domenica 13 dicembre 2009

...da Libero news...

Domenica di pausa a Copenaghen

COPENAGHEN

- Al suo arrivo a Copenaghen dove è in corso la conferenza sul clima il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon si è detto "prudentemente ottimista". "Sono sempre ottimista, ma prudente. Sono prudentemente ottimista", ha detto Ban appena sceso dall'aereo che lo ha portato a Copenaghen.

"Si deve attendere la fine dei lavori per vedere se la 15/ma Conferenza Onu sul clima intende realmente inviare un messaggio" sul cambiamento climatico, ha aggiunto il segretario generale delle Nazioni Unite. Ban ha definito un "buon inizio" il lavoro portato avanti nella prima settimana di vertice che ha consentito di mettere sul tavolo un primo progetto di accordo. Il fatto che " i ministri e i capi di Stato si riuniscono a Copenaghen è un buon segnale che un messaggio importante sarà inviato a tutti quanti", ha aggiunto Ban.

Al Bella Center intanto e' una domenica di pausa nei lavori. La sede del 15/o vertice Onu sul clima oggi è chiusa. La conferenza si ferma. Ma si continua ugualmente a lavorare con incontri informali e riunioni bilaterali. Martedì già ci potrebbe essere un nuovo testo della presidenza danese che dovrebbe dare più chiarezza e definire meglio i contorni del testo base sul quale i ministri da martedì dovranno confrontarsi ufficialmente. Ore quindi di rapporti serrati in attesa, a metà della prossima settimana, dell'arrivo dei capi di stato e premier. Per l'Italia, ad accelerare i tempi, è stato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che, al suo arrivo al vertice, ieri, ha detto che "nella partita ci siamo dentro e lotteremo perché il testo sia più equo possibile". Intanto oggi, tra le manifestazioni attese, i 350 rintocchi di campane in contemporanea alle 15.00 ora locale per ricordare al mondo dove fermare il tasso di anidride carbonica.

La polizia, dispiegata nel centro della città sin dalle prime ore del mattino, è intervenuta stamane a Copenaghen bloccando circa duecento giovani, che si stavano dirigendo verso il porto con l'obiettivo di interromperne parzialmente le attività. I giovani, alcuni di quali con il volto coperto, hanno urlato slogan contro il capitalismo, sollecitando provvedimenti contro i cambiamenti climatici Gli agenti, che hanno fatto uso di manganelli e spray irritanti, secondo le prime notizie, hanno fermato alcune decine di manifestanti, intercettati lungo la strada verso il porto. La mobilitazione odierna aveva l'obiettivo di fermare, con le attività del porto, anche l'emissione di biossido di carbonio. Per questo i giovani avevano tentato di bloccare gli accessi stradali al porto e di disturbare il traffico via mare con delle barche.

IERI LA GRANDE MANIFESTAZIONE, QUASI MILLE ARRESTI

Il popolo del clima in piazza a Copenaghen. Una manifestazione imponente da 30 mila persone, ha detto la polizia. No, siamo in 100 mila, hanno detto i manifestanti. Tre ore di marcia per chiedere ai capi di stato (attesi nella capitale danese alla fine della prossima settimana) 'giustizia climatica'. E anche scontri tra polizia e Black Bloc con quasi mille arresti. Gli agenti mobilitati erano oltre 7 mila. Dovevano garantire il regolare svolgimento di quello che è stato un corteo pittoresco e allegro. Che però è stato turbato da episodi definiti isolati dalle stesse forze dell'ordine, portati avanti dai famigerati black bloc che non hanno perso l'occasione di provocare incidenti. Secondo quanto ha reso noto la polizia in serata, sono state 968 le persone fermate dagli agenti, quasi la metà dei quali proprio 'black bloc'. Quasi tutti sono stati rilasciati nella notte. Solo 13 manifestanti si trovano ancora in stato di fermo, detenute nel centro speciale di Retortvej, istituito in occasione della conferenza. Tre di loro, due danesi e un francese, compariranno oggi davanti ad un magistrato per rispondere dell'accusa di violenza a pubblico ufficiale nei confronti di alcuni agenti di polizia.

Molti, stando alla polizia, sono stranieri. Resta incerta la sorte di un centinaio di dimostranti che, secondo gli organizzatori della manifestazione in serata erano ancora trattenuti in strada "con le manette ai polsi nonostante il freddo intenso". Per questo, gli organizzatori di Climate Justice for Action (Cja), in un comunicato accusano la polizia danese di "violazione dei diritti umani" e di avere effettuato arresti in modo "indiscriminato". Nei tafferugli, un agente è stato colpito da una pietra in volto e un dimostrante si è ferito nel tentativo di far esplodere un petardo. Tante le vetrine infrante. Sassi scagliati contro le finestre e oggetti contro la polizia sono comparsi in mezzo a palloncini colorati, salvagenti che accerchiano palloni del pianeta terra, panda giganti e orsi polari che soffrono il caldo con in testa una fiamma, carrozzine, bambini e famiglie. Una selva di cartelloni con gli slogan più diversi sono stati agitati dai dimostranti: 'Non siamo un Pianeta di serie B', e ancora 'la natura non e' un compromessò. Per tutti una sola richiesta: 'giustizia climatica' e no alle parole inutili. 'Bla..bla..bla, agire ora' scrivono i no global sui cartelli portati a spalla per un percorso lungo sei chilometri.

La manifestazione è partita intorno alle 13.00 quando i primi gruppi di manifestanti hanno cominciato ad affluire a grosse ondate sulla piazza del Parlamento danese, davanti al Christianborg Castle. Un palco ha ospitato alcuni rappresentanti dei 516 gruppi provenienti da 67 Paesi che hanno organizzato la maxi-mobilitazione. Da lì è partito l'incitamento a credere nei diritti ad avere un accordo sul clima. Dal palco è venuto il calore per muovere i primi passi verso il Bella Center, sotto un cielo limpido per la prima volta in sei giorni, ma con una temperatura pungente che fa male a mani, naso e piedi. Ma si parte. Intorno alle 14:30 il corteo si muove. Davanti alla meta del Bella Center - oggi trasformatosi in un vero e proprio 'bunker' - tanto è grande il cordone di sicurezza che é stato predisposto per proteggere la sede del vertice Onu sul clima, il 15/o.

Lungo la strada poliziotti ovunque. Camionette e ambulanze fanno da cornice. A un tratto da questa marea pacifica è partito un tiro di sassi contro la Banca Nazionale e il ministero degli Esteri, il lancio di una molotov, oggetti scagliati contro la polizia. Compaiono i temuti black bloc, i tattici della protesta incappucciati e vestiti di nero. La polizia è pronta, li isola. Un intero gruppo di circa 200 persone è rimasto dal primo pomeriggio fino a tarda sera sorvegliato a vista da una lunga catena di uomini delle forze dell'ordine, messo alle strette e bloccato tra i palazzi e le camionette che facevano da scudo verso il resto della città. I manifestanti ritenuti più violenti sono stati ammanettati e fatti sedere sull'asfalto in fila, uno accanto all'altro. Nessuno ha dato in escandescenza. Tutto ciò mentre il corteo pacifico proseguiva la sua marcia verso il Bella Center. Il muro di poliziotti ha fermato i manifestanti ad almeno un quarto d'ora a piedi dalla sede del vertice. La polizia ha comunicato successivamente di avere attuato una "manovra a tenaglia" per fermarli. Una veglia con candele guidata dal premio Nobel vescovo Desmond Tutu, ha chiuso la giornata.

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