Lorenzo Tosa
‘Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi’ è il nuovo libro di Michela Murgia e si apre con la diagnosi di un male incurabile: è una vicenda autobiografica perché l’autrice ha un tumore al quarto stadio, uno stadio da cui "non si torna indietro", ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera. Le restano pochi mesi di vita e ha deciso di raccontarlo.
'Tre ciotole' contiene quella che, mi pare, l'unica verità indiscutibile del corpo. E cioè che il corpo muore. La morte non è una notizia, non è nemmeno una cosa solenne, è la verità di ciascuno. Così sia. Una donna ben vestita - ci tiene a esserlo, non è nata ricca e sa che gli abiti condizionano chi li vede più di chi li indossa - e un medico parlano di neoplasia. Una nuova formazione. Questa nuova formazione, proprio come la vita stessa, condurrà alla morte della donna. Dove ho sbagliato? si domanda la donna che non fuma ed è vegetariana. Non parlerei di errore risponde pronto il medico, siamo esseri sofisticati e gli organismi sofisticati sono più soggetti a fare errori.
Nei ringraziamenti di questo libro, che uscirà la prossima settimana, io sono "il vertice di tutte le crisi". Michela Murgia e io siamo amiche da molti anni e parliamo ogni giorno. L'amicizia, anche quando vede meno - ma io non credo, l'amicizia è per i coraggiosi, quelli che non hanno bisogno di ruoli e nomi, per gli avventati, gli avventurosi, i dadaisti - vede meglio. Così, pur riconoscendo quanto di autobiografico ci sia in queste pagine, posso affermare pure quanto di questa autobiografia sia ancora da venire, sia, come la letteratura è, una pura forma di immaginazione sentimentale, civile e politica.
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