IO ME LA RICORDO, Giorgia Meloni, mentre, con i canini sporgenti e gli occhi spiritati, gridava dai banchi dell’opposizione contro il governo che affamava il popolo e spremeva di tasse gli italiani.
ME LA RICORDO, Giorgia Meloni, quando, già Premier, definiva le tasse “pizzo di Stato”.
ME LA RICORDO Giorgia Meloni che tuonava contro la legge Fornero da lei votata (“Una legge scritta male”) e Salvini che, ancora tre giorni fa, parlava di abolire la legge Fornero entro fine legislatura.
Poi è arrivato il momento della prima, vera, manovra. E il governo Meloni non solo non ha abolito (figuriamoci) la legge Fornero, non solo non l’ha attenuata ma l’ha addirittura rafforzata nei suoi requisiti base, introducendo Quota 104 (in pensione a 63 anni con 41 di contributi) con una serie di malus e penalizzazioni.
E poi la stretta di due anni sulla pensione anticipata, smentendo addirittura Quota 100 della Lega; aumenti dell’età di uscita per Ape sociale e Opzione donna; raddoppio dell’Iva sugli assorbenti, alla faccia della prima Presidente donna; senza contare la miriade di nuove tasse nascoste qui e là sperando che passassero inosservate.
Questa è l’esatta differenza che c’è tra urlare dall’opposizione e nei comizi e governare un Paese, dove la realtà è sempre più complessa di un tweet.
Solo che su quei tweet - e su quelle urla - entrambi sono passati nel giro di pochi anni dal 3 al 30 o addirittura 40 per cento, promettendo cose che non avrebbero mai fatto, prendendo in giro gente che, per principio o timore di passare per fessi, non hanno neache il coraggio di ammettere di essere stati presi in giro.
NON È MAI TROPPO TARDI.
La sinistra non è morta.
È la politica italiana che non è più in grado di rappresentarla.
#zeccherosseuniamoci
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a Dimartedi su LA7, Corrado Augias ha dato un’altra lezione di standing istituzionale a Giorgia Meloni.
Ad un certo punto Giovanni Floris gli ha chiesto: “Nei discorsi pubblici di Giorgia Meloni c'è il dileggio dell'avversario e la minacciosa esaltazione di se stessa. Questo cosa ci dice della politica di oggi?”
La risposta di Corrado Augias é stata diretta e chirurgica:
“Ci dice una cosa semplice: che la nostra Presidente del Consiglio non ha capito bene, e forse non lo capirà mai, perché non rientra né nella sua natura né nella sua cultura il ruolo che deve giocare.
Un Presidente del Consiglio deve cercare di unire il Paese. Lei è responsabile di 58 milioni di persone, non solo di chi ha votato per lei.
Se lei continua a dividere il Paese, e nello stesso momento fa la vittima, significa che non è all'altezza del suo ruolo.”
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