sabato 24 febbraio 2024

... il dopo partita ...

Agroppi sul Torino: “Il limite dei pochi gol non è ancora superato” 

 Nella sconfitta del Torino contro la Lazio “il Torino è stato sfortunato, ma fino ad un certo punto”. Parola di Aldo Agroppi, ex giocatore granata. “Se fai ventiquattro tiri ma non prendi mai la porta, significa che non sei bravo a sufficienza, almeno per arrivare dove si vorrebbe. È come quando sbagli un rigore: è per incapacità” ha detto Agroppi a La Stampa. Resta comunque speranzoso: “Però l’Europa è ancora alla portata, non mancano una o due partite. C’è ancora tempo, bisogna crederci come faccio io”. E poi con la sagacia di sempre ha aggiunto: “Ma basta parlare di spirito Toro, quello del passato è un’altra cosa e non tornerà più, facciamocene una ragione. E il Filadelfia aperto può aiutare, ma bisogna fare risultati, altrimenti non ci vengono più i tifosi”. E sulle parole dell’allenatore granata dopo la sconfitta ha precisato: “Juric a fine gara era soddisfatto? Magari pubblicamente deve dire che è contento, ma secondo me lo spogliatoio ha visto un allenatore arrabbiato”.



Il Torino soffre di limiti d’impostazione. Troppo spesso nessun calciatore granata è in grado di inventarsi la giocata per mettere in difficoltà gli avversari o che serva a smarcare se stesso o i compagni in modo da creare la superiorità numerica e poi fare il passaggio perfetto per gli attaccanti che ricevono troppi pochi palloni utili per arrivare a concludere con un tiro che entri in porta. La costruzione dal basso senza Buongiorno e Schuurs diventa molto difficile farla. E quella più avanzata latita. Spetterebbe a Ricci, Ilic e Vlasic rendere la manovra fluida, dettare i tempi di gioco, sviluppare le azioni con idee che mettano in difficoltà gli avversari, ma lo fanno poche volte. Vlasic è troppo discontinuo e infatti si accende solo a tratti e non sempre in tutte le partite, mentre Ricci e Ilic vista anche la loro giovane età, l’italiano ha 22 anni e il serbo ne farà 23 il prossimo 17 marzo, non hanno ancora sufficiente esperienza e non riescono sempre a mantenere costante il livello delle loro prestazioni e si affidano a passaggi corti al compagno più vicino e osano poco magari facendo lanci oppure optando per tagli. Tutti e tre poi hanno molta poca dimestichezza con il gol. Il gioco attuale del Torino, rispetto a quello che si era visto all’arrivo di Juric in panchina, ha minore intensità. La squadra poi si affida più volte ai lanci lunghi di Milinkovic-Savic a cercare direttamente di recapitare la palla a ridosso dell’area avversaria. Non sempre si vedono i movimenti degli uomini senza palla per smarcarsi. I giocatori troppo spesso fanno gli stessi movimenti e se non riescono a farli in modo perfetto diventano prevedibili e facilmente marcabili per gli avversari. Vengono sfruttate troppo poco, per non dire quasi mai, le palle inattive e infatti calci d’angolo e punizioni che risultino propedeutici al gol rasentano lo zero. In rosa manca il faro che sia di fronte ad avversari che si chiudono s’inventi il passaggio che apra lo spazio sia quando invece c’è chi lascia giocare maggiormente renda la manovra imprevedibile. E così le punte ricevono pochi palloni giocabili e in più quando li hanno non sempre inquadrano lo specchio della porta. Per andare in Europa servirebbe superare i limiti d’impostazione finora visti, ma questa rosa potrà riuscirci? No di certo se giocherà come ha fatto con la Salernitana oppure con la Lazio perché se anche approccerà decisamente bene come ha fatto con i biancocelesti per 50 minuti però non riuscirà a segnare il rischio di uscire sconfitti o al massimo di pareggiare, se l'avversario è alla portata, rimarrà decisamente elevato.
TORO, IL TIRO DI GUENDOUZI ERA IMPRENDIBILE? 

Ha fatto discutere il risultato finale di Toro-Lazio con i granata sconfitti per 0-2 nonostante una prova importante, ma la squadra di Sarri è stata cinica e precisa sotto porta, trovando tre punti immeritati. Qualche critica è arrivata per Vanja Milinkovic Savic, in particolar modo sui due gol subiti, soprattutto il primo di Guendouzi. Dopo un'attenta analisi dell'azione abbiamo chiesto un parere a un nostro lettore, ex portiere di serie B e C. Il nostro opinionista sostiene che il tiro del giocatore francese fosse velenoso e ha sorpreso il bravo portiere serbo, per cui la responsabilità non è da attribuire solo all'estremo difensore granata, ma è frutto di un semplice episodio di gioco. Adesso sotto con la Roma, e anche se la sfida appare proibitiva siamo convinti che la squadra di Juric venderà cara la pelle.

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