giovedì 14 agosto 2025

... nauseabondi conati!! ...

Una donna è morta. Cecilia De Astis è stata travolta e uccisa, a Milano, da un’auto pirata guidata da minorenni sotto 14 anni. La signora era una pensionata che stava tornando a casa da un pranzo alla “Casa della solidarietà”. I ragazzini erano 4 rom di origine bosniaca che sono stati trovati dalla Polizia in un campo nomadi alla periferia della città e sono stati fermati. Poiché sono minorenni sotto i 14 anni, lo dice la legge, non sono imputabili. Ma questo non significa impunità: significa che la responsabilità è degli adulti e delle famiglie, di chi li abbandona a sé stessi. Bisogna capire come siano entrati in possesso dell’auto. I genitori o i tutori devono rispondere civilmente e anche penalmente per le condotte dei figli, ad esempio per culpa in educando o in vigilando. Poi il Tribunale per i minorenni può adottare per questi 4 ragazzini misure di protezione e rieducative, come l’affidamento a comunità, il collocamento in strutture educative, e anche la sospensione della responsabilità genitoriale in caso di grave inidoneità dell’ambiente familiare. È possibile aprire procedimenti amministrativi e di tutela, anche con intervento dei servizi sociali, finalizzati al recupero e all’integrazione dei minori. La tragedia nasce nel contesto di degrado dei campi nomadi, in cui vivono ancora troppe persone in Italia. Gli insediamenti comportano isolamento sociale, mancanza di servizi primari, scuola, acqua, igiene, e precarie condizioni abitative. Le politiche per il superamento di queste realtà sono in atto da anni con lo scopo di contrastare la segregazione con l’inclusione sociale, e un migliore accesso all’istruzione, alla salute e al lavoro.  Esiste una Strategia nazionale d’inclusione per rom, sinti e caminanti (2021–2030), promossa da Dipartimento per le Pari Opportunità, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e la Commissione europea, che ha come obiettivo il superamento strutturale degli insediamenti rom, combinando politiche abitative, educative e di inclusione socio-economica. Queste politiche di integrazione, finanziate soprattutto con fondi europei, funzionano. Per la scuola esse prevedono la presa in carico educativa dei ragazzi, il trasporto e la mediazione culturale per contrastare l’evasione e la dispersione scolastica. Per l’integrazione nel mondo del lavoro vengono attuati tirocini e corsi per agevolare l’inserimento lavorativo. Per la casa è previsto l’accesso agli alloggi ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) con riserva di quote o punteggi specifici nei bandi, e contributi per l’affitto. Invece per la legalità ci sono tavoli con Prefettura e Forze dell’ordine. Queste non sono soluzioni emergenziali o sterili, ma vere politiche pubbliche che richiedono impegno e tempo da parte delle istituzioni e dei Comuni. Come ha dichiarato il sindaco di Milano, Beppe Sala, le giunte di centrosinistra hanno chiuso 24 campi nomadi, 4 autorizzati e 20 irregolari, in 12 anni, dal 2013 al 2024. Ne restano aperti ancora 4 per la cui dismissione si sta lavorando. Di queste politiche, di come recuperare i ragazzini coinvolti e superare la segregazione e il degrado dei campi, e della urgenza della loro attuazione, una politica seria dovrebbe discutere dopo una tragedia come quella di Milano. Ma ecco Salvini e Vannacci lanciarsi sulla morte di una povera donna con tutta la loro carica di odio razzista, buttare benzina sul fuoco per farsi pubblicità, per turlupinare facili consensi alimentando contrapposizioni e tensioni. Dichiarazioni che sono al limite della richiesta di pulizia etnica. Matteo Salvini, dal solito palcoscenico social spara ad alzo zero: “campo rom da sgomberare subito, e poi radere al suolo”. Roberto Vannacci è ancora più duro: “Non è un tragico incidente come qualcuno cercherà di raccontarlo: è il risultato di anni di politiche fallimentari, di campi tollerati nonostante degrado e illegalità, di un sistema che rende impuniti anche i responsabili di atti gravissimi solo perché hanno qualche anno in meno. Dichiarazioni che possono suscitare solo ribrezzo pronunciate da politici il cui grado di responsabilità è sotto lo zero. Cinici incompetenti che non conoscono i problemi e aprono la bocca per far uscire nauseabondi conati. 

 Enrico Rossi.

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