sabato 6 febbraio 2021

... il Dottor LI un anno fa ...

Li Wenlia ng era originario di Beizhen, città della regione del Liaoning, nel nord est della Cina. Aveva frequentato la Wuhan University School of Medicine, laureandosi nel 2011. Aveva lavorato per un periodo al Xiamen Eye Center dell’Università di Xiamen, esercitando poi come oftalmologo a Wuhan a partire dal 2014. Era sposato, con un figlio e una bambina in arrivo. Quello che sappiamo di Li Wenliang forma il ritratto di una vita tranquilla, quella di un ragazzo normale che, a detta dei suoi compagni di corso, era appassionato di pallacanestro, e di un medico diligente, onesto e dedito al lavoro. Così dedito da diventare un simbolo nella lotta all’epidemia da coronavirus, sia in Cina che nel resto del mondo. La vita di Li Wenliang cambia quando verso la fine di dicembre 2019, iniziano a registrarsi casi di polmonite dall’origine sconosciuta a Wuhan. Il Dottor Li è venuto a contatto nello stesso periodo con un report confidenziale redatto alla Dottoressa Ai Fen, direttrice del dipartimento di emergenza dell’ospedale di Wuhan e prima ‘whistleblower’, allarmata da alcuni risultati di laboratorio che mostravano sintomi influenzali resistenti ai trattamenti convenzionali e in cui si menzionava la frase “coronavirus di tipo SARS”. Il 30 Dicembre 2019, il Dottor Li condivide un messaggio in un gruppo privato di compagni di corso della scuola di medicina sull’applicazione di messaggistica WeChat, invitandoli alla cautela poiché “ci sono sette casi confermati di SARS riportati in ospedale e provenienti dal mercato del pesce di Huanan”. In allegato al messaggio, condivide con i suoi colleghi il referto di un esame su un paziente e l’immagine di una TAC, mettendoli in guardia e invitandoli a prendere tutte le precauzioni necessarie per loro, le loro famiglie e amici e a non condividere l’informazione all’esterno. Presto gli screenshot con i messaggi su WeChat finiscono sui social media cinesi, catturando l’attenzione anche dei supervisori dell’ospedale. Li Wenliang viene convocato e accusato di fuga di notizie false. Il 3 gennaio 2020 il Dottor Li viene prelevato dalla polizia di Wuhan con l’accusa di aver diffuso commenti falsi su Internet, viene interrogato e costretto a firmare una lettera di ammonimento in cui si impegna a non reiterare l’atto, con la minaccia di una punizione più severa. Insieme a lui, vengono censurate altre sette persone. Il Dottor Li riesce a rientrare al lavoro l’8 gennaio successivo, giorno in cui, visitando una paziente con glaucoma ad angolo aperto che lavorava al mercato di Huanan e risultata poi positiva al COVID-19, contrae l’infezione sviluppando febbre, tosse e difficoltà respiratorie. Alla comparsa dei primi sintomi, per evitare di contagiare la famiglia, il Dottor Li si isola in una camera d’albergo. In seguito all’aggravarsi dei sintomi, viene ricoverato i primi di febbraio in ospedale a Wuhan. Pochi giorni dopo, la notte del 7 febbraio, nonostante gli sforzi per salvarlo e tra smentite e comunicati stampa ufficiali dell’ospedale, il Dottor Li Wenliang muore per complicanze respiratorie del COVID-19, mentre più di 17 milioni di cinesi stavano seguendo gli sviluppi sulle sue condizioni di salute.

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