venerdì 10 maggio 2024

... Giovanna Marini ...

ADDIO A GIOVANNA MARINI, CANTAUTRICE ED ETNOMUSICOLOGA 

«Ma io ho paura a spiegare l’altra cultura, ho paura di cadere nell’equivoco di mettere la cultura del popolo come antitetica a quella dei signori, mentre il discorso è più sottile, finisce che dovremmo sputare su Beethoven e osannare la vecchietta mondina, mentre l’uno e l’altra, a livelli diversi di tecnica e ispirazione, usano l’espressività e la creatività a loro disposizione, tanto che spesso l’uno attinge all’altro.» [Giovanna Marini, Italia quanto sei lunga, L’Epos, 2004, p. 77] Si è spenta a Roma all’età di 87 anni la cantautrice, compositrice ed etnomusicologa Giovanna Marini, voce storica della canzone popolare italiana, che si è distinta per le sue canzoni di impegno civile e per la ricerca nell’ambito della tradizione musicale orale. Nata a Roma il 19 gennaio 1937, seconda di tre fratelli, Giovanna era figlia di Giovanni Salviucci e Ida Parpagliolo, entrambi compositori. Il cognome d’arte è quello del marito, Pino Marini, fisico nucleare che ha lavorato anche al MIT di Boston. Allieva del celebre chitarrista spagnolo Andrés Segovia, Giovanna Marini è stata una delle “cantastorie” – come lei amava definirsi – più importanti del panorama musicale italiano. Negli anni Sessanta frequentò intellettuali e scrittori come Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Leydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella che la iniziarono alla canzone popolare e alle canzoni d’autore. Con il Nuovo Canzoniere Italiano prese parte, durante il Festival dei Due Mondi 1964, allo spettacolo "Bella ciao", ideato da Roberto Leydi e Filippo Crivelli. Soprannominata “la Joan Baez italiana” e definita da Moni Ovadia un “tesoro nazionale vivente”, nel 1975 Giovanna Marini ha fondato, insieme ad altri artisti, la Scuola popolare di musica di Testaccio, tuttora operante nel quartiere Testaccio, a Roma. Pasolini rimarrà un riferimento costante nell’opera di Giovanna Marini, in un rapporto che si manifesta in “I treni di Reggio Calabria”, una lunga ballata, molto amata da Pasolini, che mette in musica e sintetizza il rapporto appassionato e sofferto che lega Giovanna Marini al nostro Meridione; e poi il “Lamento per la morte di Pasolini”, in cui c’è un’identificazione profonda e drammatica nel modo di rivivere la morte di quel personaggio unico e straordinario che, dice la cantautrice romana, “quando parlava ti insegnava il mondo”. La tragica morte del poeta impedì la realizzazione di un progetto di collaborazione tra i due, un disco in cui alcune liriche in lingua friulana tratte dalla raccolta “La meglio gioventù” (Sansoni, 1954) avrebbero dovuto essere messe in musica da Giovanna. Dopo la morte di Pasolini, Giovanna Marini dichiarò: «Un paese che è capace di uccidere un poeta è un paese malato». Nel 1996 avrebbe visto la luce il progetto “Partenze (Vent’anni dopo la morte di Pier Paolo Pasolini)”, diciotto brani per quartetto vocale composti da Giovanna Marini, alcuni dei quali basati sulle liriche del poeta, scrittore e regista nato a Bologna. Tra le numerose collaborazioni di Giovanna Marini si segnala un pregevole album realizzato insieme a Francesco De Gregori, “Il fischio del vapore” (2002), nel quale raccolse classici della musica popolare italiana, arricchendoli di nuovi spunti. Grazie di tutto, Giovanna! Bibliografia: Giovanna Marini, Italia quanto sei lunga, L’Epos, 2004; Paolo Crespi, Io vorrei: la lezione di Giovanna Marini, Castelvecchi, 2017; Giandomenico Curi, “Il me paìs al è colòur smarit”: Pier Paolo Pasolini e Giovanna Marini, Besa Muci, 2022. Immagine: Giovanna Marini al liceo Machiavelli di Firenze negli anni Settanta, foto di Claudia Bartoli (fonte: www.spettakolo.it) #giovannamarini #musica #musicaitaliana #musicapopolare

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