L’EX SOTTOSEGRETARIO E IL VETERANO DI FI -
Il capogruppo sceglie giustizia e antimafia. Maurizio Gasparri entra a far parte della commissione Giustizia del Senato e della bicamerale Antimafia
DI TOMMASO RODANO
13 MARZO 2024
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L’ultimo attacco della politica nei confronti di Report è tra i più sguaiati e grotteschi. Il protagonista è Maurizio Gasparri, che con la trasmissione di Rai3 ha un conto aperto dopo l’inchiesta sugli interessi di Cyberealm, l’azienda di cybersicurezza di cui il senatore di Forza Italia è stato presidente fino a una settimana fa.
Il 15 novembre 2023, insieme al collega di FdI Matteo Rosso, Gasparri aveva presentato un’interrogazione in forma scritta indirizzata al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha risposto a fine febbraio. Secondo il capogruppo di Forza Italia, il programma di Sigfrido Ranucci avrebbe collezionato addirittura più di 100 querele per diffamazione presso la Procura di Roma. Un numero talmente enorme – sostiene il senatore – da rendere ingiustificabile l’inerzia dei pigri magistrati romani, colpevoli di non investigare come dovrebbero sui crimini denunciati verso Report e i suoi giornalisti.
“La pendenza di un numero così rilevante di procedimenti – si legge nella farraginosa interrogazione firmata Gasparri-Rosso – appare plausibile alla luce delle dichiarazioni che, all’esito della trasmissione Report di cui è responsabile Ranucci, rilasciano i soggetti di cui la trasmissione in questione si interessa che asseriscono di ritenersi diffamati e di voler avviare iniziative giudiziarie conseguenziali”. Traduciamo in italiano il ragionamento dei senatori: non è il caso di dubitare dell’esistenza di centinaia di querele contro Report, perché, come noto, in moltissimi si sono lamentati del trattamento ricevuto dalla trasmissione e hanno minacciato azioni legali. Bisogna dunque “comprendere le ragioni della inerzia investigativa nonostante doglianze sovente introdotte da autorevoli personaggi con ruoli significativi nella vita del Paese”. Perché i magistrati non agiscono? Gasparri e Rosso si appellano al Guardasigilli, il ministro dovrebbe inviare gli ispettori a Piazzale Clodio e scoprire perché i pm non intervengono su Ranucci: “Si chiede di sapere – scrivono – se il ministro in indirizzo intenda verificare la sussistenza dei fatti riportati e, in caso affermativo, se intenda disporre dei propri poteri ispettivi per accertare le ragioni che avrebbero determinato tale stato di cose da cui discenderebbe, tra l’altro, un innegabile pregiudizio di immagine per l’ordine giudiziario”.
Come è andata a finire? Con una clamorosa figuraccia di Gasparri e collega. Ecco la serafica risposta di Nordio: “Dal mese di gennaio 2021 a oggi risultano iscritti nel registro delle notizie di reato 21 procedimenti penali nei confronti del giornalista Sigfrido Ranucci”. Ventuno querele, altro che cento. La maggior parte delle quali, peraltro, sono già state archiviate: “Per la precisione – scrive il ministro di questi 6 sono attualmente pendenti in fase di indagini preliminari, 2 sono stati trasferiti per competenza ad altri Uffici, tutti gli altri sono stati definiti con provvedimento di archiviazione”. Allo stato attuale quindi sono appena 8 i procedimenti in corso contro Ranucci e i suoi: un numero persino trascurabile per un programma d’inchiesta come Report. Pertanto, conclude Nordio con freddezza burocratica, “non si rinvengono i presupposti giuridici per l’esercizio dei poteri ispettivi”. La richiesta di inviare gli ispettori, in altri termini, è risibile.
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