lunedì 5 marzo 2012

notizie NO TAV

AMBIENTEVALSUSA

3 marzo 2012

MONTI SI E’ ARENATO CONTRO LO SCOGLIO DEL TAV
Il vento sta cambiando … ma il governo Monti lo sa? L'Italia sta prendendo coscienza dell'enorme sperpero di denaro pubblico che si nasconde dietro alle grandi opere e in particolare dietro al TAV in Valle di Susa. Quest'opera ha già divorato milioni e milioni di euro non solo in progetti raffazzonati, ma anche per l'ordine pubblico (costi paragonabili alla missione in Afghanistan!) .
Dopo che la politica, con la complicità delle banche, ha portato sul baratro della bancarotta il popolo italiano, il governo ha deciso di usare il pugno duro contro i No Tav perché "l'opera va fatta … per il futuro dei nostri figli".
Ci chiediamo se, in un paese normale, quando c'è disagio e la gente si lamenta che non arriva nemmeno a metà mese con i soldi che ha, sia il caso di far viaggiare più velocemente le merci attraversando il continente da una parte all'altra piuttosto che prender provvedimenti per il presente. Soprattutto in questo momento non ha senso togliere i soldi dalle pensioni, dalla sanità, dall'istruzione e da altri servizi sociali!
Forse il governo Monti alias Corrado Passera non ha compreso che i conti veri si fanno con la gente e non con le banche .
Per fortuna ( o per interesse elettorale…) alcuni politici cominciano ad accorgersi che sta cambiando il vento: Di Pietro e Vendola chiedono una moratoria sull'opera, mentre il sindaco del PD di Bari aderisce all'appello di Don Ciotti per aprire un tavolo di confronto . Persino una parte della destra ha ripensamenti: Granata dà piena solidarietà al popolo No Tav e definisce Monti un grande ipocrita.
Al momento il polso duro del governo ha avuto l'effetto travolgente di mobilitare migliaia di persone in tutta Italia: dalla Valle di Susa a Roma e Milano.
Il governo Monti deve capire che è arrivato il momento di aprire una vera discussione partendo dall'opzione zero (ovvero non fare il Tav). L'osservatorio Virano invece , dopo aver dimostrato nel primo quaderno la non necessità dell'opera, accantonò subito questa opzione, perché l'obiettivo era ottenere il consenso a farla (tanto che furono addirittura esclusi i 24 comuni contrari ).
Siccome riteniamo che da qualunque decisione si può sempre tornare indietro (anche pagando le penali i costi sarebbero sicuramente minori rispetto alla gestione di un cantiere così vasto) auspichiamo un ripensamento del governo Monti.
Dialogo e manganelli non sono compatibili.


La redazione: Ambiente Valsusa
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