuna che Adams ha lavorato con noi e che è rientrato (dall’infortunio, ndr). Tony è rientrato portando un euro goal bellissimo fatto con la propria Nazionale ed è sicuramente carico, anche se ha giocato in Bolivia quindi dopo viaggio che è stato veramente duro. Però è un ragazzo che è rientrato con l'entusiasmo di volerci a tutti i costi aiutare il Torino ad uscire da questo periodo, questa è la cosa bella. Maripán anche lui ha aggiunto minutaggio e sta trovando una condizione sicuramente migliore rispetto all'inizio. Con Coco siamo stati fortunati e abbiamo gestito al meglio il problema che aveva al tendine e che si portava dietro da tanto tempo e quindi anche lui domani farà parte della partita. Il reparto offensivo è pronto”.

... cambio gomme ...

... stamane cambio gomme per la mia auto ... guidata da Antonio!!!

venerdì 22 novembre 2024

... che succede a Milano? ...

Ambrogino negato a Berlinguer, la nostra replica al centrosinistra 

22 Novembre 2024 

Martedì scorso la Commissione incaricata di assegnare le civiche benemerenze della città di Milano, altresì conosciute come Ambrogini d’oro, non ha accolto la nostra proposta di assegnare quella alla memoria ad Enrico Berlinguer. Al nostro sconcerto e alla nostra indignazione, non solo nostra a ben vedere dalla reazione di migliaia di persone della nostra web-community, inizialmente alcuni esponenti del centrosinistra, sempre in privato, hanno obiettato che tecnicamente non avevano votato contro: “semplicemente non è stata discussa“. Come se cambiasse qualcosa rispetto al risultato finale. Nonostante il tentativo di far ricadere su di noi la responsabilità politica della bocciatura, non renderemo pubbliche, anzitutto perché inelegante, le diverse interlocuzioni private in cui chiedevamo espressamente ad esponenti del centrosinistra, e in particolar modo del Partito Democratico, di adoperarsi per far sì che la candidatura andasse in porto. Spiace, ma non lo facciamo per visibilità Siamo quindi francamente sorpresi del fatto che la capogruppo del PD in Consiglio Comunale accusi in un post su Facebook due giorni fa tutti quelli che si sono indignati, quindi anche noi, di essere “finti scandalizzati” e di aver montato la polemica solo per finire sui giornali. Un’accusa infelice, oltreché politicamente insostenibile, per quel che riguarda il nostro collettivo. Anzitutto, dopo quindici anni di attività a difendere la memoria di Enrico Berlinguer, certamente non abbiamo bisogno di visibilità sui giornali (che per altro hanno una copertura spesso inferiore a molti nostri post sui social, che superano anche i 4 milioni di visualizzazioni). Tanto più che la candidatura noi volevamo tenerla segreta, in quanto, decidendosi gli Ambrogini sempre circa a metà novembre, speravamo di comunicare la bella notizia a Maria Berlinguer, venuta a Milano il 16 novembre a BookCity, giorno del suo compleanno. Come già spiegato nell’articolo in cui rendevamo pubbliche le motivazioni, proprio per rispondere a chi, erroneamente, sosteneva che Berlinguer non c’entrasse nulla con Milano, non siamo stati noi a cercare i giornali: se la prendano Lor Signori con “la fonte” riservata di alcuni giornalisti dentro Palazzo Marino (di cui ci hanno riferito proprio i giornalisti quando abbiamo chiesto “come fate a saperlo?“). Le motivazioni non stanno in piedi Andando nel merito poi delle parole con cui si è cercato di giustificare il mancato Ambrogino d’oro a Enrico Berlinguer, anzitutto la piazza a Milano intitolata nel 2012 è frutto sempre di una nostra petizione del 2011, accolta dall’allora Assessore all’Urbanistica Lucia De Cesaris, che ringraziamo anche in questa occasione per la sensibilità sul tema. Anche all’epoca ci fu chi protestava perché “Berlinguer non c’entra nulla con Milano“. Ovviamente, così non è. Ma proprio perché non basta essere legati in qualche modo a Milano, ma bisogna aver fatto qualcosa per la città per meritarsi l’Ambrogino d’oro, solo chi ha una vasta conoscenza della biografia di Enrico Berlinguer come noi sa che la sua carriera politica nel PCI iniziò proprio a Milano, quando venne inviato da Togliatti a dirigere il Fronte della Gioventù, organizzazione unitaria della Resistenza, impegnata poi nella ricostruzione della città. Un fatto, questo, che si ritrova nelle tre principali biografie scritte sull’ex-Segretario del PCI, quelle di Giuseppe Fiori, Chiara Valentini e Francesco Barbagallo. Senza nulla togliere ad ex-calciatori del Milan come Andrij Ševčenko, che attualmente vive a Londra ed è stato premiato per attività filantropiche a favore dei bambini ucraini, ci sembra che abbia lasciato “un segno nella comunità“, e non solo milanese, più Enrico Berlinguer di altre persone premiate nel corso degli ultimi anni. Per tacere poi di altre figure certamente non così meritevoli cui l’onorificenza è stata assegnata negli anni passati, tanto che il Sindaco di Milano Beppe Sala arrivò a parlare l’anno scorso di scelte clientelari. Ogni posizione è legittima, ma assumetevi anche la responsabilità politica In conclusione, il centrosinistra milanese è pienamente legittimato ad agire come meglio crede, non riconoscendo la civica benemerenza a chi, come Enrico Berlinguer, ha contribuito nei mesi immediatamente successivi alla Liberazione, dal giugno 1945, alla ricostruzione morale, politica e materiale della città, guidando il Fronte della Gioventù e vivendo in città tra Via dei Filodrammatici e Via Conservatorio. Eviti però di provare a scaricare su di noi la responsabilità politica della cosa, accusandoci di doppi fini e di essere dei “finti scandalizzati“. Avendo noi Enrico Berlinguer come maestro di vita e di pensiero politico, non solo siamo realmente indignati, ma non è certamente solo questo quello che ci scandalizza delle decisioni politiche che vengono assunte a Palazzo Marino in questo periodo. 

 Le ragazze e i ragazzi di enricoberlinguer.it

giovedì 21 novembre 2024

... problema Conte? ...

Fatemi capire: la Meloni va solo dove le viene preparata una finta ma adeguata accoglienza ed una "claque" sfegatata (a Bologna infatti non c'è andata-ndr), non rilascia interviste e men che meno si lascia intervistare dai giornalisti sulla sconfitta in Emilia-Romagna ed in Umbria; si lascia intervistare, parola grossa, solo dal "servilissimo" Bruno Vespa (sbagliando i calcoli sul suo cellulare-ndr), parla per "proclami" senza nessun contraddittorio, annulla le conferenze stampa quando vuole e non sa cosa rispondere...ed ora il problema è Conte? 


 La protesta è partita dal Comitato di redazione, che lamenta l'assenza di domande, in quattro minuti di colloquio, sull'esito negativo dei grillini alle elezioni regionali Un’intervista «ampia», le cui «modalità e toni» destano «stupore e preoccupazione» nel Comitato di redazione di Rainews. I sindacalisti interni alla testata televisiva pubblicano una nota critica nei confronti della vicedirettrice Cristiana Prezioso che ha intervistato Giuseppe Conte. Nei quattro minuti andati in onda, lamentano i giornalisti, non è stata fatta alcuna domanda sul risultato negativo che il Movimento 5 stelle ha registrato alle elezioni regionali di Emilia-Romagna e Umbria. «Come ha ricordato di recente il presidente della Repubblica, l’informazione deve essere il cane da guardia del potere. Di sicuro un giornalista non dovrebbe mai fare sconti a un politico, qualunque sia l’appartenenza partitica. Ecco, questa intervista è ben lontana dal modello che ci ha ricordato il Capo dello Stato». Il comunicato si conclude con una domanda: «Facciamo notare inoltre che l’intervista è stata realizzata senza che nessuno si consultasse con la redazione politica. Quali sono i motivi per cui l’intervista è stata organizzata e realizzata da una vicedirettrice in particolare?». 

 Lo stupore della redazione RaiNews e Usigrai 

L’ultimo punto sollevato lascia intendere che ci possa essere una vicinanza tra la vicedirettrice e i 5 stelle. A esplicitarlo è lo storico sindacato del servizio pubblico, l’Usigrai: «Sosteniamo il Cdr di Rainews che ha denunciato con un comunicato i quasi cinque minuti di propaganda per promuovere solo le consultazioni della Costituente del Movimento 5 Stelle. Non una domanda a Conte sull’esito delle elezioni, all’indomani del voto in Umbria e Emilia-Romagna». E arriva l’attacco alla vicedirettrice: «Per evitare sorprese, l’intervista la fa direttamente Cristiana Prezioso, indicata dai quotidiani in quota 5 stelle. Pratica da rigettare quella delle quote politiche, alle quali le giornaliste e i giornalisti del servizio pubblico devono sempre sottrarsi. Ma l’intervista di Rainews, decisa dalla direzione senza dire nulla alla redazione politica, lasciata all’oscuro di tutto, compreso il caporedattore, mostra che il problema è invece lungi dal risolversi e che le ragioni non vanno cercate lontano».

... P 034 -- F M 163 ...

stamane Pronto Soccorso all'Ospedale Oftalmico per un controllo all'occhio destro di Rosa: prescritto collirio con antibiotico e cortisone.

mercoledì 20 novembre 2024

... sogni e desideri ...

𝙄𝙇 𝙋𝙍𝙀𝙎𝙄𝘿𝙀𝙉𝙏𝙀 𝘾𝙃𝙀 𝙑𝙊𝙍𝙍𝙀𝙄 

Il presidente che vorrei dovrebbe emozionarsi per quello che ci emoziona. Dovrebbe avere il granata nel cuore e pazienza se non avesse la birra in mano: visto come vanno le cose andrebbe benissimo anche se fosse astemio. Dovrebbe conoscere la storia del Toro, amare il Toro, vivere per il Toro. Dovrebbe disprezzare la Juve in quanto fonte di ogni male del mondo e mai scendere a patti con loro. Dovrebbe essere Piemontese, meglio ancora se della provincia di Cuneo, ma non di quei posti tristi tipo Saluzzo (SZ) e nemmeno di Cortemilia, Garessio, Ormea o quei paesi talmente vicini alla Liguria che la gente se potesse ti farebbe pagare anche l’aria che respiri. Dovrebbe essere generoso, nel senso più ampio del termine, e non solo riferito al vil denaro. Non vorrei Ferrero però, perché fra l’altro non è nemmeno del Toro, con buona pace di tutti. Già che ci sono, potendo scegliere, non vorrei nemmeno uno che ostenti troppo. Esigerei un personaggio di basso profilo, che mantenga un certo understatement barotto. L’ideale sarebbe un grosso allevatore di bestiame (non importa se bovini o suini) che si alza alle tre del mattino e lavora sette su sette h24, e che non ha nemmeno mai visto il mare in vita sua. Uno che mettesse solo il grano, delegando tutto, e sottolineo tutto, ad una task force composta da Silvano Benedetti, Pasquale Bruno, Ezio Rossi ed i miei amici Fabio Milano e Giulio Rosingana: gente che il Toro sa cos’è e che ne mantiene viva la memoria. Vorrei uno così, e non mi interesserebbe nemmeno poi così tanto se si vincesse qualcosa: non me ne è mai fregato niente. Detto fra noi, mi accontenterei anche di Red Bull, ma in quel caso pretenderei non solo il cambio del nome ma anche del simbolo, in primis perchè quella capra rachitica che scimmiotta un Toro non la posso più vedere nemmeno in foto, et in secundis perché una bella folata d’aria pulita dalle Alpi austriache potrebbe spazzare via a ritmo di Jodel quell’incredibile quantità di sfiga e depressione che ci perseguita da quando ancora il conte di Cavour portava le brache corte. Non ho grosse pretese, in realtà. L’unica cosa che realmente non mi andrebbe giù sarebbe finire in mani di uno di quei tremendi fondi stranieri che imperversano attualmente nel mondo del pallone nostrano. Quelle holding del crimine legalizzato che campano speculando su qualsiasi cosa, spesso e volentieri scommettendo sulle disgrazie altrui. Ecco, questo mi infastidirebbe parecchio, sarebbe persino peggio di Urbano Cairo. So già cosa pensate: “peggio di Urbano Cairo non ci può essere nulla”. Forse, ma non devo essere io a ricordarvi che si usavano le stesse espressioni per Calleri prima, i genovesi dopo e Cimminelli poi e cosa è successo? Che è stato un crescendo rossiniano di indecenza e disgrazie. No amici miei, ci può essere persino qualcosa di peggiore di quella piaga ambulante che attualmente tormenta le nostre giornate come un herpes sul glande. Potremmo trovarci ad esempio in uno di quei cul de sac dai quali non si esce se non con i piedi davanti, il tutto imprecando alla luna perché non ti è rimasta nemmeno una persona fisica con la quale prendertela. Cairo da questo punto di vista è un’OTTIMA valvola di sfogo per le frustrazioni: è l’unico lato positivo che ha, ma non è poco. Quindi che succede? Ci teniamo l’herpes ed il prurito? No, perché non è più umanamente sopportabile. Cairo deve andarsene perché è giusto e doveroso, perché non se ne può più della sua faccia, delle sue espressioni ridicole, dei suoi silenzi colpevoli, delle sue bugie da impunito. Deve andarsene portandosi appresso la sua corte dei miracoli al gran completo: nani -lui compreso ovviamente- ballerine, funamboli, mangia fuoco, scimmiette ammaestrate e pagliacci. Speriamo solo che per una volta nella vita ci possa girare bene: ce lo meriteremmo pure.
Ernesto Bronzelli. 

 E DOMENICA, RIUSCIREMO A FARE QUALCHE COSA IN PIÙ?

martedì 19 novembre 2024

... la "cameriera" ...

Il Parlamento europeo rinvia «a data da destinarsi» il voto su Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Si accende lo scontro sul commissario meloniano. Nonostante una audizione fiume durata tre ore e mezza e un discorso dai toni moderati e concilianti, con tanto di abiura del fascismo (forte delle proprie radici democristiane), Fitto non convince il gruppo dei socialisti di S&d, del quale fa parte il Pd, né la Sinistra e tantomeno il movimento 5 stelle. Se non passasse questa designazione come speriamo sarebbe la totale disfatta della cameriera che noi auspichiamo caldamente come auspichiamo che questo governo presieduto da un demonio se ne vada al più presto liberando la nazione da tutto il male che serpeggia giorno dopo giorno senza soluzione di continuità.

... doppia vittoria!! ...

La disfatta elettorale della destra: un 2-0 che lascia il segno. 
Le recenti elezioni regionali hanno segnato una battuta d'arresto clamorosa per la destra italiana. Il centrosinistra ha riconquistato l'Umbria, riportando la regione da destra a sinistra. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha subito una pesante sconfitta, proprio in una regione dove il centrodestra aveva già dimostrato un’aggressiva gestione politica, spesso al centro di polemiche. In Emilia-Romagna, Matteo Salvini ha visto crollare la Lega al 5%, lontanissima dal 32% raggiunto solo quattro anni fa. Intanto, il centrosinistra ha consolidato la propria leadership con un 43% al Partito Democratico. L’ironia del risultato non sfugge: nella "regione simbolo della Resistenza", Salvini ha rivolto le sue energie contro centri sociali e avversari storici come i “comunisti”, ignorando però il ritorno di manifestazioni neofasciste. La narrazione della destra, che celebra le vittorie come successi del governo e riduce le sconfitte a incidenti locali, inizia a mostrare tutta la sua fragilità. Ma questa volta il risultato è palese. L'incompetenza si paga cara. 
 Buon lavoro a Michele de Pascale e Stefania Proietti.

lunedì 18 novembre 2024

... Sinner "The Best" ...

Volete sapere perché tutti amano Sinner? Ieri sera, mentre tutto il mondo lo stava celebrando per la vittoria nelle ATP Finals di Torino, Jannik ha interrotto il suo discorso per rivolgere un pensiero speciale a Carlos Bernardes, l’arbitro brasiliano che andrà in pensione a fine anno: “Scusate, vorrei dire qualche parola per Carlos… non lo vedo, forse se n'è già andato… ah eccolo, grazie. Quarant'anni di arbitraggio, una carriera straordinaria. Potresti essere ancora in Coppa Davis, ho sentito. Io e Taylor ci siamo sentiti privilegiati di far parte del tuo ultimo viaggio nell'ATP. Grazie mille". 
Capite? 
 Proprio nel momento in cui tutti i riflettori erano su di lui per essersi preso anche le Atp Finals, il torneo dei “maestri”, e proprio a casa sua, a Torino, con tutto il pubblico italiano che lo applaudiva, Jannik ha voluto dare un po’ di quella luce anche a un arbitro che stava andando in pensione. Ecco perché non si può non voler bene a Sinner. Secondo gli esperti ha già raggiunto una popolarità superiore a quella di qualsiasi calciatore attualmente in attività. E il motivo è proprio questo: perché oltre a essere un talento straordinario, dimostra ogni giorno di non essersi mai montato la testa. È un ragazzo sempre educato, gentile, rispettoso, perbene. Jannik è così, esattamente come lo vediamo. Un martello ingiocabile per gli avversari in campo, un esempio di classe e sportività fuori dal terreno di gioco. 
Un modello per tutti i ragazzi che si vogliono avvicinare a questo sport. 
Ed è tutto nostro. 

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Può sembrare un'esagerazione, ma si può anche guardare al di là della convenzione di questa immagine. E decretare che Sinner, laureatosi ieri Maestro dei Maestri vincendo le Nitto ATP Finals, ha indubbiamente portato lustro alla nostra città, Torino, accendendo su essa un fascio di luce internazionale e nazionale attraverso i media (non si vedeva il tennis in chiaro in prima serata da secoli) e attraverso la sua particolare capacità di attrarre interesse e seguito. Quest'anno, grazie alla sua presenza alle ATP come numero 1 della classifica, la manifestazione ha attirato un pubblico record di oltre 183.000 spettatori, con tutte e 15 le sessioni di gioco esaurite sulle 15 in programma. Questo ha portato l'ATP e la FITP ad annunciare, tramite un comunicato congiunto, che le ATP Finals resteranno in Italia fino al 2030 (e per ora, come già si sapeva, fino al 2025 a Torino). E finché "l'alieno" Sinner continuerà a giocare così, sicuramente il suo successo sarà anche quello delle città che lo ospiteranno. Il Sindaco Stefano Lo Russo chiederà che venga concessa a Jannik Sinner la cittadinanza onoraria a Torino.