(Danilo Lupo)
L’autonomia differenziata ricompatta le opposizioni. Dopo due anni di distinguo e – a volte – di distanze siderali, lo “Spacca Italia”, come lo hanno ribattezzato il Pd, fa marciare insieme tutte le minoranze. A poche ore dall’approvazione, appare già evidente come ci sarà un fronte compatto per supportare la raccolta delle firme che indire un referendum sulla riforma approvata in via definitiva alla Camera. Pd, Alleanza Verdi e Sinistra e anche Italia Viva hanno annunciato che lavoreranno insieme per provare a ribaltare con il voto popolare le scelte della maggioranza. Manca un sì ufficiale del Movimento Cinque Stelle, ma è scontato vista l’opposizione in Aula e la partecipazione alla manifestazione di martedì in piazza Santi Apostoli a Roma.
Pronti tutti a firmare ai banchetti..
Bocceremo senza se e senza ma questa schifosa legge.
La battaglia inizia...
Comitato per il NO al premierato e Autonomia Differenziata.
mercoledì 19 giugno 2024
... ma cosa è? ...
Ma cosa è questa AUTONOMIA DIFFERENZIATA?
È davvero una cosa inaccettabile?
Vediamo un po’ di ricostruire il tutto grazie a un post di
Abolizione del suffragio universale.
L'autonomia differenziata è stata approvata anche dalla Camera dei deputati. Non è operativa perché mancano i regolamenti attuativi, ma manca poco.
Cos'è l'autonomia differenziata e perché ci interessa moltissimo? Sostanzialmente funziona così. Roma fissa una riga: rappresenta i livelli essenziali delle prestazioni pubbliche, livelli uguali a Lecce come a Milano. Che ne so: una tac ogni 500mila abitanti, non più di 30 alunni in ogni classe, strade da rifare almeno ogni cinque anni, almeno una fermata di trasporto pubblico in ogni paesino. Sotto quella riga, dice la legge, non si scende.
Bello, bellissimo. Ma come si raggiungono questi livelli essenziali? Fino a ieri le aziende di Lecce e quelle di Milano versavano il 100% delle tasse nella cassa di Roma che poi provvedeva a distribuirle senza fare figli e figliastri. I 10 euro di tasse di Pati Cenzi Cannetta a Lecce e i 10 milioni di euro di Banca Intesa a Milano finivano cioè in un'unica cassa, con la quale poi Roma pagava sanità, scuola, strade, eccetera.
Oddio, fino a un certo punto: le regioni del nord erano un po' avvantaggiate da un criterio, quello della spesa storica. Cioè se la Puglia aveva amministrato male negli anni '90 i tagli se li sucano i pugliesi degli anni '20 cioè di oggi. Ma vabbè rimaneva intatto il principio: dato che l'Italia è una e indivisibile, il milanese paga le tasse anche per i servizi del leccese (che magari con la sua emigrazione o andando in guerra gli ha consentito questa prosperità).
Con l'autonomia differenziata succede che il milanese e il leccese non versano più il 100% delle proprie tasse a Roma. Ne versano, poniamo, il 70%. Con il restante 30% ognuno si paga una parte dei servizi pubblici: sanità, scuola, trasporti, eccetera. Dice Calderoli, il senatore leghista autore della legge: è equo, la percentuale è uguale, no? Ma come fa a essere equo se il 30% delle tasse che versa Pati Cenzi Cannetta a Lecce sono 3 euro e il 30% che versa Banca Intesa a Milano sono 3 milioni?
Rispondono i parlamentari che votano la riforma: state tranquilli, ci sono i livelli essenziali. Sotto quella riga non si scende.
Ma ragioniamo un attimo. Il sud, è scontato, avrà meno soldi. Questo perché le grandi imprese hanno la sede fiscale al nord, pur avendo filiali e sedi in tutta Italia. Finora le disuguaglianze erano compensate dalla cassa di Roma, che cercava di livellare la qualità dei servizi in tutta Italia. Ma già fino a ieri i livelli dei servizi pubblici nel sud erano terribilmente inferiori rispetto a quelli del nord. E cosa volete che succeda invece domani, quando la cassa centrale avrà molti meno soldi? Succederà che il trasporto pubblico passerà da Brembate ma non da Diso; che le strade saranno vellutate in Valtellina ma rattoppate nel Salento; che le classi di Cinisello avranno 25 alunni ma quelle di Casarano ne avranno 35; che la Tac il milanese se la potrà fare ma il leccese no.
Da oggi, quindi, la Camera dei Deputati ha deciso che in Italia ci sono cittadini del nord che sono figli e cittadini del sud che sono figliastri. Di chi siano figli i parlamentari meridionali che hanno votato questo pateracchio decidetelo voi.
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