Ora che la proposta di Nordio di abolire il reato di “abuso d’ufficio” è diventata legge non ci resta che eliminare la scritta che campeggia in tutte le aule di giustizia “La legge è uguale per tutti”.
Sì, eliminiamola definitivamente. Perché quella scritta corrisponde a una solenne promessa dello Stato di trattare tutti i cittadini con pari dignità, senza distinzioni tra imputati eccellenti e cittadini comuni.
Da oggi quella promessa suonerà vuota retorica. Non solo non riuscirà a sopire l’ansia dei cittadini comuni che attendono giustizia in un’aula di tribunale, ma - peggio - rischierà di suscitare in loro un legittimo sdegno.
Ricordava Calamandrei che sull’Italia grava una “maledizione secolare”, perché “il popolo non ha fiducia nelle leggi … Ha sempre sentito lo Stato come un nemico”, mai percepito come “lo Stato del popolo”. Osservava infatti che “da secoli i poveri hanno il sentimento che le leggi siano per loro una beffa dei ricchi: hanno della legalità e della giustizia un’idea terrificante, come di un mostruoso meccanismo ostile fatto per schiacciarli, come di un labirinto di tranelli burocratici”.
Chiedo a Giorgia Meloni e ai nostri governanti: come faranno i cittadini a credere nella legge ora che avete cancellato il reato di abuso d’ufficio in modo da garantire a tutti gli amministratori pubblici uno spazio di assoluta impunità? Come faranno i cittadini a credere in un vostro sentimento di giustizia visto che vi state affrettando per punire sino a 25 anni di carcere coloro che protestano contro la realizzazione di grandi opere infrastrutturali?
State costruendo, passo dopo passo, una grande lacerazione sociale, i cui danni saranno profondi, e lasceranno scorie fortemente tossiche nel tempo. Fermatevi!
Giuseppe Conte.
venerdì 12 luglio 2024
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