Migranti via da Rosarno Trasferiti in centinaia
ROSARNO - I vigili del fuoco hanno iniziato a demolire le strutture fatiscenti dell'ex Rognetta, l'ex deposito alimentare alla periferia di Rosarno che era stato occupato dagli immigrati che hanno dato il via alla rivolta di giovedì scorso. Le ruspe hanno iniziato ad abbattere le strutture realizzate dagli immigrati all'esterno della fabbrica e nelle prossime ore verrà demolito anche il capannone principale dove gli stranieri hanno realizzato decine di baracche con cartone, plastica e lamiera. All'interno delle struttura gli immigrati, partiti in tutta fretta hanno lasciato tutto quel poco che avevano: decine di biciclette con cui raggiungevano i campi per raccogliere arance e mandarini, vestiti, pentole e utensili da cucina, bombole del gas. Nelle baracche ci sono ancora letti, coperte, resti di cibo, centinaia di carpe e in qualche caso anche valige che gli immigrati non hanno fatto in tempo a prendere.
PAPA, NO A VIOLENZA,IMMIGRATI VANNO RISPETTATI - "L'immigrato è un essere umano, differente per cultura e tradizione ma comunque da rispettare", e "la violenza non deve essere mai per nessuno il modo per risolvere le difficoltà": lo ha detto il Papa all'Angelus in piazza san Pietro, riferendosi ai fatti accaduti nei giorni scorsi a Rosarno, in Calabria. Bisogna ripartire - ha esclamato il Papa, commentando, subito dopo l'Angelus in piazza San Pietro, i fatti di Rosarno - "dal cuore del problema. Bisogna ripartire dal significato della persona. Un immigrato - ha affermato con forza - è un essere umano, differente per provenienza, cultura e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare nell'ambito del lavoro dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell'ambito delle condizioni concrete di vita". "La violenza - ha detto ancora - non deve essere mai, per nessuno, la via per risolvere le difficoltà. Il problema è anzitutto umano. Invito - ha concluso - a guardare il volto dell'altro e a scoprire che egli ha un'anima, una storia e una vita: è una persona e Dio lo ama come ama me".
MARONI: SITUAZIONI FRUTTO TOLLERANZA SBAGLIATA
"Queste situazioni le abbiamo ereditate e sono frutto di tolleranza sbagliata". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, intervenendo a L'intervista, su Sky Tg24, a proposito dei fatti di Rosarno. ''Ci sono responsabilità diffuse che non intendiamo più tollerare - ha rpsoseguito - e gli immigrati di Rosarno che le forze di polizia hanno trasferito nei centri di Crotone e Bari, se risulteranno clandestini, verranno espulsi''. C'e tanta gente che parla di cose che non conosce, o per sentito dire o perché ha scarse informazioni. Per esempio l'on. Casini ha detto che a Rosarno la polizia è stata inviata 48 ore dopo i disordini. Non è vero, é male informato". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, intervenendo a L'intervista, su Sky Tg24. A Rosarno, ha proseguito il ministro, "la polizia c'era subito. Entro 48 ore sono stati mandati ulteriori rinforzi, ma la polizia era lì dal primo minuto".
Intanto hanno lasciato tutti la stazione di Lamezia Terme i circa 400 immigrati giunti nella serata di ieri da Rosarno e che, in parte, erano rimasti in attesa di raggiungere Puglia, Lazio e Lombardia. Negli occhi di tanti di loro molta delusione per quanto accaduto e tanta tristezza anche se, hanno detto, la Calabria "non è tutta uguale''.
A Sibari, come in altre parti della regione, ad esempio - dice uno di loro chiuso nel suo giaccone e con in testa un cappellino nero con su scritto 'Italia' - è meglio che a Rosarno dove sin dall'inizio ci hanno trattato male". "Si parla di Calabria terra di accoglienza - gli fa eco un altro in giacca e pantalone mimetico da anni a Rosarno - ma, mi chiedo: dove sta l'accoglienza? State perdendo tutti i vostri valori". Dopo i primi due scaglioni del gruppo fermo per diverse ore e tenuto sotto controllo da Polfer, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza partiti intorno a mezzanotte, anche la parte rimanente ha potuto salire sui treni diretti verso diverse destinazioni come Milano, Napoli e Foggia verso nord e anche Palermo verso sud.
Nel gruppo c'erano anche sei persone che, ignorando che Lamezia si trovasse a nord rispetto a Rosarno ed alla Sicilia, si erano imbarcate sul treno regionale insieme agli altri per poi dirigersi a Palermo. Quando, giunti in stazione a Lamezia, si sono accorti dell'errore, era già troppo tardi ed hanno aspettato nella sala d'attesa il treno che all'alba di stamani li sta portando in Sicilia.
Gli immigrati erano partiti a gruppi in nottata dalla stazione di Lamezia Terme alcune centinaia di immigrati giunti in serata da Rosarno. Le operazioni di imbarco sui convogli si sono svolte in tutta tranquillità e la situazione è stata tenuta sotto controllo da poliziotti, baschi verdi della guardia di finanza e carabinieri. Non sono mancati gli intoppi per il fatto che gli immigrati avevano difficoltà ad indicare le loro destinazioni non riuscendo ad esprimersi bene in italiano. Alcuni, inoltre, non avevano nemmeno i soldi per acquistare i biglietti. I volontari della protezione civile hanno distribuito acqua e panini. Sul posto è giunto anche il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza.
domenica 10 gennaio 2010
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