martedì 1 marzo 2022

... 100 anni di Fenoglio ...

Oggi parleremo del centenario della nascita di uno dei più importanti narratori del Novecento italiano. «Beppe Fenoglio, partigiano e scrittore». Così lo ricorda il suo epitaffio, e così voleva restare nella memoria. E oggi, a cento anni dalla sua nascita, avvenuta il 1° marzo del 1922, proviamo a ripercorrere quello che ci ha lasciato in eredità. Beppe Fenoglio nasce ad Alba, in provincia di Cuneo, primogenito del macellaio Amilcare e di Margherita Faccenda. Frequenta il liceo classico dove s’innamora della letteratura e della cultura anglosassone, una passione che trasformerà nel lavoro di traduttore. Nel 1943 è chiamato alle armi e si arruola nel regio esercito come allievo ufficiale. Dopo l’armistizio dell’8 settembre torna a casa e diventa partigiano «badogliano», cioè fa parte di uno dei gruppi combattenti autonomi. Finita la guerra inizia a scrivere e a tradurre; entra in contatto con Calvino all’Einaudi, conosce Elio Vittorini, ma non vive da letterato, il suo mestiere è quello di procuratore in un’azienda enologica. La carriera di Fenoglio non è né facile, né fortunata e il successo letterario arriverà postumo. Lo scrittore scompare a Torino, alla vigilia dei 41 anni, per un cancro ai polmoni: è il 18 febbraio del 1963. In vita pubblica tre romanzi: «I ventitré giorni della città di Alba», «La malora» e infine «Primavera di bellezza». Ma sono quelli usciti postumi a far diventare Fenoglio lo scrittore della Resistenza come lo conosciamo noi oggi, cioè «Il partigiano Johnny» e in particolare «Una questione privata», uscito da Garzanti nel 1963, che vede come protagonista il partigiano, e studente universitario Milton, sorta di alter ego dell’autore, tormentato dall’amore per Fulvia. In quest’ultima opera l’autore colma quel vuoto narrativo lasciato dai romanzieri italiani che avevano vissuto la lotta partigiana. Ed è Calvino a decretarne le sorti future, definendolo il libro che la loro generazione voleva fare e grazie al quale il loro lavoro aveva avuto un coronamento e un senso. Così una stagione si era compiuta. Grazie alla trasfigurazione romanzesca Fenoglio ha portato la vita e la morte, le lotte e l’amore, tutto dentro quei venti mesi che cambiarono la storia dell’Italia. E ancora oggi ci fa rivivere la ferita collettiva di un intero Paese.

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