mercoledì 30 dicembre 2020

... Agitu Ideo Gudeta ...

Agitu Ideo Gudeta, l’assassino è un suo dipendente. L’ha anche violentata 

L’assassino di Agitu Ideo Gudeta ha confessato durante la notte. Si tratta di un 32enne che lavorava per lei 

di Tommaso Di Giannantonio e redazione Online 

 Era fuggita dal suo Paese, l’Etiopia, dopo essere stata più volte minacciata a causa del suo impegno contro l’accaparramento delle terre da parte delle multinazionali e aveva cercato un futuro in Trentino. Non era stato facile, aveva combattuto anche contro i pregiudizi. Ma lei, energica e forte, determinata e coraggiosa, era riuscita a farsi amare anche in quella valle. Aveva tanti progetti, voleva ampliare la sua azienda agricola «La capra felice» in valle dei Mocheni, in Trentino, e aveva mostrato il rendering anche ad alcuni amici. Finalmente dopo tanta sofferenza e le minacce a sfondo razzista di cui era stata vittima, Agitu Ideo Gudeta, classe 1978, aveva trovato un po’ di serenità. Ieri è stata uccisa a martellate. Un colpo alla testa che non le ha lasciato via di scampo. Ma Agitu, l’allevatrice etiope conosciuta e stimata in tutto il Trentino che a gennaio avrebbe compiuto 43 anni, è stata anche violentata. È quanto emerso dall’interrogatorio del suo assassino, un suo dipendente di origine ghanese arrestato nella notte dai carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana che insieme ai colleghi del reparto operativo del comando provinciale, guidati dal sostituto procuratore Giovanni Benelli e dal procuratore Sandro Raimondi, indagano sull’omicidio. I militari hanno trovato anche l’arma del delitto: un martello. Il corpo della donna è stato trovato accasciato a terra all’interno della sua abitazione, nella sua camera da letto, al secondo piano di un edificio di proprietà del Comune, che comprende anche la canonica del paese, in località Plankerhoff, a Frassilongo, un complesso che sorge a pochi chilometri dalla sua azienda agricola. I carabinieri stanno cercando di ricostruire quei terribili minuti all’interno della stanza da letto di Agitu, che da circa tre anni aveva preso con sé un collaboratore per l’azienda agricola, un uomo di 32 anni, di nome Adams Suleiman. Un pastore che lei aveva accolto e aiutato. L’uomo è stato fermato in serata e portato in caserma dove è stato interrogato per ore e ha confessato. Non è ancora chiaro il movente: all’inizio sembrava trattarsi di un problema di soldi e di uno stipendio non corrisposto. Ma il fermato ha raccontato di avere anche abusato sessualmente della vittima quando questa era già agonizzante a terra. Ha ammesso le sue responsabilità, dando descrizioni dei fatti in linea con le risultanze emerse dai rilievi effettuati dagli investigatori Ieri mattina Agitu doveva incontrare un geometra per il suo progetto di ampliamento dell’azienda agricola, ma all’appuntamento non si è mai presentata. Un comportamento insolito per lei che era sempre stata una donna precisa. È stata proprio la prolungata assenza e quell’appuntamento mancato a insospettire la vicina di casa. Non vedendo Agitu è andata nella casa e, quando ha raggiunto la camera da letto, il cuore le si è fermato per qualche istante. Le lacrime e la disperazione. «Dov’è andato il pastore?», ha urlato la donna. Poi la disperata richiesta di aiuto. Ma per Agitu, che a Trento aveva anche conseguito la laurea in Sociologia, era ormai troppo tardi.

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