sabato 14 settembre 2024

... patteggiamento ...

Giovanni Toti, ex governatore della Liguria, ha accettato un patteggiamento con la Procura di Genova per i reati di corruzione impropria e finanziamento illecito, concordando una pena di due anni e un mese di reclusione che però non sconterà in carcere. La condanna verrà eseguita tramite 1.500 ore di lavori socialmente utili, ( come accadde anche per Berlusconi, lo ricordate?) accompagnata dalla confisca di 84.100 euro e l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Questa decisione segna una svolta clamorosa nell’inchiesta che ha travolto l’ex governatore, che aveva inizialmente dichiarato di voler affrontare il processo a testa alta per dimostrare la propria innocenza. Toti era stato arrestato lo scorso maggio e sottoposto ai domiciliari, per poi essere rimesso in libertà ad agosto dopo le sue dimissioni da presidente della Regione Liguria. Ora l’attenzione si sposta sulle elezioni regionali del 27 e 28 ottobre, in cui si sfideranno Andrea Orlando per il centrosinistra e Marco Bucci per il centrodestra, con quest’ultimo già accusato di voler “ripartire” proprio da Toti per la sua campagna elettorale. patteggiamento di Toti ha suscitato forti reazioni politiche, in particolare dal Movimento 5 Stelle (M5S). I portavoce regionali e nazionali del M5S Liguria hanno criticato aspramente l’ex governatore, affermando che la sua richiesta di patteggiamento è la prova di una “coscienza sporca”, contraddicendo le dichiarazioni precedenti di Toti che prometteva di dimostrare la propria innocenza. I 5 Stelle, inoltre, hanno sottolineato che, nonostante Toti dovrà restituire il denaro e scontare la pena, la giustizia non è stata completamente servita, poiché “per nove anni Toti ha preso decisioni condizionate da interessi personali e dei suoi amici”. In aggiunta, il M5S ha criticato il sindaco di Genova, Marco Bucci, che aveva affermato di voler ripartire proprio da Toti per la campagna elettorale. “Il patteggiamento lancia egregiamente la campagna elettorale di Bucci”, conclude il M5S con tono ironico, collegando la vicenda giudiziaria dell’ex governatore all’attuale clima politico in Liguria. Anche Paolo Signorini, ex presidente del porto di Genova, ha raggiunto un accordo con la Procura, patteggiando una pena di tre anni e cinque mesi, evitando così il carcere. Tuttavia, rimane ancora incerta la posizione dell’imprenditore Aldo Spinelli, anch’egli coinvolto nell’inchiesta e in attesa di giudizio. L’intera vicenda ha aggiunto ulteriore tensione alla scena politica ligure in vista delle elezioni, con il centrodestra che dovrà gestire le pesanti implicazioni della vicenda Toti nel corso della campagna elettorale, mentre l’opposizione non esiterà a usare l’accaduto come strumento di attacco.Una vicenda dai contorni torbidi che si conclude di fatto, grazie al patteggiamento, con una condanna meno severa di quanto Toti avrebbe rischiato andando a processo e ciò merita di essere stigmatizzato, perche’ non abbiamo a che fare con un ladro di galline ma con governatore regionale, che per reati simili meriterebbe l’interdizione perpetua dai pubblici uffici ( non temporanea come prospettato) proprio in virtù’ del ruolo di responsabilità ricoperto che dovrebbe precludere la possibilità di interagire politicamente per non cagionare ulteriori danni. Alla luce del patteggiamento, lo ricordiamo egli ha avallato lucidamente tutte le accuse della procura, cercando una soluzione vantaggiosa mirata ad evitare un processo mediatico che avrebbe determinato per il centro destra risvolti assai peggiori . A riguardo è’ bene però che i cittadini prendano atto dell’ammissione di colpevolezza di Toti, precludendogli qualsiasi ulteriore possibilità di rielezione, in nome di una fiducia che evidentemente e’ stata palesemente malriposta e che non merita mai piu di essere concessa nei confronti di un pregiudicato. 




CHIEDANO SCUSA 

 Vi ricordate la compatta reazione di questo governo all’inchiesta ligure che ha smascherato tutto il marcio di una cupola politico-affaristica che ha malgovernato in questi anni la Liguria, danneggiando gli imprenditori onesti e gli interessi di tutti i cittadini? Ebbene il “martire della giustizia”, Giovanni Toti, patteggia la pena per evitare una condanna più pesante. Lo sta seguendo a ruota Signorini, l’ex-presidente dell’Autorità portuale ed ex-amministratore delegato di Iren. Eppure ricordiamo bene la reazione agguerrita e i numerosi attacchi alla magistratura, di esponenti di governo e dei giornali di centrodestra. A partire dalla premier Meloni, massima esperta in complottismi, che non solo evocava cospirazioni, ma denunciava l’intervento a orologeria della magistratura “guarda caso, in campagna elettorale”. Per non parlare di Salvini, che tuonava: “gravissimo, giustizia politicizzata”. E poi Crosetto che si improvvisava esperto giurista e assicurava “nessun illecito”. E infine Tajani che denunciava il condizionamento del voto da parte della magistratura. I fatti di Genova e della Liguria sono gravissimi e l’ammissione di colpevolezza di Toti e Signorini si aggiungono a un quadro probatorio già grave e puntuale. Ma non pensate che la copertura offerta dal Governo e gli attacchi scomposti a una magistratura che fa il proprio dovere sia altrettanto grave e denunci una modalità completamente distorta di reagire a gravi illeciti da parte di una classe dirigente incapace e concentrata solo a proteggere familiari, sodali e amichetti vari? Secondo voi devono chiedere scusa per queste offese ai magistrati, colpevoli di fare il proprio dovere? Devono chiedere scusa agli italiani e, in particolare, ai cittadini liguri che dopo essere stati defraudati da un sistema politico marcio si sono ritrovati con un Presidente ai domiciliari che – grazie alle coperture dei sodali di governo – ha resistito per mesi prima di dimettersi? Noi non ci accoderemo mai a questo andazzo. Siamo in politica per denunciare la contaminazione tra affari e politica. Siamo in politica per contrastare in tutti i modi e con tutte le nostre forze questo modo deviato e malsano di amministrare la cosa pubblica, facendo gli interessi di pochi (politici e collusi vari) a discapito dell’interesse di tutti i cittadini. Meritiamo un'Italia diversa da così, per risolvere i problemi serve una classe dirigente che non si senta una casta intoccabile. Reagiamo. Giuseppe Conte

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