martedì 15 ottobre 2024

lunedì 14 ottobre 2024

... A' nfami!! ...

Sulla Consulta è arrivata una prima, importante, vittoria. E una clamorosa (ma non del tutto inattesa) battuta d’arresto per il governo Meloni. Ha avuto successo la strategia dell’opposizione, per una volta unita per fermare il blitz di Meloni sul nome del nuovo giudice della Consulta, il suo fedelissimo Francesco Saverio Marini. Terrorizzati dal rischio di andare sotto, Meloni e Salvini hanno scelto di non andare alla conta dei voti optando per la scheda bianca. Tutto secondo copione. E ora saranno costretti a dialogare, a discutere, a fare cioè quello che, nella loro logica cannibalesca del potere, hanno sempre rifiutato di fare. È un successo politico di Schlein, Conte, Fratoianni, per una volta compatti con tutta l’opposizione per far capire, coi numeri, che in una democrazia non si governa con le forzature e i nomi imposti dall’alto, figuriamoci su qualcosa di così serio come la Corte costituzionale. 

Avanti. 

(Dal Gruppo Fb Resistenza)

domenica 13 ottobre 2024

... intervista a Conte ...

 INTERVISTA AL QUOTIDIANO NAZIONALE 

 ❓In Emilia-Romagna si sta per chiudere l'accordo con il candidato presidente del Pd, de Pascale. Il M5S alla fine sarà della partita? 
 «Lo siamo stati convintamente fin dall'inizio - avvisa il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte -. lo stesso ho incontrato de Pascale qualche giorno fa a Roma, rinnovando il nostro impegno a far parte della coalizione a suo sostegno. Con de Pascale, che stimo, il M5S lavora proficuamente da oltre due anni e mezzo. Abbiamo dato il nostro contributo su aspetti fondamentali del programma e ribadito la nostra posizione sul perimetro dell'alleanza rivendicando piena coerenza con i nostri principi e i nostri valori». 

 ❓Quali sono i punti-chiave del programma? 
 «È un programma a cui hanno lavorato intensamente anche i nostri esponenti regionali, raccogliendo i contributi dei gruppi territoriali del M5S. Al centro ci sono la sanità - ridurre le liste d'attesa e azzerare i medici "a gettone" attraverso l'assunzione e la valorizzazione del personale sanitario e il lavoro: penso al salario minimo negli appalti e subappalti, per porre un argine allo sfruttamento e ai ribassi eccessivi. Ma soprattutto va affrontata con decisione una legge regionale sul clima e sulla transizione energetica. Sulle infrastrutture, stiamo chiedendo soluzioni utili e sostenibili per migliorare la mobilità regionale». 

 ❓Lei ha contestato apertamente la posizione di Elly Schlein che insiste sul «niente veti» a Renzi. Perché la posizione della leader Pd è sbagliata? 
 «Il Movimento ha posto un tema politico serissimo: il nostro modo di fare politica e stare nelle istituzioni è incompatibile con quello di Matteo Renzi, che fa affari in giro per il mondo e al contempo siede in Parlamento. Dopo 15 anni di attività politica, e un'esperienza di governo, il M5S continua a tenere alta l'asticella dell'etica pubblica: non siamo diventati una struttura di potere o di clientelismo, continuiamo a mettere al centro della nostra azione i bisogni di persone, famiglie e imprese». 

 ❓Renzi fa sapere di avere un disegno con Schlein e sostiene che lei lo attacca perché vuole tornare a Palazzo Chigi. 
 «Se hanno un disegno o meno andrebbe chiesto a Schlein, ma sarebbe grave se il Pd avesse costruito questo disegno sulla testa del M5S e, aggiungo, di Avs. Le ragioni della nostra opposizione a Renzi non sono di natura personale, ma squisitamente politiche». 

 ❓Esisterà, a questo punto, e a quali condizioni, il campo largo o giusto? 
 «Campo largo è una definizione che per noi non è mai esistita. Siamo sempre stati autenticamente unitari, ma siamo anche seri nei confronti degli elettori che si aspettano un campo coeso, che sta insieme non solo per vincere, ma soprattutto per governare, condividendo una visione comune e obiettivi chiari. Siamo impegnati fuori e dentro il Parlamento per costruire un'alternativa al governo Meloni, ma non si può chiedere al Movimento di rinunciare ai propri principi e alle proprie battaglie». 

 ❓Con il Pd ci sono evidenti differenze anche sulla politica estera e sulle guerre. 
 «Esistono differenze, non le abbiamo mai negate. La nostra posizione, alle Camere e in Europa, è sempre stata chiara: stop all'invio delle armi e impegno affinché il governo promuova politiche di pace in seno alla comunità internazionale. E questo vale tanto più per quanto sta accadendo a Gaza: dopo 12 mesi di sistematico sterminio perpetrato dal governo Netanyahu va detto senza mezzi termini che la reiterata violazione del diritto internazionale è tale anche quando a compierla è una 'democrazia amica' dell'Occidente. Mi auguro che tali discussioni non vengano ignorate nel resto del campo progressista». 

 ❓Come risponde a chi sospetta che fate accordi sottobanco con Meloni, alludendo alla votazione per il giudice della Consulta? 
 «È fango, che respingiamo al mittente. Le nostre battaglie contro questo governo parlano per noi. Meloni sta tradendo tutte le promesse fatte agli elettori, aveva detto che avrebbe tagliato le tasse e invece ha tagliato le rivalutazioni sulle pensioni e ha definanziato la sanità, mettendo di fatto due patrimoniali su pensionati e su chi deve curarsi, mentre 4,5 milioni di cittadini stanno rinunciando alle cure. L'ultima giravolta è sulle pensioni: avevano promesso di cancellare la Fornero e invece ora Giorgetti propone "incentivi ai lavoratori per non andare in pensione". Doppia beffa: per chi sperava di andare finalmente in pensione e per i nostri giovani, per i quali le porte del mercato del lavoro restano chiuse». 

 ❓Il centrodestra in queste ore sta violentemente attaccando il senatore Scarpinato: lei lo ha, invece, difeso. 
 «Sono senza vergogna nell'attaccare un campione dell'antimafia come Scarpinato. Sono gli stessi che non battono ciglio nel tenersi al governo Santanchè e Delmastro e che stanno cancellando i reati di politici e colletti bianchi mentre aumentano le pene per i comuni cittadini che esprimono dissenso politico e fanno resistenza passiva».

sabato 12 ottobre 2024

... Deregulation liberista ...

Le destre aumentano la precarietà nel mondo del lavoro e arricchiscono ancora di più banche, imprese e le multinazionali degli armamenti.] 

🟥 Il governo Meloni prosegue nell’opera di disintermediazione dei corpi intermedi sociali rifiutando ogni confronto con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. 
 🟥 Una deregulation liberista e pericolosa che si intreccia con l’estensione dei contratti a termine nel decreto Lavoro (D.l.48/2023 convertito in L.85/2023). 
🟥 Aumenta flessibilità, con i contratti di breve durata voluti per aumentare lo sfruttamento già posto in essere nella loro legislatura in misura esponenziale con i contratti in somministrazione a tempo determinato e indeterminato e cancella le ultime residuali regole a tutela dei diritti delle persone.  Il reclutamento nelle agenzie del lavoro può sfondare il limite del 30% per i somministrati nelle startup, per attività stagionali, spettacoli, con sostituzioni, senza limiti di tempo e causali sia per i contratti a termine, sia se disoccupati o svantaggiati. 

🚫 Grazie al governo Meloni, da oggi le imprese potranno attingere dentro un pozzo di flessibilità e discontinuità per avere sempre manovalanza a bassa qualificazione e soprattutto a basso costo, estendendo la temporalità dei contratti stagionali e dilatando motivazioni e i limiti di durata. 
🚫 Nonostante la sentenza della Corte di cassazione n. 9243 del 2023, proprio quelle imprese dove le statistiche confermano settori con le più alte percentuali di irregolarità, bassa qualifiche e retribuzioni, avranno mano libera nella indiscriminata intensificazione per svariate esigenze tecnico-produttive. 
🚫 Con l’articolo 17 del DdL Lavoro, aprendo la flat tax ai contratti misti e all’accesso al regime forfettario per partite IVA che lavorano per i propri datori di lavoro, le destre si confermano ulteriormente a favore dell’evasione fiscale, incentivando forme ibride di rapporti di lavoro che riducono tutele e stabilità. 
🚫 La destra legifera provvedimenti di selezione darwiniana perchè vuole generazioni subalterne alle ingiustizie del sistema economico e sociale.

venerdì 11 ottobre 2024

... fuori controllo! ...

Sicuramente per Netanyahu sono basi dei terroristi di Hezbollah.... , o forse un velato (mica tanto) avvertimento contro UNIFIL? Decifrato : è meglio che andate via perché dobbiamo fare anche in Libano quello che abbiamo già fatto a Gaza, cioè per colpire Hezbollah vogliamo bombardare e distruggere qualsiasi cosa che li possa accogliere o essere a loro utile in qualche modo Ovviamente se per attuare i loro piani accidentalmente devono essere sacrificati migliaia di civili innocenti (già i morti in Libano sono più di 2000) per questo governo sionista razzista di Israele non è rilevate. LORO d'altronde sono il popolo "eletto" e quindi al di sopra di ogni regola e se vogliono possono anche uccidere quelle persone che sono state mandate proprio li dall'ONU per ristabilire in quell'area le condizioni di una possibile futura pace.

... intervista a Conte ...

INTERVISTA A “IL SECOLO XIX” 

❓Giuseppe Conte, quanto conta la Liguria, queste elezioni come test politico nazionale? Può avere un riflesso sulla manovra che il governo sta predisponendo? 
 «Queste elezioni sono importantissime soprattutto per i cittadini liguri, che hanno l'occasione di chiudere con la stagione di Giovanni Toti, caratterizzata dalla contaminazione tra affari e politica a scapito dei cittadini della Liguria. Le risorse pubbliche non possono più essere distratte per interessi personali e di partito, ma vanno spese ad esempio per la sanità, sempre più in affanno. L'obiettivo è vincere e possiamo farcela. Non ci illudiamo che questo possa essere uno scossone per il governo, ma sarebbe certo un segnale chiarissimo. La Meloni continua a mentire sulla pelle degli italiani, la verità è che le tasse le hanno aumentate eccome». 

 ❓I sondaggi danno Orlando e Bucci testa a testa, il vostro veto su Renzi (e di riflesso su Più Europa) non ha indebolito la coalizione in un momento in cui ogni voto conta? 
 «Al contrario, l'ha rafforzata. Perché non saremmo stati seri né credibili se avessimo imbarcato esponenti politici che fino a ieri erano nella Giunta di Bucci, oggi candidato a rappresentare la continuità con la Giunta uscente di Toti. Quando a luglio scorso siamo scesi in piazza De Ferrari per chiedere le dimissioni di Toti, i manifestanti gridavano "unità, unità" e come partiti dell'area progressista abbiamo raccolto quell'appello. Tutti i protagonisti politici di quella piazza oggi possono offrire ai liguri una risposta forte e credibile per una nuova stagione nel segno della legalità, della trasparenza, della giustizia sociale, delle risposte agli interessi dei cittadini e non a quelli dei politici». 

 ❓Grillo dice sul blog che bisogna riprendere le battaglie delle origini del Movimento, lei vuole aprire una nuova era con la Costituente, siete destinati allo scontro? 
 «Questa Assemblea Costituente rappresenta l'attuazione autentica di quel principio di partecipazione dal basso su cui il M5S è nato. Il 23 e 24 novembre a Roma ci sarà l'evento conclusivo di un percorso iniziato con l'ascolto dei bisogni della nostra comunità, senza nessuna ingerenza né da parte mia né da parte dell'attuale gruppo dirigente ed è questa la grande novità. Non abbiamo mai smesso di mettere al centro della nostra azione i bisogni delle persone e di famiglie e imprese, anche quando abbiamo governato abbiamo dimostrato che siamo in politica non per occupare le istituzioni dello Stato, ma solo per il bene dei cittadini, tenendo sempre altissima l'asticella dell'etica pubblica: tutto questo è autenticamente Cinque Stelle». 

 ❓Il vostro candidato Andrea Orlando ha aperto alla proposta di un reddito di cittadinanza regionale, che integri quanto lasciato in piedi dal governo. Un modello da replicare in altre regioni? Con quali risorse? 
 «Non possiamo lasciare sole le tante persone che la Meloni ha letteralmente abbandonato: in Liguria sono oltre 50mila le famiglie povere e nel 2023 sono aumentati i contratti precari a scapito di quelli stabili. Il M5S si è già mosso in questa direzione anche in altre Regioni come Sardegna e Campania». 

 ❓Lei ha contribuito al "Modello Genova" tanto caro al sindaco Bucci, perché è rimasto un unicum nella gestione delle infrastrutture? 
 «Quel modello era l'unica strada per far fronte all'emergenza dopo il crollo del Ponte Morandi e per far rialzare Genova, ma abbiamo sempre ritenuto che non fosse replicabile, perché andava in deroga alle norme in essere. Purtroppo, poi, quel modello è rimasto nella testa di chi doveva prendere decisioni a Genova e in Liguria, anche se in realtà non ha più prodotto risultati tangibili in termini di opere: tutto è fermo alla posa della prima pietra o in clamoroso ritardo, come il nodo ferroviario o lo scolmatore del Bisagno». 

 ❓La Diga del porto di Genova si deve completare? Bucci deve rimanere commissario di quell'opera? 
 «Certo, la Diga è fondamentale per lo sviluppo portuale di Genova e del sistema Liguria nel suo complesso. Ricordo che è stata finanziata da noi per primi, con il governo Conte 2. Dobbiamo essere pragmatici e far sì che si realizzi un progetto sostenibile, con tempi certi e senza sprechi di denaro pubblico. Sul progetto avallato da Bucci insistono diverse criticità. Per quanto riguarda Bucci, non è opportuno che sia lui il Commissario».

giovedì 10 ottobre 2024

... W.M.H.D. 2024 ...

Quando i matti divennero liberi

 Ugo Zamburru 
28 Agosto 2020 

Poche persone sono riuscite a cambiare il mondo come Franco Basaglia. Sul “dottore dei matti” e la sua lunga marcia cominciata nel manicomio di Gorizia nel 1961, tutto è stato scritto, ma, a quarant’anni dalla morte, non possiamo non rilevare che molto, troppo è stato dimenticato. Eppure, ricordarlo potrà sembrare perfino banale, nei mesi in cui un virus del terrore ha preso il dominio del mondo, la società sembra volersi fare manicomio e mai ci si era spinti a negare tanto la dimensione umana dei “malati” e dei corpi delle vittime del Covid, quanto sarebbe importante far vivere la pienezza di un grande insegnamento come quello di Basaglia: cercare un lessico, un ponte, mettere tra parentesi la malattia per cercare la persona? Basaglia non ha sancito, si spera una volta per sempre, solo come, visto da vicino, nessuno è normale e che chiunque può diventare “matto” nell’istituzione totale. Ha capito e mostrato, soprattutto, come anche le persone dalla salute mentale più fragile possano diventare soggetti della propria liberazione. Basaglia non nega la follia. Dice che non sappiamo cosa sia e che possiamo solo metterci in posizione di ascolto dell’altro e sentire cosa risuona dentro di noi. Ugo Zamburru, psichiatra del Dipartimento di salute mentale a Torino, grande appassionato di vicende e rivoluzioni latinoamericane e nostro antichissimo compagno di speranze ribelli, lo ricorda a modo suo, citando un vecchio insegnamento zapatista che forse a Basaglia sarebbe piaciuto: quel che conta non è che i deboli diventino più forti, ma che – affermando i diritti e le dignità di tutti – i deboli, forti proprio della propria debolezza, possano vivere insieme a chi non lo è. In altri termini e in sole cinque parole: camminare al passo degli ultimi Quarant’anni fa, il 29 agosto 1980, moriva Franco Basaglia. Tredici anni prima era morto Ernesto Che Guevara. Di loro si parla tantissimo, con uno spartiacque nitido: da una parte i furibondi detrattori, dall’altro gli entusiasti sostenitori. Io cito Gramsci: «odio gli indifferenti!». E non posso non schierarmi apertamente con Franco Basaglia e con il pensiero che lo ha guidato. Due medici, Basaglia e il Che. Due visionari che mettevano la libertà, i diritti e la giustizia sociale al centro del loro agire. Ma, come diceva il Che, entrambi erano visionari pratici. Uno ha partecipato all’incredibile vittoria della rivoluzione cubana, un pugno di uomini sbarcato dal piroscafo Granma che ha sconfitto un esercito agguerrito, ben armato e finanziato dalla CIA. L’altro, accompagnato da un manipolo di giovani collaboratori, ha cambiato la storia della psichiatria e ha sancito la fine di quell’orrendo e violento luogo che era il manicomio. Lasciamo stare il Che e torniamo a Basaglia, a quella che possiamo definire la sua «lunga marcia attraverso le istituzioni», iniziata nel manicomio di Gorizia nel 1961, perfezionata in quello di Trieste e terminata con la legge 180 del 13 maggio 1978, quella che sancì la fine degli ospedali psichiatrici. Non fu un semplice cambio di rotta, ma una rivoluzione morale, culturale e intellettuale: al di là delle modalità organizzative (i centri territoriali di salute mentale, le strutture residenziali e semiresidenziali, i reparti psichiatrici negli ospedali generali, le équipes multiprofessionali) è un nuovo modo di concepire il rapporto con la follia, sancendone per prima cosa i diritti. Nel 1964, a Londra, Basaglia presenta una relazione dal titolo «La distruzione dell’ospedale psichiatrico come luogo di istituzionalizzazione». Cita una frase di Antonin Artaud, che durante il suo ricovero in manicomio ammoniva i medici, o meglio il potere di cui erano il braccio armato, con queste parole: «Possiate ricordarvene domattina, all’ora della visita, quando senza alcun lessico tenterete di conversare con questi uomini, nei confronti dei quali, riconoscetelo, non avete altra superiorità che la forza» e conclude affermando che la distruzione del manicomio è un fatto necessario e urgente, se non semplicemente ovvio. Ovvero, la scoperta della libertà è la cosa più ovvia cui la psichiatria potesse giungere. Ecco la rivoluzione di Basaglia: cercare un lessico, un ponte con le persone, mettere tra parentesi la malattia per cercare la persona. Sostituire il principio di libertà a quello di autorità, attraverso le comunità terapeutiche, ovvero le grandi assemblee all’interno del manicomio che, da luogo di segregazione e oggettivazione, diventa luogo di partecipazione, di ripresa della propria soggettività e, con essa, dei propri diritti. Ma anche doveri: Basaglia non è interessato a santificare il folle, quanto a farlo uscire dall’ozio dello statuto di matto per farlo entrare nel neg-ozio dell’inclusione sociale e dei diritti. Basaglia non nega la follia. Dice semplicemente che esiste, ma non sappiamo cosa sia e possiamo solo metterci in posizione di ascolto dell’altro e sentire cosa risuona dentro di noi. Un suo allora giovane collaboratore scriveva che di fronte agli impasse, ai vicoli ciechi, Basaglia riusciva sempre a spostare i termini del problema, a far guardare da una altro punto di vista, a capovolgere le situazioni. Basaglia non è però solo un narratore della realtà del folle, come sono i fenomenologi, riesce a essere anche un trasformatore, decide che la realtà del folle deve essere trasformata, prima ancora che narrata. Per lui la persona che incontra lo psichiatra ha, come prima necessità, non la cura della malattia ma un rapporto umano, di risposte reali, di denaro, di una casa, di una famiglia, insomma di tutto ciò di cui noi medici che lo “curiamo” abbiamo bisogno! E questo non è solo un compito dello psichiatra, ma della politica e in definitiva della società. Benedetto Saraceno, psichiatra che ha diretto la sezione di salute mentale dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) in un libro recente (Sulla povertà della psichiatria) scrive che l’obiettivo della riabilitazione in salute mentale non è l’autonomia, ma la partecipazione. Non dobbiamo pensare che i deboli diventino forti e quindi autonomi, ma che i deboli possano stare con i forti, con gli stessi diritti, pur restando deboli. Quello che il subcomandante Marcos dalle montagne del sud est messicano, guidando l’esercito zapatista di liberazione nazionale, definisce «camminare al passo degli ultimi». Mi perdo nelle mille suggestioni e nei brividi che mi dà ripensare al pensiero e all’opera di Franco Basaglia, ma mi fermo qui consigliandovi la lettura almeno di due libri. Uno è un suo testo e si intitola Conferenze brasiliane, una raccolta di pensieri e intuizioni geniali; l’altro è di Piero Cipriano, del 2018, e si intitola Basaglia e le metamorfosi della psichiatria (qui potete leggerne la bella prefazione di Pier Aldo Rovatti, ndr). E su youtube andate a vedere La città dei matti, fedele e appassionante ricostruzione della storia basagliana. Basaglia, proprio durante il suo viaggio in Brasile, affermava che in realtà l’esperienza sua e dei suoi collaboratori, che aveva portato l’OMS a definire l’esperienza di Trieste come esempio guida per la psichiatria mondiale, purtroppo non rispecchiava il pensiero e l’agire della maggioranza degli psichiatri. Oggi non resta molto del suo insegnamento, ma esistono tracce importanti da coltivare, il discorso sulla recovery, gli uditori di voci e Ron Coloeman, l’open dialogue, il contrasto alla imperante psichiatria biologista e al modello medicocentrico. Chi vuole può approfondire. Non mi dilungo. Concludo con un pensiero di speranza: che questi semi di utopie sappiano unirsi e costruire la città che cura, la comunità competente che sa essere anche la comunità dei fragili. Ma non deleghiamo: la salute mentale è una cosa troppo seria per lasciarla solo agli psichiatri, che devono esserci, ed esserci in un certo modo, ma non essere abbandonati dalle istituzioni che propongono modelli teorici e poi organizzativi senza costrutto. O troppo “potenti” o troppo soli.

... il mondo al contrario ...

Volete sapere cos’è davvero il mondo al contrario? E bene, succede che un signore dichiaratamente fascista che non ha mai rinnegato il suo passato faccia l’ambasciatore per la Repubblica Italiana. Succede che un giornalista faccia il suo mestiere e informi i cittadini sul fatto che questo signore sia stato coinvolto in un controverso episodio di pestaggio da parte di un gruppo di estrema destra ai danni di militanti di sinistra, nel 1989, risolto con l’assoluzione ma anche un maxi-risarcimento in sede civile alle due vittime. Succede che l’ambasciatore, mai pentito per le sue idee, quereli e chieda ingenti danni al giornalista, reo di aver fatto il suo mestiere e di aver ricordato anche le sue passate “performance” musicali fascio-rock, sollevando ovvie ragioni di incompatibilità di carica, anche attraverso una petizione pubblica. I protagonisti di questa vicenda sono Mario Vattani, nel ruolo del fasciambasciatore, e Lorenzo Tosa, il coraggioso giornalista. Fra qualche giorno, in questo straordinario mondo al contrario che è diventata l’Italia, Tosa andrà a processo, citato in giudizio da Vattani. Un evidente tentativo di imbavagliare il giornalista. In realtà non mi stupisce, considerando che in questo preciso momento storico viene silenziato Scurati nella televisione pubblica, a Saviano vengono cancellati i programmi tv, a Serena Bortone vengono comminati provvedimenti disciplinari, così come a Christian Raimo. È un tempo difficile per giornalisti e intellettuali con la schiena dritta. Ma il potere che prova a mettere il bavaglio ai giornalisti con le querele temerarie deve finirla. Sollevo quindi questo caso cercando di alzare un po’ l’attenzione sul lavoro di Tosa e sul tentativo di intimidirlo da parte del fasciambasciatore. 

#AlleanzaVerdiSinistra
Nicola Fratoianni.


Lorenzo Tosa 

 Grazie di cuore Nicola per questa tua forte presa di posizione. E grazie a tutti per il sostegno che mi state manifestando. Vado a processo a testa alta, senza aver mai accettato qualunque forma di patteggiamento (non patteggio coi fascisti, specie quelli mai pentiti), fiducioso nella giustizia di un Paese democratico. Ma è ora che tutti quanti prendiamo coscienza che siamo di fronte a una destra che usa le querele per zittire le poche voci critiche rimaste. E questo non riguarda me o il processo. È un fatto politico che ci riguarda tutti.




Eccolo: il nuovo ministro della Cultura, fresco di laurea (non è mai troppo tardi) si è presentato alla convention di Fratelli d'Italia a Brucoli con l’aria di chi è nato pronto per il ruolo. E come ce lo spiega? Con una perla d’introspezione politica: "È stato naturale" diventare di destra perché "Ho avuto un nonno monarchico e da parte paterna un nonno che ha fatto la marcia su Roma, che ha portato la famiglia a Salò. E anche un padre che ha lavorato nel sindacato della destra sociale, insomma tutto il pedigree". Già, nel pedigree. Così rivendica con orgoglio un nonno che ha fatto la marcia su Roma e un nonno paterno che ha portato la famiglia a Salò (cioè nel territorio della RSI collaborazionista con i nazisti), e lo fa quasi come se si trattasse di un trofeo da esibire. E quando Giuli ci rassicura che la missione del suo ministero “non è, e non lo è mai stata, quella di rappresentare la cultura di destra”, possiamo credergli? Perché fino ad ora, sembra che, dietro queste affermazioni, si nasconda una ben precisa agenda di recupero nostalgico. Ma il capolavoro assoluto lo regala durante la sua audizione alla Camera, dove ha lasciato i deputati a bocca aperta con quella che lui stesso aveva preannunciato come una relazione "un po' teoretica". E sì, teoretica lo è stata, ma più nel senso di una sequela di non-sense. Tra frasi come "La conoscenza è il proprio tempo appreso con il pensiero" e "l’entusiasmo passivo che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione, e per converso l’apocalittismo difensivo", Giuli sembra più interessato a stupire con parole pompose, piuttosto che dire che cosa intende fare. Ci viene un dubbio: Sangiuliano con Cristoforo Colombo seguace di Galileo era più divertente? 

 (Fonti: Corriere della Sera, Il Messaggero, Quotidiano Nazionale) 

Per approfondire e leggere le fonti vai sul sito di Smask. bit.ly/3MXeNdr #smask #smascheralabestia #governomeloni #fratelliditalia #alessandrogiuli #giuli #cultura #ministro #politica #politicaitaliana #fascismo

mercoledì 9 ottobre 2024

... 72 anni!!! ...

... BUON COMPLEANNO ROSA, AMORE MIO!!!

martedì 8 ottobre 2024

... sfiga bagnata!! ... ma poi ...

... giornata piena di pioggia ... se continua a piovere anticiperemo il ritorno in città! 


 ... ma poi arriva un po' di sole e tutto cambia!
... e arriva pure il camion per lo spurgo della fossa biologica, EVVIVA!!

lunedì 7 ottobre 2024

... onore a DUVAN!! ...

Uno dei pochi degni di vestire la nostra maglia. Uno dei pochi a non arrendersi mai, 
pure a 33 anni, pure al 90’, pure in partite già finite. 
Un uomo vero, onesto, un attaccante di razza. 
Spero di sbagliarmi, il crociato a quell’età significa praticamente chiudere la carriera. 
 Un abbraccio a Duvan.

... 7 (sette) anni!! ...

... buon anniversario, AMORE!!!

domenica 6 ottobre 2024

... Giuseppe Conte ...

UN'ITALIA AL CHIODO E LORO CI SCHERZANO 

Mentre i pendolari perdevano giornate di lavoro, gli studenti lezioni, i turisti prenotazioni apprendiamo dai giornali che Giorgia Meloni sulle chat di Fratelli d’Italia la buttava sull’ironia: “Sono soddisfatta. Pensavo saremmo tornati al dorso di mulo e invece ci sono ancora i treni dopo due anni”. Avrebbe potuto metterci la faccia, chiedere scusa a nome del Governo, dare una strigliata al Ministro Salvini. Invece no, sparita dalla scena mentre il Ministro faceva scaricabarile sull’ultimo degli operai e su un chiodo piantato male. No. Un chiodo non può bloccare la principale stazione del Paese e spaccare l’Italia in due per un giorno; un telo sui cavi non può fermare per ore i treni sulla Roma-Civitavecchia; non si può ancora morire mentre si lavora sui binari. Al termine di una settimana così nel Governo bisogna assumersi delle responsabilità, adottare misure drastiche. Invece da due anni si nascondono dietro agli annunci, al plastico di un Ponte sullo stretto su cui mettono 15 miliardi, mentre i tecnici hanno già evidenziato gravi falle, carenze e lacune progettuali. Ma ci pensate? Come potrebbe migliorare la vita delle persone se quei fondi fossero subito investiti per le infrastrutture viarie e ferroviarie in Sicilia e in Calabria, se in tutta Italia si riuscissero a spendere più rapidamente i fondi del Pnrr, se riuscissimo a eliminare i danni prodotti dai subappalti a cascata? Altro che sorrisini e scherzetti nelle chat di Fratelli d’Italia o canti dai palchi di Pontida. Vengano a rendere conto seriamente in Parlamento e di fronte al Paese di questo scempio. E se proprio apprezzano la canzone “Generale” di De Gregori, non si limitino a cantarla come hanno fatto a Pontida: prendano davvero un treno che “non fa più fermate, neanche per pisciare” e se ne tornino “dritti a casa, senza più pensare”.

... Inter 3 Torino 2 ...

FULLTIME 

Il #Toro alza bandiera bianca a #SanSiro contro l’#Inter ma lo fa a testa altissima dopo una gara di sofferenza giocata in inferiorità numerica per 70 minuti, ma resta col fiato sospeso per #Zapata. Nel primo tempo i granata rimangono in 10 per l’espulsione di #Maripan e vanno sotto 2-0 per la doppietta di testa di #Thuram, evidenziando i problemi dei granata sulle palle aeree. La reazione granata è immediata con #Zapata. Nella ripresa l’#Inter cala il tris ancora con #Thuram, e per il #Torino piove sul bagnato: #Zapata esce in barella anzitempo per un infortunio al ginocchio. Inutile il gol del 3-2 di #Vlasic dal dischetto procurato da #Masina. 

#Torino #TorinoFC #ToroNews #Toro #ForzaToro #FVCG #SerieA #SerieAEniLive #SempreForzaToro #SFT #InterTorino



Inter-Torino 3-2 

Arriviamo a Milano consapevoli di dover affrontare una grande squadra come l’Inter, campione d’Italia della passata stagione. Il rosso a Maripan a inizio partita ci taglia subito le gambe, infatti prendiamo due gol nel giro di pochi minuti. Sembra che la partita vada subito in un’unica direzione ma, proprio nel nostro momento peggiore, Duvan la piazza in rete. Inizia così il secondo tempo, testa e cuore nella speranza di pareggiarla, invece al 60’ minuto l’Inter fa il 3-1, tripletta Thuram. Partita chiusa… O forse no?! È l’86’ minuto, rigore per noi. Vlasic dal dischetto, gol. Si riapre tutto, i minuti scorrono però… mancano pochi istanti. L’arbitro fischia la fine. Perdiamo così a Milano. Quel cartellino rosso ha pesato sicuramente tantissimo, fossimo stati 11 contro 11 magari eravamo qui a commentare un’altra partita, chi lo sa… peccato! SEMPRE FORZA TORO
🔴 Paolo Vanoli in conferenza stampa dopo la sconfitta. 

Come sta Zapata? “Adesso è difficile capire,credo sia una distorsione, in questi giorni farà esami e speriamo che per il ragazzo e per noi che tutto possa andare per il meglio”. Stavate difendendo bene fino al rosso, il Toro però è sempre stato ordinato e ha giocato, nel finale c’era la carica per pressare l’Inter. “Sì, i 20 minuti fino all’espulsione forse non abbiamo avuto il coraggio, siamo partiti timidi, questo è quello che mi ha dato fastidio, ci è mancato il coraggio che avevo chiesto, poi c’è stata l’espulsione, ci ha complicato la partita, non deve accadere con giocatori d’esperienza. Mi ero messo a 4 per avere le due punte e tenere lontane le punte dalla nostra area, a quel punto ho sostituito una punta per mettermi a cinque. I cambi poi ci hanno dato la forza di provare, la squadra ce l’ha nelle sue corde, dobbiamo migliorare, faccio i complimenti a questi giocatori, abbiamo dimostrato di avere dei valori nello spirito”.

sabato 5 ottobre 2024

... Inter - Torino ...

... strano arrivo ...

Consulta, Meloni in chat FdI: “Mollerò per pochi infami” Lo sfogo - La premier scrive ai suoi dopo la fuga di notizie sul voto per i nuovi giudici: “Vendereste vostra madre, non vi parlerò più” Dalla prima pagina de Il Fatto Quotidiano 5 ottobre 2024
... una nostra foto di cinque anni fa per questo arrivo strano ... nel nostro "buen retiro" ma senza la nostra auto! In aggiunta una notizia che rischia solo di illuderci ...

venerdì 4 ottobre 2024

... la difesa del Toro ...

Vanoli e le correzioni in difesa: il Toro verso l’esame con l’Inter 

04.10.2024 12:00 di Elena Rossin 

 Sono troppi i gol subiti dal Torino, che nei tre anni precedenti aveva avuto una fra le difese più solide della Serie A. Il Torino infatti è la squadra che ha subito più tiri in porta nelle prime sei giornate di questo campionato: ben 33 con 8 gol incassati, dei quali addirittura 7 nelle ultime tre sfide tra Coppa Italia, l’Empoli che ha eliminato i granata ai sedicesimi battendoli per 2 a 1, e Serie A, Verona con vittoria per 2 a 3 e Lazio sconfitta per 1 a 2. Vanoli sta ancora cercando di trovare i giusti equilibri dopo che la difesa è stata rifondata in estate, a seguito dei non rinnovi a Djidji e Rodriguez e della cessione di Buongiorno, con Coco più due rinforzi Walukiewicz e Maripan, che però sono arrivati solo nell’ultimo giorno di mercato. E con Schuurs che è infortunato dal 21 ottobre dell’anno scorso, si era fatto male proprio contro l’Inter. Se anche Vanoli domani sera a San Siro non sarà in panchina, è stato squalificato per un turno dopo il giallo e il rosso presi nel match con la Lazio, e al suo posto ci sarà il vice Lino Filipe Neves Godinho, il tecnico granata ha comunque in settimana analizzato con la squadra lungamente a video dei gol incassati nella partita con la Lazio. Servono più personalità e concentrazione, si legge su La Stampa, a cominciare dalla partita con l’Inter, squadra appaiata al Torino (insieme anche al Milan) con 11 punti e al terzo posto in classifica. Vanoli in difesa si affida soprattutto a Coco e studia anche l’ipotesi di schierare quattro elementi e non i consueti tre.

... strana vigilia ...

... strana vigilia di partenza per Mattie ... Antonio sarà il nostro autista - per me vietato guidare in attesa del campo visivo a gennaio ... e poi si vedrà!!

giovedì 3 ottobre 2024

... Nicola Fratoianni ...

Per battere la destra serve credibilità, unita e coerenza. Come si crede altrimenti di avere la fiducia di cittadine e cittadini? 

Qui sotto la mia intervista di oggi a la Repubblica, buona lettura! 

 Nicola Fratoianni, co-azionista con Angelo Bonelli di AVS, fa una premessa: «Siamo di fronte a una guerra totale in Medioriente, ad un governo che col ddl sicurezza vuole mandare in galera chiunque protesti, ad una legge di bilancio che non dà risposte a chi fa i conti ogni giorno con salari bassi e prezzi alti: la nostra gente si aspetta una mobilitazione su questo. Altrimenti la discussione sulle alleanze risulta estranea alla società». 

❓Ma ha capito cosa succede nel fronte progressista? 
🎙️«Intanto eviterei di celebrare il funerale della coalizione a ogni divergenza, o, viceversa, un meraviglioso matrimonio dopo una birra insieme come alla festa di Avs. Differenze e tensioni le si affronta per quel che sono». 

❓Ma è riuscito a parlare con Giuseppe Conte? 
🎙️«Ci parlerò, posso solo ribadire ciò che ho detto assieme a Bonelli. Alle regionali abbiamo condiviso programmi e candidature e a questo ci atteniamo. Nella consapevolezza che una forza come la nostra, autonoma, è impegnata a costruire un'alternativa, provando a contribuire al cambiamento». 

❓L'annuncio di Conte vi ha colto di sorpresa? 
 🎙️«È sempre consigliabile sorvegliare le parole, per me è un insegnamento frutto di un'antica scuola. Ma bisogna guardare alla sostanza: facciamo al meglio quelle campagne elettorali e per vincere in Liguria, Emilia-Romagna e Umbria» 

❓Ora alle regionali il M5S va solo? 
🎙️«Mi auguro di no e che il quadro resti quello definito». 

❓Il tema dirimente è Renzi. Il Pd non scioglie il nodo. Perché? 
🎙️«Non lo so francamente. Dopo le europee abbiamo fatto più cose insieme di quante non ne avessimo fatte nei due anni precedenti: la piazza di Santi Apostoli battaglie contro autonomia premierato, la manifestazione a Genova... Da quando è cominciata questa discussione sono partite le fibrillazioni. La possibilità di sconfiggere la destra passa dalla credibilità, e dall'idea che una volta al governo non farai il contrario di quel che avevi promesso, ad esempio togliendo diritti a chi lavora o avendo politiche migratorie che scimmiottano la destra. Per dire: fino all'altro ieri una delle forze che hanno animato questa discussione astratta e politicista, cioè IV, governava con colui che oggi si candida alla guida della Liguria per la destra. Insomma, a tutto c'è un limite». 

❓La mossa di Conte può essere utile a chiarire la questione una volta per tutte? 
🎙️«Pone un tema serio. Mi auguro che si chiarisca a prescindere, è una discussione totalmente aliena per i nostri elettori. Chiudiamola il prima possibile». 

❓Perché Renzi gode di credito ai piani alti del Pd? 
🎙️«Non so nemmeno se sia così, a Schlein però do il merito di aver impresso una svolta al Pd e di lavorare tenacemente all'unità. Renzi invece fa la sua partita alla ricerca di una ricollocazione. Non penso che faccia bene al fronte progressista. Lo dico rispetto alla prospettiva nazionale e al netto delle scelte dei territori. Il tema non riguarda la presenza o meno di una componente moderata, o centrista, non si tratta di un pregiudizio ideologico, ma di una questione molto concreta: per motivare alla partecipazione un pezzo di società che neanche vota più è utile fare un altro tipo di lavoro, cioè investire sulla costruzione di un'altra idea di Paese. Salario, istruzione, diritto alla salute pubblica, pace e contrasto alla crisi climatica». 

❓Nel '22 vi ritrovaste in una situazione simile come AVS, cioè cercavate di fare da cerniera e alla fine doveste scegliere tra Pd e M5S. Rifarebbe la stessa scelta? 
🎙️«Quella campagna elettorale fu un suicidio politico e oggi vorrei dire mai più. Gli elettori ci verrebbero a rincorrere. Il centrodestra si unì e vinse partendo da un contesto in cui due partiti stavano nel governo Draghi e uno all'opposizione. Ecco, serve "laicità" anche da noi». 

❓Idee per ricucire ne ha? 
🎙️«Lavorare assieme sulle questioni concrete. Oggi (ieri, ndr) in commissione Lavoro abbiamo firmato, AVS Pd e M5S, una proposta unitaria di riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Questi sono i fatti». 

#AlleanzaVerdiSinistra