Enrico Rossi.
martedì 12 agosto 2025
... "legibus soluta" ...
Quando mancano gli argomenti o non si vuole svelare le ragioni di una decisione, perché sono indicibili, la destra estrema che ci governa finisce per esercitarsi nella parte che meglio gli riesce: l’attacco alla magistratura.
Molti giornali stamani parlano di “affondo” di Meloni contro i giudici, perché vede nella loro attività un disegno politico contro il suo governo .
La Presidente ha deciso di sfidare apertamente la magistratura, accusandola di “boicottare il governo”, di intralciare i rimpatri e di voler fare politica.
Insomma la solita abusata e logora storia delle “toghe rosse”. Ma questa volta con un significato più ampio.
In realtà, Meloni usa il caso Almasri come grimaldello per preparare la campagna referendaria sulla riforma della giustizia.
Ha deciso di fare il passo cruciale della sua vita politica, e scommettere su se stessa come capo di un sistema di potere a cui tutto è possibile, una premier forte, “legibus soluta”, al di sopra della legge e capace di piegare l’architettura istituzionale alle esigenze del momento e quindi alle sue decisioni che per definizione sarebbero sempre basate sull’interesse nazionale.
La riforma della magistratura e l’attacco frontale ai giudici diventano così un passaggio fondamentale per uno stravolgimento più ampio della Costituzione in direzione del premierato, cioè di quell’idea di potere in cui un individuo è solo al comando mentre gli altri ubbidiscono.
Un’idea che è sempre stata nel dna della destra italiana, fascista, neofascista, missina e ora meloniana.
Ma la mossa della Presidente del Consiglio, oltre che temeraria, mostra anche l’aspetto della paura, la volontà di alzare la posta in gioco per uscire dall’angolo in cui si è finiti con mezzo governo sotto indagine.
L’opposizione, a mio avviso, deve rispondere con grande determinazione alla sfida che Meloni sta lanciando.
Ma questo comporta che venga messo sotto accusa apertamente e venga ripudiato il patto infame con gli aguzzini libici, costruito ai tempi di Gentiloni e Minniti; e insieme a questo che si denunci apertamente la natura sempre più illiberale di questo governo.
Al salto di qualità che Meloni ha imposto alla lotta politica in questi giorni bisogna contrapporre una grande mobilitazione democratica in difesa dei valori, dei principi e delle regole della Costituzione.
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